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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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guidare la risposta a prescindere dal
bisogno, sia quest’ultimo effettiva-
mente espresso o ancora indistinto
ovvero articolato su più dimensioni.
Evidentemente no, o per lo meno
non in modo automatico e indiffe-
renziato, dal momento che i servizi
esistono proprio in funzione dei bi-
sogni, entrambi strettamente corre-
lati in un processo di interdipenden-
za e di adattamento reciproco.
Le strutture organizzative che ero-
gano servizi, soprattutto se appar-
tengono al settore pubblico, sono
soggette ad una serie di vincoli fi-
nanziari, di ruoli e di competenze
professionali, di spazi e di tempi tali
da generare configurazioni monoli-
tiche, che, a loro volta, difficilmente
possono essere libere di adottare
soluzioni fluide, di modificarsi in
tempo reale, di spostare obiettivi e
risorse: da ciò quindi l’enfasi che, in
questi ultimi anni, è stata data alla
trasversalità e all’integrazione fra i
servizi. Appartengono quindi alla
buona governance le opzioni di an-
ticipare le prevedibili evoluzioni e di
consentire a priori alle strutture di
intraprendere rapidi cambiamenti
di rotta. Una governance evoluta
deve altresì provvedere a concilia-
re il bisogno individuale, che spes-
so va ricondotto ad una pluralità di
risposte, con la frammentarietà dei
luoghi dove queste risposte posso-
no essere individuate. Un’ ulteriore
criticità nel trattare i bisogni orien-
tativi che, per la loro peculiare na-
tura e le loro implicazioni anche eti-
che, non va affrontata solo al livello
di operatori, ma va composta in
sede di governance, riguarda la mo-
difica dei bisogni, così come sentiti
ed espressi dagli utenti. Un’attività
di orientamento efficace, che miri
a potenziare le possibilità di inseri-
mento nella società reale e non in
una società immaginata, e che quin-
di persegua anche finalità adattati-
ve, dovrebbe favorire il cambiamen-
to nella struttura dei bisogni per
renderli sostenibili nei contesti di
vita in cui le persone si trovano. Ma
questo punto apre una questione
delicata, di come, quando e in quali
condizioni il sistema dell’orienta-
mento può lavorare per “modificare”
e non solo per “soddisfare” i bisogni
delle persone.
A prescindere dagli snodi sopra
evidenziati, che richiedono una ri-
flessione approfondita e il contribu-
to di tutti i soggetti a vario titolo e a
vari livelli coinvolti nella costruzione
di modelli emetodologie per l’orien-
tamento, è necessario continuare
ad erogare i servizi, quanto più efi-
caci ancorché perfettibili. Spostan-
doci sul versante organizzativo, va
innanzitutto chiarito che il concetto
di orientamento lungo tutto l’arco
della vita (LLG) è applicabile sia al
processo individuale delle persone
sia ai servizi. A livello individuale il
processo orientativo è per sua natu-
Silvio Maria Buiatti,
Dino Basaldella 1929
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