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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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elevato è il livello occupazionale e
culturale della famiglia di prove-
nienza (Cavalli, Facchini, 2001). Inol-
tre, le ricerche evidenziano come gli
abbandoni incidano notevolmente
sulle carriere scolastiche di alunni
appartenenti soprattutto a famiglie
di bassa estrazione sociale.
ISTRUZIONE, CAPITALE
CULTURALE FAMILIARE E
CHANCE DI VITA
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in
ambito inglese, alcuni sociologi
dell’educazione elaborano la teoria
della“deprivazione culturale” (o teo-
ria del de!cit), rilevando come i gio-
vani provenienti dalle classi sociali
inferiori avessero un più basso ren-
dimento negli studi, per il fatto di
non poter contare su una famiglia
che fornisca loro valori, capacità lin-
guistiche necessarie e orientamenti
richiesti dalla scuola (Besozzi, 2006).
Da allora le ricerche sociologiche
continuano a mostrare una relazio-
ne forte tra riuscita scolastica e
orientamenti positivi verso la scuo-
la, tra valorizzazione dell’apprendi-
mento scolastico da parte delle fa-
miglie, e motivazioni forti verso il
successo da parte dei giovani.
T. Parsons ha de!nito il bisogno di
portare a termine un compito con
successo, il cosiddetto
need for
achievement
(1967), un orientamen-
to
acquisitivo
che la scuola apprez-
za, ma che viene sviluppato preva-
lentemente in ambito familiare (Be-
sozzi, 2006). Famiglia e scuola, infat-
ti, per Parsons sono le due agenzie
fondamentali di socializzazione, ma
risultano avere un peso diverso. La
famiglia svolge un ruolo fondamen-
tale nella socializzazione primaria
dei !gli, a"nché possano presto di-
ventare membri della società nella
quale sono stati generati, mentre
alla scuola spetta il compito di veri-
!care e integrare quanto appreso in
ambito familiare con gli orienta-
menti di valore e i comportamenti
richiesti nell’ambito dell’istituzione
scolastica (Checchi, 1997).
P. Bourdieu e J.C. Passeron (1971,
1972) apportano un contributo fon-
damentale nell’individuazione di
due concetti rilevanti, quello di
ca-
pitale culturale
(l’insieme dei beni
simbolici trasmessi dalle agenzie
educative) e quello di
ethos di classe
(l’insieme dei valori di riferimento,
che contribuiscono a de!nire anche
gli atteggiamenti verso la scuola, e
quindi l’interesse e la motivazione
all’apprendimento) (Besozzi, 2006).
Entrambi costituiscono l’
eredità cul-
turale
di ciascun allievo, che descri-
verebbe il “bagaglio” d’ingresso che
ciascun alunno porta con sé nella
realtà scolastica (Barbagli, 1978).
Di notevole importanza è il contri-
buto del sociologo francese R. Bou-
don (1979), il quale introduce,
nell’ambito dell’ analisi delle carriere
scolastiche, il concetto di
bivio
, di
fronte al quale il soggetto compie
delle scelte (Besozzi, 2006). Egli pro-
pone una teoria della scelta scolasti-
ca, attraverso la quale poter spiegare
sia “perché ci si debba attendere che
un individuo di classe sociale inferio-
re abbia, in generale, un basso livello
di scolarità”, sia “perché le scelte in
campo scolastico dipendano piutto-
sto debolmente dall’origine sociale
quando la resa scolastica è buona, e
invece perché ne dipendano forte-
mente quando la resa scolastica è
cattiva”(Gambetta, 1990). Le ricerche
in tema d’istruzione hanno così sot-
tolineato che i percorsi di studio sono
ancora fortemente in$uenzati dalle
caratteristiche ascritte dei soggetti,
come la classe sociale, il genere e
l’appartenenza etnica (Schizzerotto,
Barone, 2006; Pisati 2002). In Italia, in
particolare, è possibile a#ermare che
“sia il genere a rappresentare, dopo
la classe d’origine, la caratteristica
ascrittiva dotata delle più estese in-
$uenze sui destini scolastici” (Schiz-
zerotto
et al.
2006). Benché l’istruzio-
ne scolastica sia solo una parte
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