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come un maestro che coltivava il me-
stiere riallacciandosi alla manualità della
migliore tradizione, ma anche come un
artista che attraverso le biennali vene-
ziane aveva rielaborato spunti della mo-
dernità italiana ed europea. Colleghi e
allievi dell’Istituto statale Max Fabiani
(allora Scuola d’arte) del capoluogo gori-
ziano lo ricordano come un docente che
sapeva rapportarsi con i propri studenti
in modo coinvolgente e stimolante per
la sua capacità di adoperare tecniche e
materiali diversi, pur poveri come l’argilla
e il polistirolo, ottenendo risultati sem-
pre gradevoli, sorprendenti nella loro
semplicità.
È impossibile non provare stupore per
le sue interpretazioni fantastiche, la sua
abilità narrativa e poetica anche nell’ af-
frontare temi importanti, religiosi e stori-
ci. Egli ideò ed eseguì decorazioni per le
scuole, dalle materne alle superiori, per
chiese e cappelle, ma anche per i palazzi
della Provincia, dell’Archivio di Stato e del
Tino Piazza artista e
insegnante
Il Centro regionale di catalogazione e
restauro dei beni culturali ha realizza-
to alcuni progetti che documentano la
produzione artistica del XX secolo pren-
dendo in esame, innanzitutto, le opere
collocate in spazi ed edifici pubblici. Nel
rinnovare la collaborazione con i “Qua-
derni di Orientamento” si è ritenuto si-
gnificativo dedicare questo numero a
un artista insegnante, autore di lavori
originali legati alla committenza pub-
blica. L’autore è Agostino Piazza, ovve-
ro Tino Piazza o Tino da Noale, il paese
della provincia di Venezia in cui nacque
nel 1935. Trasferitosi nel 1956 a Gorizia
- dove assunse l’incarico di insegnante
di disegno - fu assai attivo in città e nei
paesi limitrofi fino alla prematura scom-
parsa avvenuta nel 1981.
Nelle biografie pubblicate è descritto
Mossa (GO),
collezione privata,
Autoritratto
, 1952
olio su tela, 57 x 38,5 cm.