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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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L’applicazione di un adattamento
recente di questo strumento (Pombe-
ni e Chiesa, 2008), articolato nelle di-
mensioni di
Analisi critica della propria
storia formativa e lavorativa, Valutazio-
ne delle risorse personali, Conoscenza
delle opportunità formative e lavora-
tive, Apertura alle nuove esperienze,
Progettazione di un piano di sviluppo di
carriera
, ha rilevatochementreallade-
finizione della soddisfazione generale
per l’esperienza realizzata concorro-
no tutte queste dimensioni, solo l’ac-
crescimento della ‘Conoscenza delle
opportunità formative e lavorative
e il progresso nella ‘Progettazione di
un piano di sviluppo di carriera’ sono
in grado di innalzare la percezione di
utilità del percorso rispetto al proprio
futuro professionale.
Ciò significa che il cliente/utente ri-
tiene che la consulenza orientativa sia
un’esperienza utile nella misura in cui
riesce a potenziare la conoscenza del
contesto formativo e lavorativo e aiuti
a chiarire il proprio progetto profes-
sionale. Quest’ultimo aspetto è parti-
colarmente importante perché coinci-
de con il fine ultimo della consulenza
che è quello del sostegno alla proget-
tualità. Ciò che il cliente/utente sotto-
valuta, riguarda l’utilità delle attività di
potenziamento della consapevolezza
di sé e delle proprie risorse.
Naturalmente, il limite principale di
questi risultati consiste nel fatto che
gli apprendimenti vengono valutati
ex post
dal cliente/utente, e non attra-
verso la misura dello scarto tra capa-
cità misurate prima dell’intervento e
capacità rilevate dopo l’intervento.
CONCLUSIONI
Concludendo, appare utile ribadire
la necessità all’interno del sistema dei
servizi di orientamento di un serio in-
vestimento nella valutazione.
Le attività di valutazione non devo-
no infatti essere vissute dagli attori del
sistema, come imposizione esterna
finalizzata al controllo, bensì devono
essere sfruttate come occasioni di ri-
flessione sulla propria attività e quindi
come opportunità di crescita e ap-
prendimento professionali.
Allo stesso modo, il raggiungi-
mento di un accordo circa gli stan-
dard di qualità dei servizi appare
non solo una garanzia per i cittadini
che si servono del servizio, ma può
diventare anche uno strumento di
definizione e tutela della
professio-
nalità
di coloro che lavorano all’in-
terno dei servizi di orientamento.
Perché la valutazione sia uno stru-
mento e non lo scopo, nella fase di
progettazione occorre tenere pre-
sente le diverse finalità che possono
essere raggiunte: dal punto di vista
del
counselor
la valutazione può infatti
essere utilizzata come uno strumento
di monitoraggio del proprio operato
e dei progressi del cliente/utente; dal
punto di vista organizzativo, la valuta-
zione può svolgere funzione di moni-
toraggio dei servizi; dal punto di vista
politico, la valutazione ha funzione di
rendicontazione e guida delle scelte
future e, non per ultimo, dal punto di
vista dell’utente la valutazione è ga-
ranzia della qualità del servizio.
Ė auspicabile quindi che la valuta-
zione assuma la forma di
sistema nel
sistema
dei servizi di orientamento,
per garantire la continuità e il coor-
dinamento delle attività.
All’interno di questa cornice, la
valutazione di un servizio speciali-
stico quale quello della consulenza
orientativa, deve svilupparsi pro-
seguendo nella definizione degli
outcomes
, ma anche allargando la
propria attenzione al processo. Si
potrebbe dire, infatti, che se già
differenti prove sono state raccol-
te circa l’efficacia della consulenza,
ancora largamente inesplorata è la
valutazione del processo, ovvero
delle modalità di svolgimento del
percorso di consulenza che renda-
no questo più efficace.
Rita Chiesa
Università di Bologna
Consulente Ce. Trans
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