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ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
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e corrette sul mondo dei Rom e dei
Sinti, una rivisitazione della fiaba di
Cappuccetto Rosso (anzi, della fiaba
del lupo) e numerosi disegni, molto
curiosi, in cui Cappuccetto Rosso e il
Lupo cambiano le proprie caratteristi-
che in base al paese in cui si trovano.
I bambini che hanno conosciuto
Cappuccetto Rosso si sono poi incon-
trati nello spazio virtuale messo a di-
sposizione da Trool.
I RISULTATI E ALCUNE
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
Già a partire dal primo incontro,
quando veniva chiesto ai bambini
di scambiare alcune riflessioni ed
esperienze sull'integrazione e sulla
diversità, è stato possibile constata-
re come alla base delle loro convin-
zioni vi fosse un semplice, ma ben
radicato, processo di generalizza-
zione nei confronti delle idee sulle
comunità diverse da quella di ap-
partenenza.
I pensieri che verbalizzavano trae-
vano spesso origine dalla mancanza
di conoscenze reali e dalla difficol-
tà di effettuare un confronto con i
propri usi e costumi. A tale propo-
sito, è bastato chiedere a ragazzi
provenienti da altri Paesi di narrare
le proprie esperienze e condurre i
compagni lungo un confronto non
discriminante per far loro compren-
dere che spesso molti valori sono
condivisi anche fra popoli differenti
e che la diversità può essere davve-
ro vissuta come fattore arricchente
e da valorizzare nella propria quoti-
dianità. L'efficacia di questo proget-
to e l'apprendimento di una cultura
di tolleranza nascono proprio dal
coraggio di questi ragazzi di metter-
si in gioco e di accogliere la possibi-
lità di rivedere le proprie concezioni
anche se, spesso, cambiare idea può
risultare difficile e faticoso.
In particolar modo, con alcuni di
loro, si è lavorato sulla capacità di
guardare agli avvenimenti indicati
nelle notizie di cronaca non come
ad episodi pregiudizievoli per l'inte-
ra comunità di appartenenza del reo
(molti ragazzi, infatti, hanno ricono-
sciuto che spesso sono le persone
italiane a commettere dei crimini e
che non per questo tutti gli italiani
sono considerati dei criminali: per-
ché, allora, tale ragionamento non
può valere anche per gli apparte-
nenti alle comunità Rom?).
Attraverso l'utilizzo degli strumenti
già presentati i ragazzi hanno com-
preso il significato di concetti come
diversità culturale, cittadinanza e
guerra; di cosa significhino l'esclu-
sione e la discriminazione in un
contesto democratico; che bisogna
possedere le giuste informazioni pri-
ma di giudicare e che è necessario ri-
flettere attentamente e attivamente,
operando dei confronti con la pro-
pria cultura di appartenenza prima
di produrre qualsiasi giudizio.
In fase di discussione sul come
operare per raggiungere gli obiet-
tivi poi fissati, si è anche indivi-
duata la possibilità di coinvolgere
i genitori dei ragazzi partecipanti
al progetto attraverso un uso at-
tivo del sito
, il quale
prevede un accesso preferenziale
proprio per questi gruppi di perso-
ne che desiderano essere coinvolti
dall’esplorazione che i figli fanno di
Internet. Il portale, infatti, poteva
svolgere il ruolo di collegamento
fra studenti e adulti in questo pro-
getto di tolleranza e comprensio-
ne della diversità, diventando così
utile facilitatore del confronto fra i
ragazzi e i propri genitori. Purtrop-
po però, non è stato possibile rea-
lizzare questa fase del progetto. La
possibilità, offerta dalle scuole, re-
lativamente all’utilizzo delle aule di
informatica è stata piuttosto scarsa:
da un lato per l’assenza materiale di
computer, dall’altra per la mancan-
za di operatori scolastici preparati
al loro utilizzo. Tali difficoltà hanno
poi reso difficile il coinvolgimento
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