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ORIENTAMENTO E SCUOLA
meno socievoli, come fosse un ele-
mento genetico sul quale non si può
intervenire. In realtà i giovani che non
riescono ad instaurare amicizie sono
sprovvisti di queste capacità e spesso,
dopo una serie di tentativi relazionali
fallimentari, si isolano o assumono
ruoli negativi nel gruppo dei pari.
La famiglia e la scuola devono tene-
re in considerazione che la capacità
di creare e mantenere delle buone
relazioni è considerata una delle prin-
cipali “capacità sociali e psicoaffetti-
ve” che permettono di vivere bene ed
affrontare gli eventi della vita. Come
tutte le abilità sociali le capacità rela-
zionali vengono apprese, per lo più
attraverso gli esempi degli altri e le
esperienze personali.
CONCLUSIONI
Dovendo trarre delle conclusioni, mi
rendo conto che l’argomento trattato
sfugge ad una risposta esauriente e
lascia alcune perplessità. Mi sembra,
comunque, opportuno fornire una
chiave sintetica di lettura ad un lavoro
di ricerca che mi ha impegnata per
vari mesi, ma che mi ha anche con-
sentito non solo di conoscere come
vivono i giovani e quali siano i loro
bisogni, le esigenze ed aspirazioni,
ma anche di esplorare il loro mon-
do nei contesti e con i soggetti con
i quali maggiormente vivono le loro
esperienze (famiglia, scuola e gruppo
dei pari).
Dai risultati sono emersi dei dati
molto interessanti, in linea con le
recenti ricerche nazionali. Per tutti i
giovani del nostro campione il valore
più importante è la famiglia, seguita
dall’amicizia. In famiglia ci si sente al
sicuro, rilassati e si impara a vivere ;
essa è fondamentale per il futuro e la
sincerità è la regola più importante
da rispettare.
Il sentirsi parte di un gruppo, avere
amici, la voglia di divertirsi in spazi
condivisi (a casa propria o di amici,
in piazza, ai giardini o al bar….) sono
tutte esigenze individuali. La scuola
si confermata, dopo la famiglia, la
seconda agenzia di socializzazione
ed istituzione formale, perché utile
ed educativa. Tuttavia, diversamente
dalla famiglia, è noiosa ed antica.
Questa considerazione è in linea
con recenti studi condotti tra gli stu-
denti italiani in cui la scuola è risultata
essere noiosa soprattutto perché gli
insegnanti sono troppo vecchi, oppu-
re perché i professori spiegano con
una cantilena che fa addormentare.
Desiderano avere una scuola svec-
chiata perché è importante studiare
materie più attuali, considerato che il
mondo va avanti.
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Da quanto emer-
so si può affermare che esista una
osmosi, una reciproca influenza, fra
i contesti e le persone con le quali i
giovani maggiormente vivono le lo-
ro esperienze, da avere uno sguardo
sul loro mondo diverso da quello tra-
smesso dai mezzi di comunicazione
di massa (giornali, radio, televisione
e internet).
In questi ultimi anni, si sente parlare
spesso di una “generazione adesso”
o “now generation”. Si tratterebbe di
giovani senza futuro, fortemente radi-
cati nelle soddisfazioni del presente.
Ragazzi senza storia e senza doma-
ni, che vorrebbero ottenere tutto e
subito, senza impegnarsi. Necessita
ricordare che il comportamento de-
gli esseri umani, in ogni epoca, non
è mai frutto del nulla. È il prodotto
dell’educazione ricevuta.
I programmi televisivi sembrano
fare a gara nell’ospitare le testimo-
nianze di famiglie in crisi, di genitori
che litigano con i figli, che si insulta-
no e si mancano pubblicamente di
rispetto. Non è questo il vero volto
della famiglia, ma fa crescere gli indici
d’ascolto.
Verso la scuola il messaggio tra-
smesso ai giovani é perché spreca-
re tempo con essa, perché studiare.
L’importante, nella vita, è avere un
colpo di fortuna. Essere scelti, tra mi-
gliaia di persone, per lasciarsi spiare
da una telecamera ed esprimere il lato
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