QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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lavoro dell’insegnante? Cambia l’or-
ganizzazione didattica? Promuove
politiche formative coerenti? Sono
tutti da sperimentare i risvolti po-
litici connessi ai monitoraggi; ma
certamente la didattica non può
avvalorare procedure valutative
che con lo stigma di “
fascia debole
”
umiliano, allontanano, demotivano.
Che differenza c’è tra livello e so-
glia?
Il
livello
è la
misura
raggiunta
da una prestazione nell’ambito di
una scala ordinata di valori. Il livel-
lo misura risultati parziali o finali.
In una competenza il livello (
gene-
rale
) riguarda l’insieme dei livelli
(
settoriali
) di conoscenza e di abili-
tà (
tempo di esecuzione, correttezza,
destrezza
, ecc.). Il concetto di livello,
pertanto, è
statico
, poiché riguarda
i risultati dell’apprendimento misu-
rati in un determinato momento. Il
concetto di
soglia,
invece, è
dina-
mico
, poiché riguarda il divenire
di una qualità o di un processo: la
soglia definisce gli elementi di rac-
cordo e di congiunzione tra la fase
di un processo e quella successiva.
Nel modello di sviluppo della com-
petenza
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la
soglia
interpreterà, con
la valutazione, i processi di cresci-
ta, il potenziale, gli atteggiamenti
e le motivazioni, mentre il
livello
registrerà, con la certificazione, le
informazioni conosciute, i risultati
conseguiti, i prodotti effettuati.
Che cosa è il livello-soglia?
È insie-
me
misura e valore
della competen-
za posseduta nel passaggio da una
fase alla successiva nel processo di
apprendimento:
misura
delle co-
noscenze possedute e delle abilità
raggiunte e attribuzione di
valore
di tutti gli elementi di qualità e di
personalizzazione, che non posso-
no essere misurati. Nello sviluppo di
una competenza ci sono traguardi
di tappa: ciascuno di essi rappre-
senta un livello-soglia. Nella didat-
tica modulare in cui ogni modulo
persegue il raggiungimento di spe-
cifiche soglie di padronanza, il livel-
lo-soglia è dato dall’insieme delle
rilevazioni dei risultati conclusivi, da
cui si può inferire il superamento o
meno della fase di sviluppo di una
competenza.
Si può valutare negativamente una
competenza?
Una competenza o c’è
o non c’è, e quando c’è il primo livel-
lo viene generalmente identificato
come
iniziale
, o
principiante
, o
esor-
diente
, ecc. Pertanto non ha senso
una valutazione negativa; la logica
stessa delle competenze si basa sul-
la rilevazione del potenziale, su ciò
che di positivo, anche minimo, lo
studente presenta, e non su ciò che
manca, sul deficit, sulla carenza. Ma
la domanda nasconde altre preoc-
cupazioni e vanno affrontate.
I caso
. Supponiamo che un allievo
di quarta primaria non abbia rag-
giunto nemmeno il livello iniziale
della competenza prevista per la
sua classe. Sarebbe del tutto inuti-
le marchiarlo con un
“gravemente
insufficiente”
, è opportuno rilevare
gli elementi di conoscenza, abilità e
competenza che l’allievo realmente
possiede, rintracciarli nei descrittori
delle classi precedenti e nelle situa-
zioni di vita reale del soggetto, per
avviare un percorso formativo che
sia insieme individualizzato (solo
per lui) e inclusivo (per tutto il grup-
po classe).
II caso
. Supponiamo che un allievo
di terza media in sede finale si collo-
chi al II livello, mentre lo standard è
fissato al III livello. Non è forse una
valutazione negativa? In realtà, ne-
gativa non è la valutazione, ma la
certificazione: non bisogna mai di-
menticare che lo scopo della valu-
tazione (
formativa
) è la regolazione
per il miglioramento, mentre lo sco-
po della certificazione (
dichiarativa
)
è la classificazione per la selezione.
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