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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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tra scuola, formazione professionale
e mondo del lavoro, ragion per cui
l’integrazione non può prescindere
dall’autonomia delle diverse istitu-
zioni coinvolte, intesa come capaci-
tà di gestione e"cace delle risorse e
propositiva dei soggetti, in relazio-
ne ai bisogni espressi dal territorio
(Santoni, 2009).
La concreta promozione dell’inte-
grazione, dunque, dovrà contare su
alcuni strumenti chiave, quali un si-
stema di orientamento
articolato in
percorsi di#erenti d’istruzione e for-
mazione, e speci!che !gure di siste-
ma all’interno delle strutture formati-
ve e funzionali alla gestione e alla
promozione dei rapporti tra i diversi
soggetti che operano in tali ambiti. Il
modello di società che sembra fare
da sfondo a questa politica, basato
su un processo di uguaglianza for-
male, è quello delle
chance di vita
di
Ralf Dahrendorf (2003).
“(…) La nuo-
va natura del lavoro esige per i giovani
la condizione di sperimentare un pe-
riodo di impiego regolare nel mondo
del lavoro, possibilmente ad una età
(tra i 16 e i 19 anni)
in cui questa espe-
rienza possa avere un impatto forte
sulla personalità e sulla motivazione
dei giovani, al "ne di garantire loro il
miglioramento delle condizioni di vita
(…)
.
O
gni giovane può scegliere, sul-
la base dei propri interessi e delle
proprie capacità, uno dei tre percorsi
possibili (L.144/99): proseguire gli
studi nel sistema d’istruzione scola-
stica, frequentare il sistema della for-
mazione professionale, iniziare un
percorso di apprendistato (Sorvillo,
Ungano, 2005). Durante l’assolvi-
mento dell’obbligo scolastico la scel-
ta operata può essere modi!cata, in
quanto i tre sistemi sono considerati
equivalenti, e quindi è prevista la
possibilità di passare da un percorso
ad un altro, attraverso il riconosci-
mento dei crediti formativi.
Di notevole importanza è il sistema
del
doppio canale,
studiato per ri-
spondere, contemporaneamente, alla
domanda di professionalizzazione e
al recupero della dispersione negli
istituti professionali. Esso o#re all’in-
dividuo la possibilità di compiere la
scelta sulla base delle proprie attitu-
dini, motivazioni ed ambizioni per-
sonali; passare da un canale ad un
altro, attraverso il sistema della
pas-
serelle
, nel caso in cui si desideri tor-
nare su una scelta precedentemente
compiuta (Scardigno, 2005).
A livello regionale, i percorsi inte-
grati sono entrati nella direttiva
dell’obbligo d’istruzione, insieme ad
altri percorsi e ad altre iniziative che
intervengono sulla progettazione di-
dattica nei primi anni della scuola
superiore (in particolar modo negli
istituti professionali), laddove è stata
anche superata formalmente la col-
locazione marginale che questi per-
corsi integrati avevano all’inizio della
sperimentazione. Tali percorsi, infat-
ti, sin dall’inizio, sono nati su due pre-
supposti: contenere la dispersione
nel biennio degli istituti tecnici e pro-
fessionali, e garantire agli studenti in
di"coltà la possibilità di optare per
un’uscita verso la formazione profes-
sionale e l’acquisizione di una quali!-
ca (Capaldo, 2005).
L’Alternanza Scuola-Lavoro (D.L.
77/2005), in quanto modalità didat-
tico-formativa che interseca tutti i
canali del sistema d’istruzione, si av-
vale di strumenti diversi tra loro: pe-
riodi d’aula, attività di laboratorio,
tirocini e visite aziendali, con l’obiet-
tivo di avvicinare gli studenti ad una
concreta realtà di lavoro, valorizzan-
do l’esperienza lavorativa come
mezzo per favorire lo sviluppo per-
sonale, sociale e professionale dei
giovani (Cammelli, 2005).
Il percorso
in alternanza deve essere progetta-
to, realizzato e valutato dall’istitu-
zione scolastica e formativa, in col-
laborazione con le imprese e con le
rispettive associazioni di rappresen-
tanza, con le camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura,
con enti pubblici e privati, compresi
quelli del terzo settore, disponibili