Progetto2 - page 29

siva secolarizzazione o disincanto
(Max Weber 1986, 1995). L’indi-
viduo inserito in tale contesto
aspira in primo luogo alla propria
autonomia. Nel senso che tende a
sganciarsi sempre più dalle cre-
denze del passato e vuole provare
a fare da sé, attraverso le proprie
capacità ed in particolare la pro-
pria ragione. Ragione e tecnica su-
bentrano alle vecchie ideologie e
nazionalismi, il mercato assume
su di sé il potere a livello globale.
Uno dei capisaldi del pensiero mo-
derno afferma che le proposizioni
che non possono essere dimo-
strate o smentite con i mezzi di-
sponibili all’uomo sono prive di si-
gnificato e quindi indegne di un
discorso serio. Delle cose di cui
non si può parlare (afferma
Ludwig Wittgenstein) è meglio ta-
cere. In tal modo la modernità (so-
prattutto in questa seconda fase),
rende irrilevante la questione del-
l’esistenza o inesistenza di Dio ed
in tal senso l’uomo mederno vive
come se fosse solo nell’universo.
Per colmare tale solitudine, vuoto
interiore, e per fuggire alla
profonda paura di attraversare “la
notte oscura dell’anima”
6
si ri-
fugia nella propria razionalità,
che ritiene di poter controllare e
usare per raggiungere i propri
scopi e nel far questo assume una
parte interna di sé a dominio del
tutto. La razionalità, l’Io in cui mi
riconosco, si pone a dominio del-
l’intero essere. L’Altro interno ap-
pare così difficilmente contatta-
bile, il suo limite si identifica nel
primato del razionale che domina
emotività ed istinti. L’Altro
esterno non è più un nemico ap-
partenente ad un’altra nazione ma
un competitore nell’arena del
mercato globale; egli è considerato
solo in quanto mezzo o meglio
possibile oggetto di consumo, al-
trimenti è emarginato. Nella lo-
gica merce-denaro-merce chi non
può acquistare o vendere rimane
escluso. Infine l’Altro transperso-
nale o trascendente si oggettiva
nella fede di un continuo pro-
gresso dell’uomo grazie alla
scienza ed alla tecnica. Con que-
st’ultima in particolare innesta un
circuito per cui l’uomo che ad-
dotta certe tecnologie e certi stru-
menti non è più l’uomo di prima.
La tecnologia si incarna, entra in
simbiosi con chi l’ha posta in es-
sere, il suo creatore, e lo muta
profondamente, cambia il modo di
vedere il mondo, la sua esistenza,
il suo significato. A sua volta, l’in-
dividuo (soprattutto nella fase di
modernità esplosa, si veda in se-
guito), per rispondere alle ri-
chieste di efficienza sempre più
pressanti, resiste dando sempre
più potere alla parte di sé che può
meglio controllare il proprio Io,
che diviene così sempre più forte
ed espanso. L’uomo sempre più
homo tenologicus
e
oeconomicus
in-
staura così una spirale perversa
nel rapporto individuo/società.
Per paura di affrontare se stesso si
rifugia nella fede nel progresso,
nella tecnica e nel razionale. Il
progresso richiede sempre mag-
giore efficienza. A questa richiesta
l’individuo fa fronte attraverso un
ulteriore rafforzamento dell’Io,
che diviene senza limiti e che ge-
nera un’ulteriore richiesta di effi-
cienza e produttività e così via. Al
tendenziale dominio del mercato e
della tecnica corrisponde dunque
un tendenziale dominio della
parte dell’Io sull’interezza del Sé.
Del razionale che si adatta alle ri-
chieste esterne a scapito dell’au-
tenticità dell’essere. In tal senso,
l’Io si comporta in modo simile ad
un despota che sottomette istinti,
emozioni, sentimenti, e soprat-
tutto spiritualità, l’aspetto più
profondo e sacro dell’uomo. Ciò di
cui l’uomo moderno sente il bi-
sogno, e che emergerà nella post-
modernità. Come si vedrà in se-
guito, nella post-modernità, tale
fede nel progresso e nella tecnica
legati al dominio del mercato glo-
bale, inizierà ad essere posta in di-
scussione e dovrà fare i conti con i
propri limiti.
Altro e postmodernità:
Nel dibattito
sociologico non si considera ancora
la modernità un periodo concluso.
Autori come Habermas (1987),
Giddens (1994), Luhmann (1995),
sostengono con varie ragioni, che
la modernità, sulle basi delle tra-
sformazioni indicate, continui a
svilupparsi, presentandosi semmai
come un
progetto incompiuto
ri-
spetto gli ideali illuministici (per
Habermas), come
modernità radi-
cale
(per Giddens e Luhmann) in
quanto
modernità esplosa
(se-
condo Touraine). Tuttavia, nel
contesto di una tale estremizza-
zione della modernità, difficil-
mente penetrabile c’é anche chi
come Lyotard (1981), Beck
(2000), Touraine (1970), Dahern-
dorf (1963) ed altri che colgono i
segni del cambiamento le cui
tracce si possono scorgere fin dagli
inizi degli anni ’60. In questo pe-
riodo inzia a sorgere la questione
ecologica, della sostenibilità am-
bientale, si comincia in sostanza
ad acquisire coscienza che non
tutto ciò che è possibile fare tecni-
camente sia anche bene farlo in
quanto il rischio è la sopravvi-
venza stessa del pianeta. Da qui la
definizione di Beck (2000)
società
del rischio o dell’incerta sostenibi-
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
27
6
Concetto utilizzato da S. Giovanni della
Croce al fine di rappresentare la notte oscura
della nostra interiorità.
1...,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28 30,31,32,33,34,35,36,37,38,39,...92
Powered by FlippingBook