QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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prattutto a fattori biologici e di tem-
peramento, con determinati eventi
di vita e con adulti significativi, che
condizionerà l’articolazione della
sua crescita psicologica (Di Blasio,
1995). Gli adulti significativi avran-
no il compito di aiutarlo ad affron-
tare concretamente i problemi e di
acquisire le risorse interne che per-
mettono di reagire ai traumi. In par-
ticolare è determinante che l’adulto
attraverso l’accudimento abbia fa-
vorito un attaccamento sicuro nel
bambino, ovvero che abbia svolto
la funzione che Bowlby (1988) ri-
assume con “[…] fornire una base
sicura da cui un bambino o un ado-
lescente possa partire per affacciar-
si al mondo esterno e a cui possa
ritornare sapendo per certo che
sarà il benvenuto, nutrito sul piano
fisico ed emotivo, confortato se tri-
ste, rassicurato se spaventato. In so-
stanza questo ruolo consiste nell’es-
sere disponibili, pronti a rispondere
quando chiamati in causa, per inco-
raggiare e dare assistenza, ma inter-
venendo attivamente solo quando
è chiaramente necessario„.
La resilienza non è una qualità
dell’individuo, ma un divenire che
inserisce lo sviluppo della persona
in un contesto culturale e di rela-
zioni; è quindi l’evoluzione della
persona ad essere resiliente più che
l’individuo in sé. La possibilità di in-
contrare adulti significativi che con-
tribuiscono ad un’evoluzione posi-
tiva è aperta durante tutta la vita,
anche malgrado le esperienze ne-
gative precoci o pattern di relazio-
ne negativi con le figure primarie di
attaccamento. Un valido fattore di
resilienza è infatti la socializzazione,
intesa come possibilità di instaura-
re diversi legami affettivi, in quanto
più numerose sono le persone su
cui poter contare più elevate sono
le possibilità di successo nell’affron-
tare le difficoltà.
Il bambino/adolescente è inserito
all’interno di un sistema relazionale
dove i membri delle relazioni sono
considerati elementi attivi, che si
influenzano a vicenda e che sono a
loro volta influenzati dai contesti più
ampi di appartenenza (fig. 1. tratta
da Pianta, 2001). La relazione alun-
Figura 1