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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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RAGAZZI A SCUOLA:
Maria Laura Di Fabio
UN PROGETTO PER AIUTARE I RAGAZZI
A CONOSCERSI E SPERIMENTARSI
Convinti che non c’è apprendi-
mento se non ci sono coinvolgi-
mento, emozioni, interesse e moti-
vazione, quattro insegnanti della
Scuola Media “P. P. Pasolini”
hanno cercato di attuare labora-
tori che da una parte ponessero la
relazione umana alla base di ogni
intervento educativo, dall’altra
proponessero attraverso il gioco
strategie di costruzione di compe-
tenze.
Il progetto, che verrà di seguito de-
scritto, è nato, infatti, come tenta-
tivo di risposta ad una situazione
sempre più frequente nella nostra
scuola, dove alcuni alunni, soprat-
tutto stranieri, “irrompono” nel
corso d’anno e altri, non riu-
scendo a inserirsi, diventano il
“caso” all’interno della classe di-
sturbando o chiudendosi in se
stessi in una sorta di noia apatica,
anticamera dell’abbandono…
Dal confronto tra i quattro inse-
gnanti di discipline diverse (let-
tere, scienze matematiche, tecno-
logia e lingua straniera), dall’ana-
lisi delle situazioni concrete che
avevamo sotto gli occhi ci si è su-
bito convinti che occorreva ren-
dere il ragazzo
consapevole
di sé e
delle sue capacità, aiutandolo a co-
struire la sua autostima attraverso
un percorso guidato. Ci si è resi
conto altresì che occorreva dargli i
mezzi e le occasioni per
provarsi e
acquisire
, anche attraverso moda-
lità diverse dal resto dei suoi com-
pagni, quelle competenze che sem-
brava non avere.
Ci si è mossi, dunque, su due
fronti:
- quello della conoscenza di sé
- quello del recupero di compe-
tenze.
E’ nata così l’idea di creare labora-
tori sulle emozioni, sul “narrarsi”,
ma anche sui giochi di logica, sulla
manualità e sulla catalogazione e
ristrutturazione del laboratorio
scientifico della scuola.
Il progetto è stato presentato al Di-
rigente scolastico per identificare i
docenti da coinvolgere; sono stati
contattati diversi insegnanti, ma
non si è avuto una grande ade-
sione; nonostante ciò non ci si è
persi d’animo e si è cercato di at-
tuare quanto era stato pensato.
E’ stato individuato il gruppo degli
allievi cui destinare l’intervento:
erano ragazzi di prima e seconda
media poco motivati allo studio,
quindi con scarsi risultati. Inoltre
ci si è resi subito conto che il mag-
gior numero di loro era in qualche
modo segnalato ai servizi sociali
del Comune, per cui sono stati
presi contatti prima con l’Asses-
sore alle Politiche Sociali poi con
gli assistenti sociali interessati. Se-
guiti o no, si trattava di ragazzi ita-
liani e stranieri con alle spalle pro-
blematiche e vissuti diversi.
Spesso si trattava di ragazzi la-
sciati molto soli per gran parte
della giornata, senza un adulto di
riferimento o che, più semplice-
mente, li aiutasse a dare un senso
a ciò che stavano facendo a scuola
o li aiutasse a comprendere ciò che
poteva presentare difficoltà.
Alla fine di febbraio sono iniziati i
laboratori:
- “Giochi di logica”
- “La geometria attraverso la tec-
nica di costruzione di solidi e fi-
gure piane”
- “Conosco e do nome alle mie
emozioni”
Non è stato possibile svolgere l’at-
tività interamente in ambito curri-
colare per l’impossibilità di tro-
vare tutti gli insegnanti dei singoli
alunni disposti a farli uscire dalla
classe, per cui si è dovuto interve-
nire anche nel pomeriggio e ciò ha
reso meno assidua la frequenza e,
quindi, più difficoltoso costruire il
gruppo.
In ogni caso i quattro insegnanti
hanno condotto ciascuno il pro-
prio laboratorio una volta la setti-
mana tra marzo e aprile: gli allievi
più assidui (cinque in ciascun la-
boratorio) sono stati entusiasti di
un modo diverso di apprendere.
Tra la fine di aprile e il mese di
maggio, per situazioni venutesi a
creare in due diverse classi,
sono stati proposti due interventi
di più incontri sulla conoscenza di
sé.
In particolare nella terza, dove si
era verificato un caso di bullismo,
non essendo insegnanti della
classe, le conduttrici dell’inter-
vento hanno pensato di interve-
nire partendo dalla visione di un
film di attivazione. Si trattava del
film di Francesca Archibugi “Mi-
gnon è partita”, definito da noi di
attivazione, perché ci era sem-
brato valido per aprire riflessioni
ttraverso l’attività
laboratoriale i
ragazzi scoprono che:
“io divento l’altro
per chi mi sta vicino;
ho, quindi, un doppio
ruolo; ho bisogno di
confrontarmi e non
rimanere chiuso
in me”.
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