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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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la predisposizione ad impegnarsi e
a persistere in un compito in modo
continuativo.
L’approccio metacognitivo è quin-
di strettamente connesso all’analisi
e al potenziamento delle compo-
nenti emotive–motivazionali che
possono attivare l’intero processo
e sono alla base della persistenza
nell’impegno in un compito. Pertan-
to la conoscenza di strumenti volti
a valutare le componenti metaco-
gnitive e motivazionali può aiutare
a riflettere e intervenire sui processi
d’apprendimento con particolare
attenzione al caso degli studenti
con difficoltà d’apprendimento.
INSUCCESSO SCOLASTI-
CO E DISABILITÀ
D’APPRENDIMENTO
Attualmente vi è un notevole im-
pegno in campo educativo e psico-
logico volto a ridurre le condizioni
che sono all’origine di un insucces-
so scolastico. Tradizionalmente l’in-
successo scolastico era attribuito
soprattutto ai limiti intellettuali del
soggetto o alla sua scarsa buona
volontà. Si è invece giunti a com-
prendere come possano agire molti
altri fattori, quali ad esempio le ca-
ratteristiche dell’ambiente in cui il
bambino è cresciuto (le condizioni
socio-culturali) e le esperienze che
ha associato alle prime situazioni
d’apprendimento, che possono in-
fluire negativamente demotivan-
dolo. Di estrema importanza sono
anche le difficoltà che l’alunno può
presentare nelle abilità di base. I
bambini con disabilità d’apprendi-
mento o“disturbi d’apprendimento”,
identificati con l’espressione inglese
learning disability
” costituiscono
una particolare categoria di studenti
con un globale insuccesso scolasti-
co o con disturbi specifici d’appren-
dimento. Essi si caratterizzano per il
fatto che il loro ritardo nei confron-
ti dei coetanei non è imputabile a
cause quali l’insufficienza mentale,
l’ambiente sociale o familiare, o fat-
tori di carattere emotivo – motiva-
zionale. Un criterio per l’individua-
zione di una specifica situazione di
learning disability
è il criterio della
“discrepanza”. Dove per discrepanza
si intende la differenza fra le abilità
intellettive del soggetto (individua-
te con test d’intelligenza) e il suo
rendimento scolastico (Cornoldi,
1991). Tale criterio cerca di caratte-
rizzare il disturbo di apprendimento
come un problema non attribuibile
a una difficoltà intellettiva generale,
permettendo quindi di differenziare
nettamente fra un bambino con ri-
tardo mentale che non sa leggere e
un bambino con abilità intellettive
nella norma che pure presenta gravi
difficoltà nella lettura.
Un ulteriore tratto caratteristi-
co del disturbo d’apprendimento
è quello della “disomogeneità”. Le
competenze possono essere estre-
mamente diversificate nei vari am-
biti disciplinari: un individuo può
avere ad esempio buone abilità lin-
guistiche, ma carenti abilità nell’area
matematica. Gli individui con diffi-
Gianni Borghesan,
verso Sequals, 1955
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