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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Libri • la recensione
Borys Cyrulnik
I BRUTTI ANATROCCOLI
LE PAURE CHE CI AIUTANO A CRESCERE
Edizioni Frassinelli, 2002
pag. XVII - 243
€
15,00
Si potrebbe dire che da sempre psi-
cologi, psichiatri e studiosi della ‘psi’ si
sono interessati a ricercare e descri-
vere le ferite e le lacerazioni, nonché
le cicatrici che rimangono nell’animo
umano, per aver vissuto in prima per-
sona significative esperienze trauma-
tiche.Vi è,di conseguenza,ampia let-
teratura sugli effetti dei lutti, delle
separazioni, dei traumi, delle perdite
subite, dei maltrattamenti e delle vio-
lenze che possono colpire un indivi-
duo lungo la vita, bambino, adole-
scente o adulto che sia. Merito del
libro di Cyrulnik, (psicoterapeuta fran-
cese, docente all’Università di
Tolone), è quello di descrivere, attra-
verso storie vere e toccanti, come si
può anche ‘resistere’ agli insulti e ai
traumi della vita. Come si può attra-
versare drammi inenarrabili rimanen-
do indenni, o comunque mantenen-
do inalterata, anche se provata, la
propria capacità di reagire agli even-
ti traumatici.Tale capacità viene defi-
nita da Cyrulnik “resilienza”. Il termine
“resilienza” è stato mutuato dalla fisi-
ca ed è quella capacità, quella forza
interna, che permette all’individuo di
vivere, di svilupparsi positivamente e
in maniera socialmente adeguata,
nonostante abbia subito un evento
traumatico generalmente dagli esiti
negativi. Nel momento del trauma
ciò che è percepibile è solo la ferita,
la lacerazione e il dolore presente
nell’animo e nella ‘pelle’ di chi lo ha
subito. Di resilienza si potrà parlarne
solo in un tempo successivo, quando
l’adulto,dopo aver riparato la lacera-
zione riprenderà a vivere. Questo
lavoro di riparazione e suturazione
delle ferite avviene attraverso il rico-
noscimento del trauma infantile su-
bìto. Trauma che non muta nella sua
sostanza storica ma muta nella rap-
presentazione che esso ha dentro di
noi.Essere resilienti non vuol dire solo e
semplicisticamente imparare a ‘resi-
stere’,ma,soprattutto,imparare a rivi-
vere, imparare a reagire alle avversi-
tà. Nell’ampia casistica riportata dal-
l’autore vi è uno scorrere di storie di
violenze: storie di bambini che hanno
subito lutti precoci,abbandoni e mal-
trattamenti, violenze sessuali e prota-
gonisti di azioni di guerra. Un’umanità
spesso dimenticata che trova, grazie
alla penna di Cyrulnik, una ‘voce’ per
potersi narrare, per raccontare dei
propri traumi, dei propri dolori. Eppure
nonostante la drammaticità del nar-
rato, l’autore riesce a cogliere, in
ognuno di questi bambini, la scintilla
che dentro di loro brilla ancora, quel
frammento di ‘resilienza’ che permet-
terà loro di ricostruire una speranza e
un progetto di vita.
Secondo Cyrulnik quattro sono gli
elementi su cui si basa la possibilità di
costruirsi una buona capacità di
“resilienza”: una salvaguardata di-
mensione biologica; una realtà psi-
cologica basata su relazioni umane
stabili e sicure, nonché sugli affetti ad
essa correlati; l’esistenza di una
dimensione sociologica ove la perso-
na si riconosca e si identifichi; ed infi-
ne una dimensione legata agli stili
educativi.
Ma oltre a tali elementi Cyrulnik
segnala con forza la presenza cru-
ciale di un quinto fattore: la creativi-
tà. È la creatività che dà alla perso-
na la possibilità di descrivere l’indici-
bile attraverso l’atto artistico, l’atto
creativo. A tal proposito scrive
Cyrulnik: “La principale arma per
affrontare l’avversità è la fantasia.
L’aspetto ripetitivo delle riproduzioni
artistiche rappresenta un allena-
mento, una sorta di esperienza che
permette di integrare il trauma, di
digerire la sofferenza rendendola
familiare, una volta trasformata, per-
sino sopportabile”.
Atto creativo,rielaborazione del trau-
ma e resilienza sono tre elementi in
costante ricerca di integrazione.
Nell’ultima parte del testo vengono
riportati, in maniera accattivante,
brevi descrizioni di personaggi famo-
si in cui questo connubio ha sortito
risultati‘geniali’: si apprende così che
Freud, Joyce, Pascal, Proust e Victor
Hugo crearono le loro opere signifi-
cative solo dopo la morte del padre;
la perdita dei genitori e le separazio-
ni precoci, hanno segnato le vite
della Callas, Balzac, Dumas, Dante,
Tolstoj, Kipling; invece Lord Byron,
Virginia Woolf,Hemingway,Van Gogh
e Schumann hanno avuto la loro vita
segnata pesantemente da legami
familiari patologici e a volte psichia-
trici. Nonostante ciò sono riusciti,
attraverso atti creativi a ‘salvarsi’ dal
buio della psicopatologia, dando
nuovo corso e direzione alla propria
esistenza. Cyrulnik, attraverso il suo
libro, propone un’etica che si schiera
contro la rassegnazione alla fatalità
del dolore,sia del singolo,sia delle isti-
tuzioni. Si può reagire alla chiusura
nella sofferenza, alla percezione del-
l’ineluttabile del negativo. È compito
e dovere di tutti aiutare i “brutti ana-
troccoli” a trasformarsi in cigni, cosa
non facile ma possibile.
Valentino Gastini