ORIENTAMENTO E SCUOLA
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di poter raggiungere solo con l’im-
piego di tutte le sue forze.
Bisogna ribadire, comunque, che
queste ultime considerazioni sulla
progettualità, sul pensare al futuro,
sul ruolo della piani!cazione sono
considerazioni fondamentalmente
etnogra!che, sono state sviluppate
e testate nel mondo europeo o nor-
damericano con una visione del sé
indipendente, quindi non possono
avere una generalizzabilità univer-
sale. Anche nello stesso mondo oc-
cidentale ci possiamo trovare di
fronte a delle di#erenze interindivi-
duali nell’a#rontare la prospettiva
temporale: ci sono alcuni di noi che
si lasciano guidare da una strategia
del
carpe diem,
con un orizzonte
temporale fortemente orientato al
presente senza alcuna apertura al
futuro, anche se nel mondo occi-
dentale tale orientamento tempo-
rale potrebbe risultare disadattivo.
Chi invece ha una visione interdi-
pendente del sé e tende ad esercita-
re un controllo di tipo secondario, il
cui scopo fondamentale è un adat-
tamento alle esigenze del mondo
esterno, potrebbe non essere inte-
ressato allo sviluppo di obiettivi
personali, che hanno implicitamen-
te come tali una prospettiva tempo-
rale collocabile nel futuro. Questo
per sottolineare che noi viviamo in
molteplici e di#erenti
realtà psicolo-
giche
, che combinano inscindibil-
mente rappresentazioni o signi!cati
sociali (
meanings
) con i processi psi-
cologici,
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delle quali chi si pre!gge
di cercar di capire gli altri o se stesso
non si deve dimenticare.*
Mario Forzi
Ordinario di Psicologia
Università di Trieste
* Ringrazio Elisa Not per i suoi
commenti e indicazioni ad una pri-
ma versione dell’articolo.
NOTE
1
Baumeister (1999) presenta in que-
sto libro una serie di lavori tra i più
interessanti nell’ambito della storia di
questa tematica.
2
Greenwald (1980): in questo artico-
lo l’autore cerca di rendere sistema-
tico il modo di operare del sé come
soggetto di conoscenza, aspetto del
tutto trascurato dalla indagine psico-
logica sino agli anni settanta-ottanta
del secolo scorso.
3
Sedikides (1993) segnala che noi
come psicologi ingenui riteniamo
l’autoaccrescimento come il motivo
più rilevante, seguito dal motivo di
ricerca della coerenza e per terzo il
motivo dell’accuratezza.
4
Dweck (2000) solidi!ca in questo
testo la teoria della motivazione fon-
data sugli obiettivi.
5
Jones & Pitman (1982).
6
Wicklund & Gollwitzer (1982).
7
Un sé unico, compatto, desideroso
di emergere e di dare una buona
impressione, pieno di attributi
stabili e distintivi e pieno di
aspirazioni e obiettivi individuali;
un sé che cerca di asservire o di
dominare il mondo circostante in
relazione alle proprie esigenze - in
quello che viene de!nito controllo
primario-: visione caratteristica della
cultura occidentale e delle culture
individualiste in genere. Heine
(2001); Heine & Buchtel (2009).
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Un sé malleabile, attento agli
altri importanti, che cerca di
realizzare gli obiettivi di questi altri
e che cerca quindi di adattarsi al
mondo e alle esigenze di questo,
in quello che viene de!nito, invece,
controllo di tipo secondario: visione
caratteristica della cultura asiatico-
orientale e collettivistica, in genere.