QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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“Funky business”
è un libro parti-
colare, molto lontano, per lo stile,
dal trattato economico-scientifico
o dal testo sociologico classico; fa
della provocazione la sua arma
vincente ed ambisce a rompere
con gli schemi tradizionali sfruttati
nei testi di divulgazione delle
teorie sul business, che dilagano
sul mercato oggi.
Gli autori, nella prefazione, rive-
lano che l’intento ed il messaggio
del libro è strettamente legato
alla loro storia di ricercatori, con
una rigorosa formazione accade-
mica presso la Stockholm School
of Economics che, ad un certo
punto, si sono trovati a “percor-
rere strade non frequentate, fi-
nendo nei vicoli ciechi della ri-
cerca accademica”; per questo, si
sono spinti verso nuove frontiere.
Il loro obiettivo è stato quello di
individuare una qualche struttura
nel mondo apparentemente di-
sorganizzato che ci circonda, e
seguendo questo filo, facendo
domande, confrontandosi con i
tanti soggetti che nel mercato glo-
bale fanno affari sono arrivati a
FUNKY
BUSINESS
Jonas Ridderstråle, Kjell Nordström
Libri • la recensione
Fazi Editore, 2000
pp. 302
€
18,08
teorizzare quello che hanno chia-
mato
Funky business
.
Basta, affermano, con i progetti
karaoke, che cercano di ripetere,
anche migliorandoli, schemi e
prodotti già esistenti. Il futuro è
nella creatività, nell’accogliere la
sfida che questo mondo degli in-
cidenti, degli imprevisti, della sor-
presa ci sta proponendo.
Il mondo con il quale ci dob-
biamo confrontare, volenti o no-
lenti, è destrutturato, incerto, insi-
curo. L’unica cosa sulla quale si
può fare affidamento è la capa-
cità dell’essere umano di far
fronte agli imprevisti, usando l’e-
lemento in più che l’uomo pos-
siede rispetto alle macchine: il
cervello.
Niente di così estremamente
originale in questo, ma originali
e spiazzanti sono il percorso e
le motivazioni che gli autori ad-
ducono a supporto delle loro af-
fermazioni. Nel loro argomen-
tare non trovano assolutamente
spazio giudizi morali o di valore
rispetto ad un passato che asse-
riscono definitivamente tramon-
tato: l’oggi è questo, per affron-
tare l’oggi i ragazzi si devono
attrezzare, altrimenti ne rimar-
ranno ai margini, verranno meno
al loro compito di responsabili e
protagonisti di questa nuova
“loro” realtà.
A supporto del loro percorso, gli
autori pescano a piene mani
dagli esempi di uomini illustri ap-
partenenti a mondi diversi: dalla
religione alla musica. Punto co-
mune è la visione di un futuro
che rompe completamente con
gli schemi del passato: se in pas-
sato a orientare il mondo della
produzione era la tradizione, la
sicurezza, l’omologazione, ora
tutto questo è diventato un in-
toppo. Per essere competitivi bi-
sogna far largo all’eccentricità,
alla diversità, alla creatività, alla
conoscenza, alla velocità, alla
leggerezza.
Questa rivoluzione è già in atto,
anche se non l’abbiamo voluta,
anche se non ne condividiamo i
valori, è così: nessuno potrà sot-
trarsi.
Nella prima parte del libro, gli
autori portano esempi che giusti-
ficano e spiegano questa
visione
del mondo
: globalizzazione, de-
strutturazione e de-localizzazione
delle aziende, desiderio di libertà,
bisogno di individualità, di inven-
tare e di stupire, cambiamenti
delle tecnologie, cambiamenti
nelle istituzioni e cambiamenti dei
valori.
Al cambiamento dei valori, a
quanto su questo abbia influito la
globalizzazione e le nuove tecno-
logie, viene dedicato ampio
spazio: è uno dei punti “ caldi”
relativamente al modo con cui si
possono rilevare i valori di riferi-
mento della nostra società, o me-
glio dei diversi gruppi o
tribù
dei
quali la società è composta.
Non occorre scomodare ideo-
logie o altro: sono i consumi che
ci permettono di capire che tipo di
persone abbiamo davanti: attra-
verso ciò che compra e dove lo
compra, la gente ci dice chi è. I
mercati con i loro prodotti sono
diventati le nuove cattedrali. Le
nuove chiese intorno alle quali
ogni tribù si raccoglie. Non scan-
dalizziamoci per questo; per
altro, queste affermazioni sono
già state dette e scritte, con altri
toni e intenti, in primis da Naomi
Klein nel suo
No logo
. In ciò che
compriamo (indumenti, cibo,
macchine, casa, ecc.) c’è tutto
quello che sentiamo di essere. La
nostra biancheria intima, così
come la nostra macchina, sono
simboli della nostra visione del
mondo. E, tenendo presente
questo punto, i giovani dovranno
decidere a quale
tribù
vogliono
appartenere, con quale parte
della società e del mercato vor-
ranno connettersi e poi natural-
mente sviluppare delle compe-
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