ORIENTAMENTO E SCUOLA
senta in grado di riuscire a svolgere
quel dato compito (Tracey, Robbins
& Hofsess, 2005).
CONCLUSIONI
Dall’analisi degli studi descritti,
è possibile individuare alcuni ele-
menti significativi per la realizzazio-
ne di interventi mirati allo sviluppo
degli interessi e delle credenze di
efficacia.
Ciò che emerge chiaramente dalle
ricerche condotte da Tracey e colla-
boratori è riassumibile in tre osser-
vazioni distinte che devono essere
tenuti in considerazione da tutti
coloro che non solo si occupano di
orientamento ma che quotidiana-
mente si trovano a rivestire un ruolo
educativo, siano essi insegnanti o
“semplicemente” genitori:
1. È indispensabile adattare il con-
tenuto delle attività proposte al
modo in cui i soggetti con cui si
lavora vedono e comprendono
il mondo. Nello specifico, ad un
bambino più piccolo, frequen-
tante ancora la scuola primaria,
sarà necessario proporre attivi-
tà realistiche distinte sulla base
delle differenze di genere e del
luogo in cui queste attività ven-
gono messe in atto. Come è sta-
to verificato negli studi presen-
tati, infatti, questo è il modo in
cui i bambini categorizzano la
realtà esterna e, di conseguenza,
sarebbe del tutto inutile presen-
tare loro il mondo attraverso un
modo diverso (anche perché,
molto semplicemente, non ver-
rebbe compreso dai nostri inter-
locutori).
2. Bisogna fare attenzione ai mo-
menti di transizione scolastica vis-
suti dai ragazzi. Sono questi pe-
riodi molto delicati nella vita degli
studenti, a causa dei cambiamen-
ti a livello cognitivo e sociale che
stanno vivendo all’ingresso della
scuola secondaria. Se, però, da un
lato è necessario porvi particola-
re cautela, dall’altro sono proprio
questi i periodi da sfruttare per la
messa in atto di interventi mirati
per lo sviluppo di interessi e cre-
denze di efficacia.
Progettando, quindi, incontri
strutturati nei momenti in cui
i ragazzi sono più inclini a for-
marsi delle idee su professioni,
contesti di lavoro o semplici at-
tività interessanti, sarà possibile
fornire degli utili strumenti di
confronto e fare in modo che gli
studenti non siano soggetti alla
formazioni di credenze stereoti-
pate.
È per questo motivo che un in-
tervento di questo genere deve
essere previsto in un arco di
tempo che va dalla frequenza
dell’ultimo anno della scuola pri-
maria al primo della secondaria
di primo grado: intervenire su
studenti più maturi, sarebbe del
tutto inutile dato che hanno giù
sviluppato e manifestato le cre-
denze di efficacia e i loro primi
interessi.
Per quest’ultima fascia d’età sa-
rebbe piuttosto utile prevedere
un intervento sullo stress cau-
sato dall’imminente scelta di
un’occupazione lavorativa o di
una facoltà universitaria, oppure
un sostegno al percorso di scelta
legato a questo momento di de-
cisione.
3. Infine, un’ultima attenzione deve
essere rivolta a quanto emerso
chiaramente dagli ultimi studi ci-
tati, relativamente alla reciproca
influenza tra interessi e credenze
di efficacia.
Essendoci una mutua causalità
fra questi due fattori, è necessa-
rio che, soprattutto all’interno
dei percorsi di orientamento, sia-
no previste delle pratiche conso-
lidate per lo sviluppo delle perce-
zioni di competenza, strettamen-
te collegate alla formazione e al
mantenimento degli interessi.
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