QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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lamaggiore visibilità dei contributi
di ciascun componente;
●
la garanzia di un miglioramento
continuo
delle qualità, delle pre-
stazioni e della gestione dell’acco-
glienza dei servizi collegati in rete,
attraverso il monitoraggio ed il fe-
edback tra servizi.
L'ATTUAZIONE DELV.A.I.
NEI DUETERRITORI
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I COR di Pordenone e dell’Alto Friuli,
promotori e gestori del processo, han-
no affidato ad una consulenza ester-
na
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, la funzione di facilitazione del per-
corso della progettazione partecipata,
per permettere a tutti i componenti
del tavolo tecnico (Operatori dei CORe
dei Servizi aderenti) di contribuire par-
tendo da una posizione di parità.
Nell’ambito del progetto V.A.I., il
processo partecipativo ha interes-
sato solo i referenti di soggetti pub-
blici aventi competenze o relazio-
ni dirette con l’orientamento e ha
potuto contare su una cultura della
cooperazione già fortemente radi-
cata, in particolare nel Pordenonese.
L’autorevolezza e la stima reciproca
dei promotori e dei partecipanti ha
permesso di superare sia la ritrosia
iniziale ad aggiungere ulteriori ca-
richi di lavoro ad agende già molto
fitte, sia un po’ di “disillusione”, con-
seguenza di esperienze di progetta-
zione esauritesi con il finanziamento
che le ha attivate. Accanto a questo,
soprattutto nelle prime fasi, è stato
opportuno avvalersi della collabo-
razione di un professionista esterno
che ha svolto un ruolo di facilitatore,
permettendo l’introduzione di alcuni
elementi di innovazione che hanno
aiutato a focalizzare le variabili del
processo e a garantire una situazio-
ne favorevole al lavoro comune.
La progettazione è avvenuta su
due tavoli di lavoro paralleli a Por-
denone e a Gemona del Friuli e si è
aperta con un’analisi dei problemi
presenti nell’operatività dei servizi,
che richiamavano la necessità di co-
operazione. La flessibilità del campo
d’azione, voluta dai promotori del
progetto che hanno assunto come
delimitazione l’ambito dell’orienta-
mento, ha permesso di affrontare i
problemi che i partecipanti hanno
evidenziato come più rilevanti e di
dar vita a percorsi differenziati nei
due contesti operativi.
AGemona, l’attenzione si è concen-
trata sui giovani e, in particolare, sugli
adolescenti che non riescono ad im-
postare in modo appropriato un loro
percorso di vita. L’elevata percentuale
di abbandono scolastico nel primo
biennio della scuola secondaria supe-
riore è uno dei segnali più drammatici
di questa situazione ed evidenzia sia
la difficoltà delle realtà scolastiche a
rispondere in forma adeguata, sia il
mancato accesso ai servizi dedicati
per sottovalutazione del problema,
per sfiducia o errata percezione del
ruolo dei servizi. Si è data centralità al
rafforzamento della cultura della rela-
zione in ambito scolastico.
Questa si può concretizzare con:
●
l’accoglienza dello studente;
●
la prevenzione del disagio;
●
l’offertadi risposte adeguate e tem-
pestive per i giovani in difficoltà;
●
ilmiglioramentodel clima in classe;
●
la previsione di comuni obietti-
vi di tutela e di percorsi per rag-
giungerli;
●
il superamento dell’ approccio
emergenziale e volontaristico;
●
il coinvolgimento dei genitori e di
altri attori in una relazione positi-
va con i servizi.
Per rendere più viva tale cultura del-
la relazione è indispensabile rafforza-
re le competenze relazionali presenti,
migliorare i punti e le modalità di con-
nessione dei servizi con coloro che ne
possono beneficiare (studenti, opera-
tori della scuola, famiglie), sviluppare le
relazioni tra i diversi soggetti e attivare
unapresa in carico“integrata”, conmec-
canismi operativi sostenibili, partendo
dalmiglioramentodi quelli inessere.
A Pordenone, il tavolo di lavo-
ro ha rilevato la difficoltà di molte