QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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cessi relativi ai profili precedenti,
ma in quale misura? su quali ti-
pologie di conoscenze si è con-
solidata la sua comprensione?
quali conoscenze tende ad appli-
care maggiormente e quali inve-
ce non esercita mai?
o
la valutazione del potenziale di svi-
luppo
. Proseguiamo con l’esem-
pio precedente: il soggetto attiva
anche processi superiori come
il valutare, l’argomentare, il ge-
neralizzare; questi processi non
sono ancora consolidati, sono in
fieri, talvolta sono semplici tenta-
tivi, ma altre volte assumono già
la veste di ipotesi, di percorso di
ricerca, e in questo caso raccon-
tano molto del potenziale di svi-
luppo del soggetto.
Collegandoci al passato, iniziamo
reinterpretando il modello ideato
nel 1980 dai fratelli Stuart e Hubert
Dreyfus,
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particolarmente attento
alle dimensioni comportamentali.
Integriamo tali dimensioni con gli
indicatori di processo, i fattori di
sviluppo che mobilitano la compe-
tenza, i processi cognitivi e metaco-
gnitivi nel loro evolversi, i paradig-
mi sociali per la costruzione di un
modello integrato di sviluppo della
competenza.
1) Profilo della competenza
esordiente
La
meccanica aderenza alle conse-
gne,
la
rigidità applicativa
e l’
incapa-
cità discrezionale
sono le dimensioni
di analisi comportamentale della
competenza quand’essa sta nascen-
do: il
neofita
tende a seguire le re-
gole e i principi indicati dall’esterno
senza tener conto in modo esplicito
del contesto in cui opera.
Alle dimensioni comportamentali
è necessario associare
indicatori di
processo
di impronta costruttivista:
l’indicatore che, coniugando cono-
scenza e azione, mobilita la compe-
tenza esordiente è innanzitutto la
riproducibilità,
nella nuova situazio-
ne,
di quanto già conosciuto
; i pro-
cessi cognitivi necessari al primo
avvio della competenza sono ine-
renti alla capacità di
comprendere e
riprodurre la conoscenza
, quelli me-
tacognitivi riguardano la
consape-
volezza della validità dell’imitazione
,
di saper
riconoscere
la connessione
tra conoscenza e azione.
Il soggetto attiva la competenza
esordiente nell’ambito di
situazio-
ni personali
, protette, con contesti
d’uso
quotidiani
; affronta i proble-
mi solo se proposti o incontrati in
frangenti
ben conosciuti e abituali
,
entro situazioni familiari o in quelle
del gruppo dei pari.
Di fronte ad un
problema
nuovo,
la competenza esordiente tende a
trasformare il problema in un eser-
cizio, e tutt’al più ad interpretare
soltanto
i dati nascosti desumibili
dal contesto del problema
.
Il ruolo del
formatore
in genere
viene interpretato come colui che
aiuta il soggetto guidandolo
passo
passo e i processi didattici si avval-
gono di
mediatori attivi
, mediante
i quali l’allievo è tangibilmente in
relazione con realtà, con la concre-
tezza delle cose.
L’
autonomia
,
come
sviluppo
dell’auto-progettualità, si manife-
sta nella capacità di
assemblare e
di collegare
; il soggetto si fa carico
delle proprie scelte e decisioni per
lo più sul piano delle conoscenze: è
responsabile delle sue affermazioni
.
2) Profilo della competenza
praticante
Il soggetto riesce collegare la sua
esperienza con ciò che studia o che
ha studiato; inizia a distinguere le
situazioni. La
formulazione di proce-
dure basate su singoli aspetti
, la
limi-
tata capacità percettiva
, la
medesi-
ma importanza assegnata
a tutti gli
aspetti del lavoro sono le dimensio-
ni di analisi comportamentale della
competenza del praticante.
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