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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
26
Libri • la recensione
così da poter far sperimentare, in
un ambiente protetto, una speci-
fica attività senza che questa
comporti conseguenze sul piano
pratico. Esso cerca pertanto di
superare il “modello classico”
fondato sulla sterile trasmissione
di saperi, attivando nei soggetti
processi di riflessione sui propri
progetti che vogliono mettere in
atto.
Il
Focus group
, sempre condotto
all’interno di un gruppo scelto di
soggetti, è uno strumento rapido
ed economico che consente di
innescare delle dinamiche di
gruppo, al fine di promuovere
una maggiore spontaneità e aper-
tura tra i partecipanti nel formar-
si delle proprie idee strutturate
per poi porle a confronto.
Giunti all’ultima parte della
prima sessione, gli autori ci pre-
sentano due modelli molto inno-
vativi, nati proprio dal bisogno di
stare al passo coi tempi e con una
società in continuo cambiamento.
Il primo, definito
Lezione parteci-
pata
, si riferisce al superamento
della classica lezione frontale
imperniata sostanzialmente sulla
trasmissione delle informazioni,
rivoluzionando la figura dell’in-
segnante detentore di quell’in-
combente “
spada di Damocle
” di
carattere valutativo, per un
modello che ruota invece attorno
agli allievi e all’apprendimento e
valorizza il gusto del sapere e la
motivazione. Il docente pertanto
assume la figura del regista/me-
diatore che condivide con i pro-
pri “alunni” sia le scelte formati-
ve sia le modalità di valutazione
dei risultati conseguiti.
Dal mondo della scuola e della
formazione si passa infine a quel-
lo imprenditoriale descrivendo,
attraverso una chiara e significa-
tiva metafora dell’equipaggio di
una nave, come la riuscita degli
obiettivi dipenderà molto dalla
conoscenza sulle condizioni ge-
nerali della barca, dell’equipag-
gio e del mare e dal livello di col-
laborazione tra i componenti,
considerando sempre le aspetta-
tive dei singoli, tenendo costante-
mente elevati i ritmi di attività
per prevenire stanchezza e de-
motivazione, evidenziando i pro-
gressi e celebrando i successi
ottenuti.
Passiamo così alla seconda parte
del volume. Come in precedenza
accennato, essa consta di una
serie di tecniche descritte distin-
tamente le une dalle altre nono-
stante siano costituite da una
variabile comune: la finalità. Non
si tratta solamente di conferire al
singolo un valore conoscitivo,
formativo e metariflessivo, ma di
migliorare anche le condizioni
esistenziali complessive dei citta-
dini intervenendo sulle questioni
problematiche interne alle comu-
nità stesse in base alle proprie
risorse disponibili e a quelle che
si possono attivare (
Analisi di
comunità
).
Gli autori quindi propongono i
Circoli di studio
come strumenti
che creano degli spazi di discus-
sione per una produzione di
sapere ed una rete di conoscenza
che permettano una crescita de-
mocratica e l’
Educazione tra pari
,
rivolto essenzialmente agli ado-
lescenti di uno specifico microsi-
stema affinché rinforzino la pro-
pria autonomia all’interno del
proprio gruppo e, conseguente-
mente possano autonomamente
costruire, realizzare e valutare
dei percorsi personalizzati per
prevenire il disagio socio-relazio-
nale.
Esso si focalizza sui processi
comunicativi anziché su quelli
educativi cercando di reinserire
la persona all’interno del proprio
gruppo di coetanei.
Vengono così presentati metodi
di analisi finalizzati allo studio di
comunità di appartenenza carat-
terizzati da un alto livello di
strutturazione (
Action planning
),
innovative forme di relazione tra
amministratori e cittadini (
Out-
reach
) e una progettazione territo-
riale partecipata sugli sviluppi
sostenibili delle città (
Planning for
real, European awareness scenario
workshop
).
Quale occasione migliore per
riflettere sulle diverse modalità
di intervento per il proprio be-
nessere e quello dell’intera comu-
nità?
E non solo, oltre alla serie molto
interessante di spunti innovativi
che possono alimentare un senso
di fiducia e di speranza per tutti
noi cittadini di una società che, di
fatto, ci rappresenta senza farci
partecipare, il testo è corredato
da schede operative ed esperien-
ze molto significative. Se una
persona riflette da sola rimane
solo un sogno, ma se sono tante
le persone che insieme riflettono
e intervengono il sogno si può
trasformare in una comunità.
Michela Querin
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