27
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
■
26
Orientamento e scuola
messaggio implicito del tipo “io
ti dico come tu sei fatto” con lo
svantaggio di dare poche infor-
mazioni su come fare per modifi-
care il proprio comportamento.
Una comunicazione assertiva ben
formata si compone invece delle
seguenti parti:
a. descrizione del comportamen-
to disturbante: “Quando tu
(per es.) ti alzi senza chieder il
permesso e giri per la classe)”;
b. descrizione delle conseguenze
concrete di tale comportamen-
to: “io (se è l’insegnante a par-
lare) perdo il filo del discorso e
vedo che anche gli altri si
distraggono”;
c. descrizione del vissuto emo-
zionale “e vado in confusio-
ne”.
La frase “quando ti alzi senza
chiedere il permesso e giri per la
classe, io perdo il filo del discor-
so, inoltre vedo che anche gli altri
si distraggono e vado in confu-
sione” ha il vantaggio di essere al
contempo chiara, descrittiva, em-
patica e rispettosa dell’altro. For-
nisce inoltre all’altro molte più
informazioni sul suo modo di fa-
re e sulle conseguenze che tale
comportamento può avere su di
lui (sul suo percorso di vita) o
sugli altri, dunque agevola mag-
giormente la possibilità di un
cambiamento.
Fasi del lavoro sulle regole:
• Spiegazione dell’importanza
delle regole in un gruppo o in
una comunità. Si può per es.
utilizzare come spunto la frase
di Rousseau ne
Il contratto
sociale
dove afferma: “Io rinun-
cio alla mia parte di libertà
assoluta, in modo che la mia
libertà sia limitata dalla tua
libertà, che è limitata dalla mia
libertà”; si può utilizzando,
tecniche di brainstorming, si-
mulare un Parlamento forma-
to da tutta la classe.
• Gli alunni poi si dividono in
gruppi di 4-5 ed hanno il com-
pito di definire al massimo
cinque regole che hanno co-
me obiettivo di far sì che il
tempo trascorso assieme in
classe sia costruttivo ed al con-
tempo rilassato e piacevole. Il
lavoro viene svolto dividendo
in due parti il foglio e scriven-
do per ogni regola i vantaggi
collettivi che ne potrebbero
derivare nel rispettarla. Le
regole dovranno essere espres-
se in positivo e usando la
forma personale del noi evi-
tando invece quella imperso-
nale per cui ad es: anziché scri-
vere: “Non bisogna fare confu-
sione” diremo: “Ascoltare la
lezione ci permette di impara-
re di più”. Usando la prima
modalità infatti, rischiamo di
far imprimere nella memoria
proprio le parole “fare confu-
sione” ed ottenere dunque l’ef-
fetto esattamente contrario.
• Le regole vengono poi raccolte
sulla lavagna ed ordinate in
base alle similitudini, in base
all’ampiezza, dividendo prin-
cipi generali da comportamen-
ti e convenzioni. In questa ma-
niera si delineano poche linee
guida generali (4 o 5 tra cui di
solito emergono l’ascolto, la
responsabilità, la collaborazio-
ne, il rispetto). Spesso, al fine
di agevolare il dialogo, qualo-
ra tale regola non emergesse
da se, aggiungo che in questa
aula evitiamo di giudicare i
nostri compagni, di ridicoliz-
zare e prendersi in giro; che
ognuno è libero di esprimersi
e che l’errore è ben accolto in
quanto senza sbagli difficil-
mente apprendiamo qualcosa
infatti o se tutti sapessero già
tutto non servirebbero gli inse-
gnanti per cui io sono là per
loro e soprattutto per i loro
errori.
• Ad ogni principio generale sa-
ranno associati i vantaggi per
il gruppo che ne derivano dal
rispettarlo ed i corrispondenti
comportamenti che ne indica-
no il rispetto (questo significa
chiedersi in che modo ascoltia-
mo l’insegnante, il compagno
ecc, in che modo rispettiamo
l’insegnante, il compagno, in
che modo possiamo collabora-
re, come facciamo a dimostrar-
ci responsabili).
• Formazione del cartellone “le
nostre regole” in cui verranno
sintetizzati: i principi generali
o linee guida, i vantaggi che ne
derivano, i comportamenti che
mi fanno sapere che sto rispet-
tando quanto stabilito.
• Feedback finale sul lavoro
svolto, sulle regole, sul come
fare se trascorso un po’ di tem-
po vogliamo modificare o ag-
giungere qualcosa a quanto
deciso.
2. Gioco dei colori
Obiettivi: Entrare in contatto,
ascoltare, dare voce e colore alle
emozioni attraverso la visualiz-
zazione iniziale, confrontare con
gli altri la differenza tra come io
mi sento e mi percepisco e come
invece mi vedono e percepiscono
gli altri, migliorare il livello di
contatto nel gruppo.
Fasi dell’attività:
• Visualizzazione del colore cor-
rispondente alla sensazione