ma di contenuti da proporre, ma
a perfezionare le modalità di ap-
prendimento su informazioni so-
lo apparentemente certe. “
Cosa
significa una testa ben piena è chia-
ro… Una testa ben fatta significa
che, invece di accumulare il sapere, è
molto più importante disporre allo
stesso tempo di:
- un’attitudine generale a porre e
trattare problemi;
- principi organizzatori che permet-
tano di collegare i saperi e di dar loro
senso”.
(E. Morin, 2000
“La testa
ben fatta”,
Milano, Raffaello Cor-
tina”). Il ricco repertorio di mo-
delli “semplici” e di successo
offerti dai mezzi di comunicazio-
ne di massa ha spesso dato l’im-
pressione che tutto sia possibile e
facile da raggiungere da parte
delle nuove generazioni. Nella
scelta degli itinerari scolastici e
lavorativi da intraprendere non
c’è piena consapevolezza delle
difficoltà da superare, né si acce-
de facilmente ad informazioni
corrette per effettuare scelte
ragionate. Esplorare con curiosità
e genuino spirito di ricerca le
professioni dei propri familiari è
un’opportunità utile e preziosa
per i ragazzi in giovane età.
CONOSCERE
PER DIVENTARE
Il progetto scolastico Comenius
“CONOSCERE PER DIVENTA-
RE: professioni e mestieri di ieri,
oggi e domani”
intende ricercare i
modelli da seguire in futuro sia
nelle realtà vicine, e spesso non
adeguatamente apprezzate, sia in
ambito europeo. Con l’ulteriore
allargamento della U.E. a nuovi
stati membri si rende necessaria
la sensibilizzazione degli studen-
64
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
■
26
Inf orma
ti verso inediti modelli culturali,
in passato trascurati perché rite-
nuti “lontani”. Assume quindi
valore educativo irrinunciabile
imparare a conoscere alcune sem-
plici caratteristiche del mondo
del lavoro e delle professioni in
prospettiva transnazionale, in
quanto mobilita le conoscenze,
sensibilizza al dialogo intercultu-
rale e rimuove i pregiudizi. Ha
valore il
processo
che si intende
promuovere, lo
scambio di materia-
le autentico tra pari
con l’uso delle
nuove tecnologie dell’informa-
zione e della comunicazione.
Altrettanto interessante è risulta-
ta la pianificazione collaborativa
attuata con i docenti referenti dei
diversi paesi europei, realizzata
nei due incontri di progetto a
Malta e in Italia. Si sono identifi-
cati dei
prodotti finali
da realizza-
re: un
calendario europeo delle pro-
fessioni del passato
in cui ciascuno
dei sei stati proporrà due profes-
sioni significative, corredate da
disegni e da una scheda riassunti-
va dei mestieri prescelti elaborata
dagli studenti stessi. Un CD Rom
raccoglierà invece i risultati del-
l’indagine svolta sulle aspirazioni
professionali degli alunni all’ini-
zio della fase propedeutica del
progetto
“Cosa farò da grande?”.
Questo il titolo della rubrica ap-
pena avviata, ma che verrà ripre-
sa all’inizio di ogni percorso
annuale in quanto si prefigge di
documentare con disegni e isto-
grammi le scelte spontanee dei
ragazzi, eventuali cambiamenti
che si registreranno nel corso dei
lavori di ricerca. Un iniziale con-
fronto tra i risultati emersi in am-
bito europeo ha già suscitato
curiosità tra i docenti, anche se le
metodologie di raccolta dei dati
sono apparse imprecise in quanto
non sono state applicate puntuali
tecniche di rilevazione statistica
dei dati. Ci si è avvalsi anche del-
la consulenza della psicologa re-
sponsabile dell’orientamento sco-
lastico di Istituto, per un’analisi
ed un confronto sui dati emersi.
A sostegno della nostra iniziativa,
nutrita risulta la documentazione
del Consiglio dell’Unione Euro-
pea in merito al rafforzamento
delle politiche, dei sistemi e delle
prassi in materia di orientamento
in Europa. Si sottolinea la neces-
sità di assistere e sviluppare
“un’efficace autogestione” dei
percorsi di apprendimento in
quanto la mobilità occupazionale
e geografica dei cittadini europei
è ormai una certezza per i nostri
giovani. La creazione, seppur
sperimentale, di una rete coope-
rativa e volontaria di scuole che
opera sul tema delle professioni
ha lo scopo di avviare precoce-
mente gli studenti verso una ri-
flessione attenta e responsabile
sui modelli presentati da pari,
mediante uno scambio informati-
vo autentico. È evidente che l’u-
so delle T.I.C., (Tecnologie del-
l’Informazione e della Comuni-
cazione), imprescindibile nei pro-
getti a distanza, determina con-
dizioni professionali problemati-
che quando le tecnologie a dispo-
sizione non sono aggiornate o
appaiono inadeguate a gestire
processi complessi. Le stesse
competenze dei docenti coinvolti
nel percorso devono essere com-
plementari tra loro; le abilità lin-
guistiche non possono prescinde-
re da una spedita conoscenza
della lingua inglese, veicolare del
progetto, almeno da parte del
docente responsabile. Ma se con
un po’ di timore, certi degli affan-
ni futuri, compiliamo un modulo