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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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pratiche di accoglienza ed in-
serimento, apprendimento di
italiano L2, valorizzazione del
plurilinguismo, relazione con le
famiglie, orientamento;
“AZIONI PER L’INTEGRAZIONE
CULTURALE”, finalizzate a gestire
i cambiamenti in atto nella scuo-
la: interventi relativi alle relazioni
scolastiche ed extrascolastiche,
discriminazioni e pregiudizi, pro-
spettive interculturali di saperi e
competenze;
“ATTORI E RISORSE”, inerenti gli
aspetti organizzativi e le moda-
lità di collaborazione tra scuola e
società civile.
Con tali premesse e linee diret-
tive, definendo l’accoglienza come
“l’insieme degli adempimenti e dei
provvedimenti attraverso i qua-
li viene formalizzato il rapporto
dell’alunno e della sua famiglia con
la realtà scolastica” (Piano dell’Of-
ferta Formativa), l’Istituto ha pia-
nificato un modello di accoglienza
volto a “facilitare l’inserimento sco-
lastico degli alunni stranieri e crea-
re percorsi specifici e condivisi per
lo sviluppo di un modello educati-
vo interculturale” (ibidem).
Le attività previste dal Protocol-
lo di Accoglienza
1
: comprendono
l’area amministrativa, quella co-
municativo-relazionale e l’educa-
tivo-didattica. Le prime due sono
suddivisibili in accoglienza ed inse-
rimento: il personale di segreteria
si occupa del primo contatto con
la scuola, mentre un membro del-
la Commissione intercultura gesti-
sce il colloquio con i genitori e lo
studente, rilevando la conoscenza
linguistica di quest’ultimo e propo-
nendo l’assegnazione ad una de-
terminata classe.
Nello specifico, agli
studenti stra-
nieri e/o non italofoni
, successi-
vamente alla rilevazione dei dati
linguistico-culturali in ingresso,
viene offerto un supporto lingui-
stico relativo sia alla lingua della
comunicazione sia a quella dello
studio, con corsi pomeridiani attivi
dal mese di ottobre.
Per gli
studenti e le classi che ac-
colgono,
invece, vengono intrapre-
si percorsi di approfondimento e
conoscenza reciproca attraverso
iniziative inerenti la cittadinanza
attiva e interventi di mediazione
linguistica e culturale da parte di
associazioni e gruppi di volontaria-
to; lo scopo è quello di “migliorare
la consapevolezza della propria
identità culturale come valore fon-
dante per ogni tipo di apprendi-
mento” (ibidem).
Ai
docenti
, infine, vengono forni-
ti materiali didattici specifici e do-
cumentazione in lingue diverse, e
viene favorita la partecipazione ad
attività di formazione per docenti
nell' ambito dell'italiano come L2 e
dell'lntercultura, in collaborazione
con il territorio.
Molti sono i punti di forza emer-
si, attribuibili al modello sopracci-
tato. Innanzitutto le competenze
didattiche di certi docenti (alcuni
anche insegnanti di italiano L2) e la
loro sensibilità alle problematiche
che possono emergere nell’intera-
zione con studenti non italofoni; il
supporto reciproco che viene a cre-
arsi tra colleghi, la condivisione e lo
scambio di materiali all’interno del
corpo insegnanti e, ultimo ma non
meno importante, le buone inten-
zioni e la volontà di creare un mo-
dello di accoglienza positivo che
permetta lo sviluppo delle poten-
zialità di tutti gli studenti e vinca
stereotipi e pregiudizi che possono
attivarsi in modo automatico.
Tra le criticità annoverate, viene
infatti citata anche la resistenza di
alcuni insegnanti al cambiamento
e all’apertura al diverso, come ad
esempio l’attribuzione di difficoltà
cognitive a fronte delle difficoltà
linguistiche di studenti stranieri.
Interessante, a tal proposito, il
seguente aneddoto utilizzato con i
colleghi un po’più scettici: la moglie
di un docente argentino in viaggio
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