QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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della vita. Ma i figli sono, o sapran-
no, essere grati ai genitori per il loro
sacrificio e per il loro coraggio? Op-
pure colmeranno il cuore di senti-
menti contraddittori, senza esclu-
dere risentimento e rancore? Saran-
no fedeli alle tradizioni ataviche o
vorranno affrancarsene? Saranno
orgogliosi della lingua e della cultu-
ra di casa o se ne vergogneranno?
Quello del loro futuro è invece un
argomento che non riguarda solo
quel dieci per cento approssimato
per difetto di stranieri d’Italia. Inte-
ressa anche tutta la società, chiama-
ta ad una sfida culturale, e posta ad
un bivio: tra il divenire società“aper-
ta” e il ripiegarsi, retrogrado, verso
un passato ormai senza ritorno. Per-
ciò è necessario capire meglio que-
sto nuovo arcipelago giovanile.
Chi siano davvero gli esponenti
della
cross generation
e che cosa vo-
gliano dalla vita è argomento che
appassiona le università e organiz-
zazioni della società civile attente ai
problemi sociali e culturali, ma an-
cora poco l’opinione pubblica che è
stata sensibilizzata superficialmen-
te sul problema da parte della stam-
pa e dalla Tv, a meno che non siano
accaduti fatti clamorosi nella crona-
ca quotidiana. I media se ne sono
occupati nell’ultimo triennio, a par-
tire dai fuochi accesi in Francia dagli
adolescenti delle periferie, ma con
l’intermittenza che è connaturata
alla loro funzione.
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GLI STUDI UNIVERSITARI:
APPROCCI STATISTICI,
SOCIOLOGICI,
ANTROPOLOGICI
Nelle università, invece, il tema fa
tendenza. È difficile delineare una
panoramica esaustiva degli studi re-
alizzati o in corso. Il rischio è sempre
quello di escludere esperienze signi-
ficative. È tuttavia legittimo ricordare
alcune ricerche note a chi scrive (con
l’implicita scusa nei confronti di chi
non verrà nominato, pur avendone il
merito) al fine di esemplificare possi-
bili approcci metodologici.
Una prima impostazione si fon-
da su dati statistici. A Padova, per
esempio, il 3 marzo 2007 è stata
presentata la Prima Indagine Na-
zionale sulle Seconde Generazioni
di Immigrati, diretta dal prof. Gian-
piero Dalla Zuanna Dipartimento di
Statistica dell’università patavina in
collaborazione con altri atenei ita-
liani e l’Ismu (Iniziative e studi della
multietnicità di Milano).
La ricerca, svoltasi nel corso
dell’anno scolastico 2005-06 presso
le scuole di 48 province e 10 regioni,
ha riguardato 20 mila studenti di
11-13 anni, italiani e stranieri. Se-
guendo la classificazione di Rum-
baut,
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l’indagine è giunta a indivi-
duare nella “generazione 1,25”, che
comprende i ragazzi emigrati da
te-
enager
, quella che accusa i maggiori
problemi.
“
L’integrazione è molto più compiu-
ta a livello economico che non cultu-
rale
”, ha affermato il prof. Dalla
Zuanna, sottolineando anche la for-
te volontà di riscatto emersa dall’in-
dagine: tuttavia essa viene indiriz-
zata “verso un sogno di crescita so-
ciale legato al consumismo, alla ric-
chezza, all’affermazione”personale.
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Nello stesso tempo ha rimarcato la
persistenza di problemi non trascu-
rabili:
Purtroppo (...) la scuola italiana
non sembra ancora aver colto la mi-
sura della sfida cui è chiamata a ri-
spondere. Troppe persone vivono
nell’illusione che i giovani stranieri
imparino facilmente e “automatica-
mente” l’italiano.
Tale considerazione purtroppo si
estende anche all’ambito scolastico,
particolarmente ai livelli più alti de-
gli studi. Tra gli stranieri si rilevano
infatti risultati scolastici meno posi-
tivi rispetto a quelli degli italiani.
Questo appanna nei fatti, o almeno
limita, il miraggio di un’ascesa so-
ciale. Pertanto, Dalla Zuanna vede
in loro “i nuovi ragazzi di Barbiana”,