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per il suo successo scolastico. In ef-
fetti certi comportamenti degli alun-
ni possono rappresentare segni di
sofferenza e difficoltà di inserimento
nella comunità scolastica. Ma co-
me può l’insegnante comprendere
il loro vero significato se è privo del-
le conoscenze che possono facilita-
re la comprensione delle dinamiche
affettive, se è quindi incapace di
identificare i caratteri e le funzioni
degli stati affettivi? Oggi infatti l’in-
segnante, specie delle scuole me-
die e superiori, non riceve questo ti-
po di preparazione e la famosa
équipe psico-medico-pedagogica
è rimasta soltanto un sogno.
IL PROBLEMA
DELLE DISGRAFIE
L’aumento delle sopra accennate
difficoltà dei giovani lo si percepisce
chiaramente dal numero sempre
più elevato delle cosiddette “di-
sgrafie” o, più opportunamente,
delle scritture deformate e destrut-
turate, sovente decisamente illeggi-
bili, da loro usate. Nella maggioran-
za dei casi, non si tratta di disgrafie,
(termine riservato a grafie alterate a
causa di difficoltà o turbe grafomo-
torie dello scrivente, derivate da
gravi patologie), ma di “brutte scrit-
ture”, dovute a negligenza od a
una cattiva impostazione o ancora
a lievi disturbi della personalità, fre-
quenti nei bambini, come ad esem-
pio la timidezza e l’ansia, l’ipersensi-
bilità e l’irrequietezza. Disturbi che il
grafologo sa immediatamente per-
cepire dalla scrittura.
Dalla constatazione del dilagare
di queste “brutte scritture” alcuni
operatori dell’istituto, specializzati
in grafopedagogia, hanno voluto
fondare, in seno allo stesso istituto,
un “Centro per la rieducazione del-
la scrittura”, dove vengono svolti
Spazio aperto
Le statistiche ci offrono continue in-
dicazioni di disagio, che coinvolge
fasce di età sempre più precoci. Au-
menta, ad esempio, nei bambini la
sensazione di disorientamento nei
primi giorni di scuola, che un tempo
si superava rapidamente ma oggi,
per la difficoltà di comunicazione
che i bambini anche tra di loro han-
no, ingenera con facilità un rifiuto
verso gli altri che può spingere alla
emarginazione, ad ingiustificate
preoccupazioni per il futuro, alla
sensazione dolorosa per il proprio
stato; quindi a tipiche caratteristi-
che del comportamento ansioso,
ma che potrebbero anche produrre
disturbi nella condotta, interpretabi-
li erroneamente dagli insegnanti co-
me difficoltà intellettive o turbe ca-
ratteriali, con serio pregiudizio per lo
sviluppo psichico del ragazzo e pure
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Carlo Bevilacqua,
Portatrici di lana,
1970 ca.
1...,33,34,35,36,37,38,39,40,41,42 44,45,46,47,48,49,50,51,52,53,...81
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