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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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vuta alla conflittualità familiare che
si instaura nel momento della sepa-
razione o del divorzio. Il mio inten-
to non mirava a riavvicinare le cop-
pie (ognuno ha ovviamente il diritto
a gestire la propria vita), ma ad in-
tervenire affinché la separazione
non debba influire sulla crescita del
bambino e sul suo diritto ad uno
sviluppo armonico, che potrebbe
essere compromesso dal perdurare
del conflitto.
Per affrontare questo primo tema ho
pensato di proporre un corso prope-
deutico di formazione sulla media-
zione sistemica familiare. E’ mia
convinzione che i conflitti familiari
si possano superare raggiungendo
accordi concreti e stabili sulle prin-
cipali decisioni che riguardano ge-
nitori e figli: divisione dei beni, affi-
damento, educazione, periodi di vi-
sita, gestione del tempo libero, per-
corso scolastico. Sono proprio tali
aspetti, infatti, che ostacolano il
processo di separazione divenendo
terreno di scontro. Nel conflitto fa-
miliare la mediazione è un valido
strumento di supporto per aiutare la
coppia ad elaborare la fine del pro-
prio rapporto e, nello stesso tempo,
rafforzare la competenza genitoria-
le, per assolvere correttamente la
fondamentale funzione di educare i
figli, permettendo la loro crescita
armoniosa.
Possiamo considerare la mediazio-
ne un metodo per educare alla pa-
ce, per insegnare ai bambini, sin
dalla più tenera età, le piccole tec-
niche necessarie per non accendere
i conflitti interpersonali e imparare
così a costruirsi la pace. Analoga in-
terpretazione ci prospetta, con mae-
stria, il dottor Marco Vinicio Maso-
ni, che introduce la mediazione an-
che tra insegnante e alunno, come
soluzione alle numerose situazioni
problematiche presenti nella scuola
e strategia di un cambiamento che
potrà migliorare la qualità della vita
del ragazzo.
Nasce così il progetto
Il diritto al-
la felicità –
Il benessere familiare
quale garanzia per una crescita ar-
moniosa del bambino, un percorso
propedeutico di formazione alla
mediazione familiare, della durata
di 50 ore, attuato nei quattro capo-
luoghi di provincia, per operatori
socio-sanitari e docenti. È stato un
momento di discussione che ha
permesso a tutti gli operatori del
settore di ricevere, contempora-
neamente su tutto il territorio re-
gionale, le stesse informazioni,
estese anche a Tribunali ed avvoca-
ti nella giornata conclusiva, di ta-
glio psicologico-forense, tenutasi a
Trieste. Il mio auspicio è che la Re-
gione stessa possa al più presto
promuovere corsi specifici per me-
diatori familiari, in linea con l’U-
nione Europea, in considerazione
del fatto che il Friuli-Venezia Giu-
lia è ai primi posti nelle statistiche
nazionali per quanto riguarda le
separazioni ed i divorzi.
I dati non sono ottimistici: negli
ultimi sei o sette anni c’è stato un
aumento del 51% nelle separazio-
ni. Dalle statistiche si rileva che, a
Trieste, tra il secondo semestre
2001 ed il primo semestre 2002, ci
sono state ben 748 separazioni su
1150 matrimoni. La maggior parte
delle segnalazioni pervenute (75-
80%) riguarda casi di conflittualità
familiare. Considero il fenomeno
una vera e propria emergenza che
ci obbliga ad adeguare la forma-
zione degli operatori dei Servizi
alle tecniche della mediazione,
per far fronte al grande disagio
provocato dal conflitto, soprattutto
nei figli, che spesso, purtroppo,
perdura anche per 10-12 anni,
compromettendo l’equilibrio del
bambino. Infatti, se non si intervie-
ne nel più breve tempo possibile,
per prevenire o tentare il recupero
precocemente, si possono manife-
stare alcuni elementi patogeni: nei
più piccoli si possono riscontrare
reazioni psicosomatiche, anche
molto pesanti per il fisico e, negli
adolescenti, si evidenziano com-
portamenti a rischio, autolesioni-
smo, sino a comprendere tenden-
ze suicidarie. Il tipo di disagio può
provocare ripercussioni anche nel-
l’età adulta. Le cifre non possono
che farci riflettere sull’impegno da
dedicare alla conflittualità della
coppia, che va affrontata con mol-
ta serietà dai politici e da tutti co-
loro che si occupano delle fami-
glie, per riuscire ad aiutare la cop-
pia a superare il momento del di-
stacco, nell’interesse superiore dei
bambini.
Un altro tema proposto in termini
di prevenzione, agire sull’agio, è
stato
Genitori quasi perfetti
per
rendere la genitorialità più respon-
sabile. Cominciare ad educare i
genitori affinché i futuri papà e
mamma, e insieme, partecipino a
tutti i fenomeni che si sviluppano
fin dal concepimento, nel grembo
della madre. Si formerà così, ac-
canto alla coppia affettiva, una
coppia di genitori che agirà sempre
nell’interesse del bambino e per il
suo benessere. Nell’eventualità
che la coppia affettiva dovesse
sciogliersi, la coppia genitoriale
sarà preparata a continuare la sua
funzione educativa nei confronti
del proprio figlio.
I giovani come protagonisti
è un
unico progetto globale, in fase di
realizzazione, proposto ai ragazzi
delle scuole medie e superiori, an-
che all’interno dei quartieri, toc-
cando varie tematiche legate ai fe-
nomeni giovani, connessi ai loro
stili di vita. Il primo tema affronta-
to è stato Il bullismo, ovvero la vio-
lenza, reiterata nel tempo, dei
bambini sui bambini, dei ragazzi
sui ragazzi. L’argomento è stato in-
dotto dalle crescenti segnalazioni
del fenomeno, presente in varie
zone della nostra regione, con casi
di bullismo precoce persino alle
elementari. Primo laboratorio d’in-
tervento, una piccola cittadina del-
la Carnia. È stata un’ esperienza
forte che ha coinvolto totalmente
la scuola e gli operatori, per più di
un mese. Siamo riusciti a parlare a
tutti i livelli della società, alle figu-
re istituzionali, agli operatori del
sociale, del mondo scolastico, ai
genitori, ai cittadini. Un primo im-
portante ritorno è stato dato dai ra-
gazzi, che hanno lavorato utiliz-
zando le tecniche del Teatro del-
l’Oppresso, metodo che, ispiran-
dosi alla filosofia di Freire e Augu-
sto Boal, permette ai ragazzi di
esprimere, attraverso scene teatrali,
i loro problemi ad un pubblico
partecipe, che ha risposto alla loro
provocazione, trasformandosi da
spettatore in attore, spett-attore,
durante il forum conclusivo.
Dal contatto con gli studenti è
emerso che il nodo principale è la
mancanza di comunicazione, non
solo in famiglia, ma all’interno di
tutta la comunità. Il malessere del-