ORIENTAMENTO E SCUOLA
-
prendere decisioni all’interno di
una “storia”, con emozioni e di-
spositivi affettivi inclusi, piutto-
sto che all’interno di una lista di
dati e informazioni;
-
cercare di evitare conflitti e di
comportarsi in coerenza con i
propri principi.
- Le difficoltà del decisore
, nella te-
oria dell’immagine, principalmente
si verificano quando:
-
i valori sono insufficienti o mal
definiti (immagine di valore);
-
gli obiettivi di fondo sono poco
chiari (immagine traiettoria);
-
si riscontra una scarsa pianifica-
zione e strategia di esecuzione
(immagine di azione);
-
le immagini sono in conflitto
tra loro e il processo decisionale
può subire un rallentamento an-
che considerevole;
-
le informazioni sui candidati
sono scarse o mancanti. Infine,
problemi possono sorgere du-
rante la realizzazione delle scel-
te adottate, a causa di inefficaci
valutazioni (inadeguato moni-
toraggio) sullo stato di avvicina-
mento agli obiettivi.
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
Non è facile valutare quanto in
Italia la teoria dell’immagine e più
in generale l’approccio naturalistico
nel
decision making
sia stato preso
in considerazione.
Nelle attività di
counselling
e
nell’orientamento ci sembra un ap-
proccio particolarmente adatto per
esplorare i processi decisionali mes-
si in atto dal decisore e per l’attività
di sostegno nella pianificazione e
progettazione, tenendo in conside-
razione gli aspetti valoriali e affettivi
della persona.
È probabile, tuttavia, che la teoria
dell’immagine (e simili) abbia in-
contrato alcuni
pregiudizi
come:
- una presunta maggiore scienti-
ficità dei modelli normativi, data
anche la mole di ricerche che
questi presentano;
- il presupposto che è vero un mo-
dello o l’altro quando, invece, i
modelli normativi
sono utili nel-
le condizione dove è possibile
quantificare con precisione (un
software per giocare a scacchi
come il protocollo per decidere
quali operazioni mediche attua-
re), mentre i
modelli naturalistici
sembrano più utili per
dialogare
con la persona;
-
il modello prevalente cognitivo-
comportamentale, centrato sul
costrutto di deficit/potenzia-
mento delle abilità, può aver fo-
calizzato l’attenzione sulle com-
petenze del decisore, piuttosto
che adottare modelli decisionali
meno rigidi.
Fortunato Mior
Psicologo
C.O.R.
Pordenone
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