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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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IL MIO PRIMO TRAGUARDO:
UNO STUDIO EFFICACE
Elvira Ebraico, Giuliana Grammatica
L’IMPORTANZA DELLA COOPERAZIONE
PREMESSA
Da alcuni anni, tra gli alunni del
biennio, il nostro Istituto ha
visto aumentare i casi di disagio
scolastico; per cercare di argi-
narlo attraverso efficaci stra-
tegie, un gruppo di insegnanti,
guidato da una psicologa esperta
dell’orientamento scolastico, alla
fine
dell’anno
scolastico
2005/2006 ha partecipato ad
una serie di incontri al fine di ri-
flettere sulle cause degli insuc-
cessi, dopo aver analizzato le si-
tuazioni presenti nella nostra
scuola:
- Particolari difficoltà nel pas-
saggio dalla scuola media infe-
riore a quella superiore veni-
vano causate da un non sempre
adeguato raccordo didattico
- I contesti familiari erano
sempre più problematici ri-
spetto al passato
- La composizione delle classi ri-
sultava sempre più eterogenea.
A quel punto il gruppo ha ini-
ziato a pensare di limitare il
raggio di azione intervenendo
sulla prima causa di disagio: le
difficoltà dovute al passaggio
dalla scuola media all’ordine
scolastico superiore.
Dal momento che gli utenti del
biennio della scuola superiore di
secondo grado appartengono ad
una fascia di età delicata qual è
quella adolescenziale, in cui è
particolarmente
importante
commisurare efficaci strategie
d’insegnamento alle modalità e
ai processi di apprendimento
degli allievi, è risultato fonda-
mentale porsi i seguenti quesiti:
1) Come stimolare la motiva-
zione allo studio?
2) Quali ambienti formativi pre-
disporre?
3) Quali metodi di studio sugge-
rire per favorire l’apprendi-
mento?
Cercando le risposte, ha comin-
ciato a prendere vita un progetto
organico che coinvolgesse non
solo gli allievi delle classi prime
di tutto l’Istituto, ma anche i
loro genitori ed i componenti
dei singoli Consigli di classe.
LA DEFINIZIONE DEL
PROGETTO
Consapevoli innanzitutto del
fatto che i giovani tendono ad at-
tribuire a cause esterne il motivo
del proprio successo o insuc-
cesso, i docenti si sono proposti
di farli riflettere sul fatto che un
compito è sempre il risultato del-
l’impegno profuso nella prepara-
zione dello stesso; cioè il risul-
tato soddisfacente o meno non è
imputabile né alla facilità o diffi-
coltà dello stesso, né alla casua-
lità, né tanto meno alla genero-
sità del docente, come invece
spesso l’alunno è portato a cre-
dere.
Si sono proposti inoltre di impe-
gnarsi nella costruzione dell’au-
tostima dell’allievo facendogli
capire che un elaborato, anche se
non completamente soddisfa-
cente, presenta sempre aspetti e
passaggi positivi. L’insegnante,
infatti, nella restituzione di un
elaborato, dovrebbe:
- mettere in evidenza i punti di
forza emersi
- analizzare gli aspetti deboli
dello stesso
- suggerire modalità per il recu-
pero.
Si è capito infine, che non si sa-
rebbero ottenuti risultati senza
puntare l’attenzione alla motiva-
zione allo studio.
Molti ragazzi infatti, sembrano
aver perso completamente l’inte-
resse per la scuola e pur posse-
dendo spesso abilità assoluta-
mente nella norma e pur in
grado di capire e studiare con ef-
ficacia, non si applicano, non si
impegnano, non si interessano:
cioè non scatta in loro la motiva-
zione, la molla che consente di
raggiungere le mete.
Gli insegnanti hanno compreso
che dovevano far capire agli
alunni la differenza sostanziale
che esiste tra motivazione
estrinseca ed intrinseca.
1
I
premi, le lodi, gli incentivi, sono
esempi di motivazione estrin-
seca, mentre sono la curiosità, il
desiderio di sentirsi competenti
molto importante il
ruolo dei genitori che
devono collaborare con
gli insegnanti; a loro
volta i docenti devono
aiutare gli studenti, a
raggiungere gli obiettivi
di apprendimento e a
creare un clima
scolastico favorevole, in
cui abbia prevalenza la
cooperazione e non la
mera competizione
È