QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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esterni ed i cittadini nello sviluppo
di sistemi di accountability
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.
Il progetto, presentato da un grup-
po di lavoro del Servizio istruzione
diritto allo studio e orientamento
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,si
propone di realizzare un
sistema in
rete
tra i servizi pubblici, coinvolti,
a vario titolo, nel processo di “aiuto
alla persona”. Attraverso un
modello
condiviso di accoglienza ed invio spe-
cialistico
ai servizi presenti all’interno
della rete stessa, propone di erogare
più efficacemente le prestazioni già
esistenti e innalzare la qualità de-
gli interventi offerti ai cittadini nei
momenti di transizione formativa e
lavorativa, al fine di aiutarli ad iden-
tificare nuovi obiettivi e opportunità
per compiere scelte responsabili sul
piano individuale e sociale.
In questi ultimi anni, i servizi pub-
blici ed il privato sociale sono stati
ampiamente sollecitati a sperimen-
tare una molteplicità di azioni e di
interventi orientativi contraddistinti
da finalità, caratteristiche e moda-
lità operative molto articolate, ma
purtroppo, ancora settoriali e scar-
samente integrate tra loro. Pur rico-
noscendo l’indubbia ricchezza per
la comunità locale rappresentata da
tale pluralità, è ormai evidente come
questo sviluppo non coordinato di
azioni costituisca anche un elemen-
to di debolezza: in
termini di effica-
cia
, perché gli interventi, singolar-
mente presi, non riescono a incidere
sui bisogni sociali cui sono destinati,
in termini di efficienza
, perché c’è un
forte rischio di ridondanza su alcuni
target e di assenza su altri, con un
conseguente utilizzo non adeguato
delle risorse economiche e umane
impiegate.
LA PROGETTAZIONE
PARTECIPATA
La prospettiva di dare risposte
migliori ad uno o più problemi di
un territorio, è un necessario punto
di partenza, ma per la costruzione
di una rete e la sua sostenibilità nel
tempo, sono al pari importanti altri
elementi, quali la presenza di una
cultura di rete, di una matrice comu-
nicativa e organizzativa, di una capa-
cità autovalutativa.
La cultura di rete può essere sinte-
ticamente definita come il riconosci-
mento da parte dei partecipanti del
proprio ruolo e delle relazioni messe
in campo congli altri soggetti e porta
alla disponibilità al lavoro collabora-
tivo e ad attuare eventuali modifiche
al proprio modus operandi al fine di
giungere ad un approccio condiviso
e a pratiche coordinate.
La matrice comunicativa ed orga-
nizzativa è costituita da strumenti
e procedure condivisi attraverso i
quali i componenti interagiscono
tra di loro, scambiano informazioni
e conoscenze, assumono decisioni e
attuano gli interventi. Infine, la capa-
cità autovalutativa si riferisceallapre-
senza di una riflessione permanente
sulla qualità dell’azione, in grado di
alimentare sia una dialettica interna,
utile al rafforzamento continuo delle
competenze specifiche e comuni, sia
a migliorare e rinnovare le forme di
intervento in base a nuovi input, for-
niti dall’esperienza, dalla lettura del
contesto e da apporti esterni.
Si è fatto ricorso alla metodologia
della pianificazione partecipata, per
permettere l’individuazione e la co-
struzione degli obiettivi, degli inter-
venti e delle linee di lavoro da parte
del gruppo tecnico degli operatori e
alla metodologia del lavoro di rete
per consentire i raccordi e l’integra-
zione delle competenze di ciascun
servizio.
In questo ambito, la progettazione
partecipata può fornire un metodo e
alcuni strumenti utili alla costruzione
della rete. Per raggiungere queste
finalità è stata utilizzata la metodolo-
gia del lavoro di gruppo tra operatori
per integrare, nei confronti dell’uten-
za, le procedure di accoglienza,
orientamento, invio e presa in carico
congiunta.