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ORIENTAMENTO E SCUOLA
specifiche difficoltà di calcolo pos-
siamo distinguere due tipologie:
training maggiormente focalizzati
al recupero del concetto di quantità
e della corrispondente rappresenta-
zione formale e training focalizzati
all’automatizzazione e memorizza-
zione dei fatti numerici e allo svolgi-
mento veloce e corretto delle ope-
razionei di calcolo (si veda ad esem-
pio il training
Memocalcolo
di Poli,
Molin, Lucangeli, & Cornoldi, 2006).
VALUTAZIONE E TRATTA-
MENTO DELLE ABILITÀ
DI SOLUZIONE
DEI PROBLEMI ARITMETICI
Per analizzare le difficoltà dei pro-
blemi aritmetici di studenti dalla ter-
za elementare alla fine della scuola
media, è utile il test SPM (soluzione
dei problemi matematici) di Lucan-
geli, Tressoldi e Cendron (1998),
basato su un modello teorico che
considera cinque componenti fon-
damentali (cfr. Mayer, 1983; Passo-
lunghi, Lonciari, & Cornoldi, 1996;
Passolunghi, 1999).
1. Comprensione
delle informazio-
ni presenti nel problema e delle
loro relazioni.
2. Rappresentazione
delle informa-
zioni mediante uno schema in
grado di strutturarle e integrarle.
3. Categorizzazione
del problema
in base alla struttura profonda,
ossia individuazione della tipo-
logia generale alla quale il pro-
blema può appartenere.
4. Pianificazione
del percorso di
esecuzione della soluzione.
5. Valutazione
della correttezza del-
la procedura risolutiva adottata.
Sulla base di questo modello le
difficoltà rilevate possono essere
ricondotte a una carenza specifica
di una o più di queste componenti,
ognuna delle quali può essere og-
getto di uno specifico programma
di recupero. Montague (1992), ha
posto la sua attenzione sulle proce-
dure euristiche che conducono alla
risoluzione di un problema aritmeti-
co. Esse possono essere individuate
nella parafrasi (riformulare il testo
con parole proprie, così da identi-
ficare le informazioni rilevanti), nel
riconoscimento della struttura sot-
tostante il problema, rappresentata
mediante schemi o diagrammi che
facilitano il collegamento fra dati ed
operazioni, nell’individuazione di
ipotesi inerenti il percorso risolutivo
e infine nella valutazione dell’inte-
ro processo risolutivo. Tale meto-
dologia prevede quindi un lavoro
metacognitivo, attuato attraverso
l’autoistruzione, l’autoregolazione e
l’autocontrollo.
Dal momento che una difficoltà
dei cattivi solutori è legata al modo
in cui essi trattano le informazioni, e
non tanto al numero di informazio-
ni che sono in grado di mantenere
in memoria (Passolunghi, Cornoldi,
& De Liberto, 1999), è utile sviluppa-
re percorsi didattici che suscitino la
riflessione cognitiva e l’uso di strate-
gie volte a migliorare il ricordo delle
informazioni pertinenti al compito.
Il training
Risolvere problemi aritme-
tici
di Passolunghi e Bizzaro (2005),
per alunni del secondo ciclo della
scuola primaria, promuove lo svi-
luppo ed il potenziamento non solo
dei processi metacognitivi e cogni-
tivi implicate nella risoluzione di un
problema aritmetico (comprensio-
ne, rappresentazione, categorizza-
zione, pianificazione, valutazione),
ma anche delle abilità mnestiche
impiegate in ogni processo cogni-
tivo complesso. Sono presentate
attività relative sia alle conoscenze
e abilità matematiche di carattere
prettamente scolastico, sia eserci-
zi ludici finalizzati allo sviluppo dei
processi mentali sottostanti. Sulla
base di tale training è presente è
stata sviluppata anche una versione
computerizzata (D’Amico, Passo-
lunghi, & La Porta, 2009), anch’essa
utilizzabile come ausilio al normale
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