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ORIENTAMENTO E SCUOLA
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Le parole sono di Melchiorre Gio-
ia:
“Tutta la gioventù avrà un’educa-
zione militare, fondata sui più solidi
principi della miglior "sica e della po-
litica. Si avvezzeranno per tempo i "-
gli della Patria alle fatiche, e ai trava-
gli di Marte […]. Si faranno indurire
ad ogni genere di fatica, a tollerare gli
estremi del caldo, del freddo, della
fame, della sete; se ne formeranno in-
somma tanti guerrieri repubblicani”.
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Non si rischiamolto pensando che
quelle idee, dell’eroico soldato re-
pubblicano, entravano nelle co-
scienze perché già le coscienze ne
erano assetate. È quasi impossibile
far fare agli altri ciò che non voglio-
no fare (in un contesto di legalità).
Tutto ciò quindi “funzionava” per-
ché era richiesto.
Funzionava ed ha funzionato !no
a pochi decenni fa, certo, con picco-
li cambiamenti, ma ormai i piccoli
cambiamenti in questi ultimi decen-
ni non bastano più.
Le nuove richieste di chi vuole es-
sere istruito rendono diverso il
modo di riempire le teste, anche
dei
saperi comandati:
ti comando di
sapere questo, porgimi il cranio.
Non stiamo insomma ricercando
qualcosa insieme.
Ancora oggi, quando qualche in-
segnante mi dice “non ce la faccio
più con quella classe, la terza B è ter-
ribile”, e io chiedo “
in che senso
?”,
otto volte su dieci mi risponde: è ru-
morosa, parlano. Facendo inconsa-
pevolmente riferimento a quel biso-
gno antico di silenzio della scuola
dei saperi comandati. Si era cioè nel
tempo nel quale regnava, vigeva, sì,
e funzionava bene, l’idea moriniana
delle teste da riempire
in vista però
di ciò che si intendeva allora per te-
ste ben fatte.
Leonardo Castellani,
Veduta di Urbino
,
acquaforte, 1974
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