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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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M. Gioia,
E#emeridi repubblicane,
citato in N. D’Amico, Storia e storie
della scuola italiana, Zanichelli.
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La Scuola Media Unica nasce, in
ritardo rispetto alle altre nazioni, con
la Legge n. 1859 del 31 dicembre
1962.
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Testimonianze dell’epoca parlano
di botte, di colpi dati a suon si
bacchette di ferro, di scapaccioni
capaci di abbattere un ragazzo, ma
basti per tutte questa testimonianza
di Dewey riportata da Miller:
“...Le
scuole che Dewey aveva frequentato
da ragazzo erano tenute da persone
prive di preparazione, favorite dai
politicanti del luogo. La disciplina era
mantenuta con la forza. Gli scolari
sedevano in silenzio e con le mani
sul banco e seguivano le lezioni
del maestro. Saltuariamente erano
chiamati a ripetere una lezione a
memoria, ma non potevano fare
domande”.
G. A. Miller,
La scienza
della vita mentale,
I problemi della
psicologia, Mondadori, Milano, 1971.
9
I vari DSM, manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali, hanno
mostrato negli anni e nelle loro
edizioni un aumento impressionante
del numero dei “disturbi” e hanno
testimoniato soprattutto come il
criterio di scelta e de!nizione di
questi sia legato agli ordini morali e
ai loro rapidi mutamenti negli ultimi
decenni. Far credere che qualche
comportamento sia una “malattia” è
decisione socio-etico-politica, non
certo scienza.
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M. V. Masoni,
“Dislessia”, o della
resistenza delle istituzioni,
Scienze
dell’interazione, rivista di psicologia
clinica e psicoterapia, vol. 2 n. 1, 2010.
11
È una frase che si sta di#ondendo
come la peste. Nei giorni in cui
scrivevo queste pagine, giugno 2010,
venne da me una mamma con la
!glia studentessa delle medie:
Sono qui per sentire anche il suo
parere, la professoressa ha detto che
alla "ne dell’anno
(alla !ne dell’anno!)
si è accorta che forse mia "glia è
dislessica, mi ha detto che se va a fare il
test dal dott. *** forse si può certi"care
che è dislessica e così l’anno prossimo
potrà avere grandi vantaggi, un
trattamento privilegiato, per esempio
potrà scrivere col computer …”
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Numerosi sono gli studiosi
che hanno tentato di “spiegarla”,
a riprova della di"cile a#errabilità
del concetto: Maslow, McClelland,
Vroom, Locke, Adams, Herzberg,
Alderfer.
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“Chi tenta di interpretare il mondo
come un enigma è mosso da un istinto
serio, ferreo, profondo, violento, quasi
per il presentimento che in fondo alle
cose vi sia un "lo conduttore, scoperto
il quale sia possibile tracciare il disegno
per uscire dal labirinto della vita e,
insieme, da un istinto giocoso, lieve.,
avido di imprevisto, dall’ebbrezza
di chi toglie con meditata lentezza
i veli all’ignoto”
(G. Colli,
Filoso"a
dell’espressione
, Adelphi, Milano,
1978).
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Se, come a#erma Rom Harrè,
dietro ogni posizione teorica si
nasconde una meta!sica, può servire
ricordare che il dibattito sulla crisi
della !loso!a e del sapere interessa
anche noi. I grandi nomi ai quali si
fa riferimento sono quelli di Rorty,
Kuhn, Gadamer, Derrida, Gergen,
Salvini, e prima di loroWittgenstein,
Heidegger, Dewey. Una sola citazione
ad esempio:
”Se la tradizione "loso"ca
è il momento del “normale”, l’uscita da
questa è il momento dell’ “anormale”,
del “rivoluzionario”. L’ermeneutica nel
senso datole da Gadamer, ci aiuta a
distanziarci dalla tradizione "loso"ca
fondazionale, a smettere di considerare
il "losofare necessariamente come
ricerca di qualche verità, a fare
altro: per esempio, “partecipando
a una conversazione piuttosto che
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