pare segnare il passaggio da un’a-
gire legato alla
razionalità stru-
mentale
(Horkheimer e Adorno
1974) ad un agire maggiormente
legato ad una ‘relazionalità valo-
riale’. L’individuo postmoderno
non agisce esclusivamente con
l’obiettivo di massimizzare la sua
efficienza ma considera in mi-
sura maggiore anche l’aspetto re-
lazionale ed emotivo, considera
di più la qualità della vita ed i
propri valori. A grandi linee si
può affermare che ciò che si di-
stingue per assenza nella moder-
nità, diviene elemento sperato e
ricercato nella postmodernità.
Ovvero, ci si accorge del valore di
ciò che abbiamo solo quando ne
avvertiamo l’assenza. Ciò vale
per il bisogno di autenticità indi-
viduale e relazionale ma anche il
bisogno di senso e di trascen-
denza. Mircea Eliade in tal senso
tratta del bisogno di Dio e del
sacro proprio nei momenti di ri-
tiro di Dio dal mondo. La post-
modernità con le sue enormi
contraddizioni appare in sintesi
come un’epoca in cui la raziona-
lità si contrappone all’emotività,
ovvero l’utilizzo diviene antitesi
del valore, il possedere e l’appa-
rire all’essere, l’Io all’Altro. Una
fase di forti contraddizioni in cui
emerge con forza il conflitto tra
elementi che sembrano entrare
in contatto dopo molto tempo di
separazione e per certi versi di
segregazione. Questo aumento di
relazionalità a vari livelli, incen-
tivata dal processo di globalizza-
zione e di centralità dell’infor-
mazione, ci trova per molti versi
impreparati in quanto da troppo
tempo abituati ad un più o meno
rigido inquadramento di ruolo.
Abbiamo a che fare con un
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Albino Lucatello, Tetti di Venezia, 1956, olio su faesite, 90 x 70 cm