74
ORIENTAMENTO E società
17
La normativa è complessa.
Si vedano: www1.interno.it/
mininterno/.../it/.../0886_G_-_
MINORI_STRANIERI.doc;
meltingpot.org/articolo2147.html;
-
minori_a_18_anni_un_nuovo_
permesso_familiare_3256.html.
La pratica è connotata da lunghe
file per il rinnovo del permesso,
con l’angoscia di incontrare un
funzionario cavilloso, che può creare
serie difficoltà. Questo avviene per i
neo-maggiorenni figli di stranieri. È
spesso a rischio per loro anche la gita
scolastica. V. anche la nota seguente.
18
Le seconde generazioni e le
politiche per la scuola” Osservazioni e
proposte.
Ricerca commissionata al
CENSIS dall’ONC-CNEL, attento da
anni alle condizioni di inserimento
nella scuola degli allievi di origine
immigrata e al confronto delle
buone pratiche. Vissuti ed esiti della
scolarizzazione dei minori di origine
immigrata in Italia, gennaio 2008.
Osservatorio sulle Differenze
Comune di Bologna: Rapporto sulla
ricerca
L’integrazione scolastica delle
seconde generazioni di stranieri nelle
scuole secondarie di primo grado della
Regione Emilia Romagna.
Ricerca
svolta con il contributo della Regione
Emilia Romagna e dell’Ufficio
Scolastico Regionale,
a cura di Marzio Barbagli, Ottobre
2005 - ottobre 2006. Dal sito di
Scuola ER, La scuola in Emilia
Romagna.
Scuola e studenti stranieri a Genova:
risultati di ricerca
, di Luca Queirolo
Palmas, Università di Genova, marzo
2002. Dal sito della Fondazione
Giovanni Agnelli.
Ivi:Scuola e studenti
stranieri a Torino,
di Lorenzo Fischer,
Università di Torino, 14 marzo 2002;
Alunni italiani e stranieri in una scuola
comune. Investimento in istruzione,
integrazione e riuscita scolastica
, di
Graziella Giovannini, Università di
Bologna ed Elena Besozzi, Università
Cattolica di Milano, marzo 2002.
19
In realtà, come vedremo, non
mancano i “contenuti sensibili”, sui
cui si rinvia alla n. 21 e segg.
20
Il film è tratto da un libro dello
stesso Begadeau,
Entre les murs,
2006,
tradotto con il titolo
La classe,
da
Einaudi nel 2008.
21
Si veda la nota seguente.
22
La storia offre numerosi esempi
di
contenuti sensibili, trattando
per esempio l’argomento delle
frontiere culturali e religiose in età
medievale e moderna: se i crociati,
in viaggio alla volta di Gerusalemme,
si mettono a sterminare per via gli
ebrei anziché i musulmani, sono
bilanciati
dalla crudeltà dei turchi
che, proditoriamente, spellano vivo
Marcantonio Bragadin, che pure
aveva pattuito con loro la resa a
Cipro (di qui, Lepanto, ovvero la
vendetta). Argomenti più scottanti
possono venire dalla storia più
recente: avere nella stessa classe
un serbo e un bosniaco e spiegare
la guerra in Jugoslavia, oppure
raccontare il progetto di conquista
della Russia alla presenza di un
ucraino, o la guerra greco-albanese
alla presenza di un ragazzo che
si vanta di discendere dagli Illiri
espone a un certo imbarazzo.
Ma tutta la questione dei confini,
grande tema caro a una storiografia
di stampo diplomatico-politico, se
non ottocentesco, può diventare
problematica. Attraverso questi
esempi e in tono leggero, si
vuole accennare a un insieme di
problemi che meriterebbero un
apprendimento maggiore: quella
di contenuti “sensibili”, su cui ora si
può glissare, ma che sarà difficile
ignorare quando un quinto degli
studenti non sarà di ascendenza
italiana. La presenza di ragazzi
portatori, almeno parzialmente,
di una cultura diversa, costringe
insomma un insegnante a rivedere
la propria materia con un’ottica