ORIENTAMENTO E SCUOLA
dalla letteratura, tutta la parte della
psicologia, che tratta dello sviluppo
della personalità nell’interazione
con gli ambienti sociali di apparte-
nenza, per andare direttamente al
cuore del processo di integrazione
tra il
nostro sé
ed il
nostro mondo
.
Non intendiamo qui il processo te-
orico, oggetto di analisi e spiega-
zione scientifica, ma quello pratico,
quotidiano, soggettivo, vissuto e
conoscibile solo da ognuno di noi (e
similmente da ciascuno degli utenti
dei nostri servizi), quando tentia-
mo di dare un ordine e un senso al
frenetico susseguirsi di sensazioni,
sentimenti, idee, azioni e impressio-
ni, cercando di integrarle nel modo
migliore nel nostro sistema preesi-
stente di significati e valori. Nel fare
ciò, però, inevitabilmente lo cam-
biamo e ne produciamo un altro
che in qualche modo contiene an-
che i nuovi dati e le nuove esperien-
ze o ne è il risultato. Questo è il pro-
cesso di integrazione che conta. Dal
modo concreto in cui percepiamo,
assorbiamo o scartiamo dati e fatti,
eventi interni ed esterni e li trasfor-
miamo in eventi significanti per noi,
nasce la qualità e il modo (esperien-
za assolutamente unica) del nostro
stare al mondo, che è sempre frutto
di rapporti e di interpretazioni e mai
solo di dati e fatti oggettivi univer-
salmente interpretabili.
Gli approcci tradizionali all’orien-
tamento hanno talvolta sottovalu-
tato quest’area mediana di intera-
zione e di integrazione tra il “Sé” ed
il “Mondo”, concentrandosi spesso
su di una (il sé, con l’autoconoscen-
za, gli interessi, le attitudini, gli stili,
le competenze, ecc.) e sull’altra (le
informazioni, le alternative di scelta,
le attività professionali, il mercato,
le statistiche e le proiezioni,ecc.)
o su entrambi, trattate però come
oggetti separati. Invece, avvicinan-
dosi ad un approccio umanistico
e costruttivista, l’essenza stessa
dell’orientamento sta proprio in
questa zona intermedia, in questo
rapporto quasi invisibile, ma fon-
dante di costante scambio e me-
diazione tra il sé ed il mondo. Non
esistono persone astratte, ma indi-
vidui reali, unici, seppur portatori di
similarità, che vivono e si muovono,
fisicamente e psicologicamente, in
altrettanti mondi unici e originali,
costruiti sulla singolarità della loro
interazione con la complessità del
mondo fisico esterno. Dunque è a
quest’area di connessione che dob-
biamo dare la massima attenzione,
non per attivare dispendiose attivi-
tà di anamnesi, diagnosi o prognosi
come da tradizione medico-tera-
peutica (l’attività di orientamento
non è cura di una malattia), ma per
rivitalizzarla o potenziarla nella sua
funzione ordinaria che consiste nel
dare costantemente significato e
indirizzo alla propria vita nelle mu-
tevoli e variegate condizioni in cui si
sviluppa.
La ristrutturazione del proprio
campo vitale è sempre un atto cre-
ativo che produce qualcosa di nuo-
vo, magari di inaspettato, proprio
in quella zona di confine, interno-
esterno, che può dare attenzione,
produrre significato ed indurre
azione in entrambi i fronti. Questo
è allora il posto di intervento fon-
damentale per un’azione orienta-
tiva che intenda aiutare le persone
a gestire autonomamente i pro-
cessi di integrazione adattativa ed
evolutiva in contesti sociali il cui il
cambiamento sia frequente o non
prevedibile. Non si tratta però di
abbandonare gli altri campi e stru-
menti di intervento già consolidati,
quali il sistema informativo sulle op-
portunità, l’orientamento formativo
ed educativo di natura preventiva o
quello consulenziale di natura riso-
lutiva su specifiche problematiche
contingenti, ma di elaborare ed of-
frire anche altri strumenti e contesti
orientativi idonei ad incrementare
e talvolta accelerare, a livello espe-
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