QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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questo imperativo. Imperativo della
prestazione che la scuola sembra
aver riscoperto sollecitata dal mon-
do produttivo e che, con prezzi psi-
cologicamente sempre più alti, si ap-
presta ad imporre.
Quel che è in gioco non è l’eccel-
lenza come utopia e meta, ad esem-
pio l’aspirazione verso un mondo
esteticamente più bello emigliore. Si
tratta invece di sollecitare ad un sa-
pere strumentale sempre più in fun-
zione del mondo delle cose, degli
oggetti materiali, della competizione
economica, in cui l’angosciadell’iper-
medialità e del virtuale impone una
norma puramente imitativa.
Norma ideale che contrasta ogni
percorso personale con i suoi tempi,
modi e contenuti di crescita. La cre-
scita è la lenta e faticosa gestazione
di una metamorfosi personale i cui
tempi non sono quelli dei program-
mi scolatici e i contenuti non posso-
no essere proposti solo dal mercato
del lavoro e dalle sue bizze.
La scuola è più una palestra che
un’azienda. La scuola è anche il po-
sto dove ogni ragazzo ha una nic-
chia in cui può imparare a sognare,
nella lentezza dei suoi tempi, delle
sue attese, nei rispecchiamenti infi-
niti che l’intarsio delle voci mescola
tra di loro. La scuola è il luogo dove
una certa possibile vaghezza adole-
scenziale trova il suo contenitore, i
suoi irretimenti e le sue stanchezze.
In certi casi la libertà che la scuola
può continuare ad offrire sta più
nelle crepe dei muri che nei monitor
del computer. Una macchia di muffa
su una parete può suggerire più
idee di quanto possa dare un ma-
nuale d’istruzioni (che a suo tempo
e al bisogno sarà utilizzato).
Una carta geografica sbilenca e
sbrecciata forse può suscitare nel ra-
gazzo, per una strana architettura
della mente, una risonanza emotiva
in un’ora di una lezione noiosa, fortu-
natamente noiosa, in cui potrà ascol-
tare se stesso non soverchiato da in-
citamenti e rumori. I bisogni dell’im-
maginario (odell’immaginale) hanno
bisogno di un luogo, di insegnanti
attenti, maieutici nel fare, nel dire,
nel capire, protettivi verso le nuove
generazioni da ogni precoce steriliz-
zazione di interessi e sentimenti.
Alessandro Salvini
Ordinario di Psicologia Clinica
Università di Padova
BIBLIOGRAFIA
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La mediazione creativa a scuola - L’arte
di risolvere i problemi tra insegnante e
alunno,
Erickson, Trento, 2002.
Masoni M. V.
Studiare bene senza averne voglia -
Come superare l’alibi della mancanza
di volontà,
Erickson, Trento, 2001.
Salvini A.
Sviluppo deviante e problemi di
intervento. Personalità e
disadattamento nell’età evolutiva,
Patron, Bologna, 1979.
Salvini A.
Psicologia clinica dell’interazione,
Giunti, Firenze, 2008.