Informa
opportunità scolastiche e professio-
nali esistenti, nonché a stimolare la
capacità di prendere decisioni in
modo autonomo e responsabile.
Nello stesso Piano devono essere
ben declinati anche i ruoli, gli obiet-
tivi, le attività specifiche e le moda-
lità valutative dell’orientamento al-
l’interno dell’istituto.
Il Piano di Azione Tutoriale si riferi-
sce invece alla progettazione, alla
messa a punto e alla valutazione
dell’attività concreta di ogni inse-
gnante-tutor di classe, all’attività
di tutoraggio/accompagnamento
dello studente lungo il suo iter for-
mativo, alla progettazione e alla
valutazione delle attività. L’artico-
lo 22.3 della LOGSE stabilisce, inol-
tre, che gli alunni al termine della
scuola secondaria obbligatoria
(16 anni) ricevano, insieme all’at-
testato di valutazione scolastica,
una proposta d’orientamento di ti-
po educativo e professionale. Tale
indicazione, pur non avendo un
valore ufficiale, costituisce uno
strumento di particolare rilevanza
per l’alunno in quanto nasce dalla
considerazione e riflessione delle
sue aspettative, capacità, interes-
si e possibilità.
L’orientamento scolastico e profes-
sionale è previsto anche dopo l’in-
segnamento secondario obbligato-
rio (Eso) e si centra, nel Bachillerato,
sui tre aspetti prima segnalati, nei ci-
cli formativi di formazione professio-
nale, sull’insegnamento di una ma-
teria trasversale denominata “For-
mazione ed orientamento lavorati-
vo”, istituita dalla Logse per facilita-
re il processo di auto-orientamento
e l’inserimento sociale e lavorativo
dell’alunno.
A questa normativa ha fatto segui-
to la Legge Organica per la Qua-
lità dell’Educazione (LOCE) pro-
mulgata nel 2002. Le finalità da
perseguire indicate dalla LOCE ri-
guardano diversi ambiti, tra cui la
necessità di ridurre gli alti tassi
d’abbandono della Scuola Secon-
daria Obbligatoria, di migliorare il
livello medio delle conoscenze de-
gli alunni, universalizzare l’educa-
zione, prestare più attenzione alla
prima infanzia e all’educazione
degli adulti e favorire l’integrazio-
ne educativa e sociale degli alun-
ni stranieri a scuola. Si propone,
pertanto, di rafforzare un sistema
che migliori il livello di qualità ge-
nerale di tutto il percorso scolasti-
co, partendo dall’educazione in-
fantile a quella post-obbligatoria.
Infine, questa normativa ribadisce
il concetto di autonomia, non solo
economica e finanziaria dei centri
educativi, ma anche organizzati-
va e pedagogica. Il tema della
qualità dell’educazione è stretta-
mente legato a quello di una valu-
tazione oggettiva di un efficace
orientamento, che come esplicita-
to nella stessa norma, costituisce
un diritto di ogni studente (Grimal-
di, 2003a).
L’ORIENTAMENTO
UNIVERSITARIO
Un’analoga attenzione alle azioni
di orientamento, identificate pre-
valentemente nelle funzioni di tu-
torato e di counselling, si ritrova
nel sistema universitario come ben
espresso nella pubblicazione della
Relazione Universitaria 2000, sull’e-
ducazione superiore in Spagna,
più noto come "Informe Bricall"
(Josef M. Bricall, 2000). Qui, oltre
ad essere enfatizzata la dimensio-
ne tutoriale dell’insegnante, che
deve sostenere lo studente duran-
te il suo percorso universitario e
monitorare le fasi più rilevanti, è
prevista un’attività di tipo consu-
lenziale che si esplica in un coun-
selling all’ingresso, un sostegno in
caso di crisi o difficoltà particolari,
un counselling e supporto allo svi-
luppo formativo e un orientamen-
to professionale. Le attività d'infor-
mazione e di orientamento diven-
tano dunque fondamentali, sia
per lo studente nel corso del suo
iter formativo universitario, sia per
l'insegnante, la cui funzione di do-
cenza passa in secondo piano
(Benavent, 2002).
Al report Bricall fa seguito la Legge
Organica delle Università (LOU) ero-
gata nel 2001, la quale non ripropo-
ne la stessa enfasi sull’informazione
e l’orientamento. La normativa pre-
vede soltanto che gli studenti acce-
dano alle informazioni sulle attività
universitarie che li riguardano e rice-
vano consulenza e sostegno (Boe,
2001). Ciò non significa che non si
svolgano azioni di orientamento di-
versificate, ma questa scelta viene
lasciata alle singole università che
determinano le proprie politiche e
azioni d’orientamento, definendo,
in piena autonomia, l’importanza e
le risorse da destinare all’orienta-
mento.
L’ORIENTAMENTO
PROFESSIONALE
La Legge Organica 5/2002 del 19
giugno sulle Qualifiche e la Forma-
zione Professionale dispone l’ordina-
mento di un sistema integrale di for-
mazione professionale, qualifiche e
attestato, che deve rispondere con
efficacia e trasparenza alle doman-
de sociali ed economiche attraver-
so le diverse modalità formative.
L’obiettivo della normativa è quello
di favorire l’inserimento lavorativo
attraverso due linee di azione: aiu-
tare le persone a riconoscere le pro-
prie competenze e fornire loro infor-
mazioni sulle diverse opportunità di
formazione e lavoro. In particolare,
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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