QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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GLI INTERESSI: CONTRI-
BUTI DELLA PSICOLOGIA
DELL’ORIENTAMENTO
Fin dalla metà del ‘900, alcuni ri-
cercatori del campo della psicologia
dell’orientamento scolastico e pro-
fessionale si dedicarono allo studio
degli interessi: è questo il caso della
concezione ambientalista di Car-
ter (che affermava che gli interessi
avevano origine dall’identificazione
e dal desiderio di appartenenza di
un soggetto rispetto ad un gruppo
professionale specifico), del me-
glio conosciuto, Donald Super con
la sua prospettiva di tipo evolutivo
e, ancora, di Anne Roe che ha evi-
denziato la relazione dello sviluppo
degli interessi professionali con l’in-
tensità e la natura delle esperienze
vissute nei primi anni di vita (Soresi
e Nota, 2000).
Più recentemente, però, si sono
occupati di interessi anche Lent,
Brown e Hackett (1996) all’interno
della loro
Social Cognitive Perspec-
tive
e, separatamente, Gati (1986).
Entrambi hanno fornito ottimi
spunti per la pratica e gli interventi
di orientamento, contribuendo non
solo alla consolidazione delle cono-
scenze nel campo degli interessi,
ma anche all’applicazione di buone
pratiche all’interno dell’orientamen-
to stesso.
Per quanto riguarda la prospet-
tiva socio-cognitiva di Lent e col-
leghi, essa si pone come scopo lo
studio e l’analisi di tutte le variabili
che possono guidare e influenzare
la scelta professionale. Tra questi,
importanza di grande rilievo assu-
mono le credenze di efficacia (pren-
dendo spunto dalle teorie di Ban-
dura sull’apprendimento sociale e
sull’autoefficacia), le aspettative di
risultato e gli scopi che guidano il
raggiungimento di un obiettivo. Gli
Autori, infatti, associano a tali aspet-
ti l’origine degli interessi e delle
preferenze che i soggetti dimostra-
no nei confronti delle varie attività
quotidiane.
Secondo Gati, invece, gli interessi
dovrebbero essere prettamente at-
tribuiti alle caratteristiche degli am-
bienti di lavoro preferiti dalle per-
sone. A tale proposito, nella propria
teoria, il ricercatore dimostra come
tutti i problemi di adattamento al
lavoro siano facilmente attribuibili
alle discrepanze tra le caratteristi-
che del contesto professionale che
il soggetto vorrebbe e quelle del
lavoro vero e proprio nelle quali si
ritrova occupato quotidianamente.
Sono da attribuire, però, ad Holland
(1959) gli studi che rivoluzionarono
il modo di vedere, di sostenere e di
studiare gli interessi. Il suo modello
RIASEC, che verrà di seguito presen-
tato, fu, ed è tuttora, il più studiato
ed impiegato nella ricerca e nelle
pratiche di orientamento (Soresi e
Nota, 2000).
IL MODELLO RIASEC
DI HOLLAND
A differenza dei modelli appena
descritti, verso la fine degli anni
‘50, Holland ha sviluppato un’inte-
ressante teoria relativa alla presen-
za costante di sei diversi gruppi di
interessi, entro i quali tutti gli altri
possono trovare posto ed essere ca-
tegorizzati. L’Autore ha battezzato il
proprio modello col nome RIASEC
dalle iniziali delle sei categorie:
R -
Realistico
I -
Investigativo
A -
Artistico
S -
Sociale
E -
Intraprendente
C –
Convenzionale
Nello specifico, a ciascun settore
vengono attribuiti attività precise,
professioni e contesti occupazionali.
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