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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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di un bisogno reale e concreto, il
primo obiettivo è pienamente con-
diviso da tutti i soggetti che fanno
parte a pieno titolo del Comitato
Nazionale.
Il Comitato Nazionale ha prodotto
un documento dove risulta chiaro
l’obiettivo, già perseguito in altre
precedenti legislature, ma che sicu-
ramente oggi può trovare maggiore
fortuna, proprio perché sussistono
le condizioni adatte perché tale lo-
gica di maggiore collaborazione tra
diversi realtà venga premiata. Il Co-
mitato Nazionale si avvale del con-
tributo scientifico di un gruppo di
lavoro in cui i tecnici delle diverse
istituzioni si incontrano, che ha
preparato un documento condiviso
che verrà presto presentato. Quali
sono gli scopi che il Comitato si
pone? Il tema principale è quello di
mettere a sistema le migliori espe-
rienze che la scuola dell’autono-
mia già realizza. Attenzione, mette-
re a sistema le migliori esperienze
non significa raccogliere sulla base
di alcuni parametri e di indicatori
tutto quello che si fa. Mettere a si-
stema significa innanzitutto indica-
re quali sono i temi nodali dell’o-
rientamento e su quali obiettivi
specifici individuare le migliori
pratiche che vengono vagliate in un
gruppo di lavoro misto che non
condivide solamente un’ottica pret-
tamente scolastica, ma possiede
una più estesa ottica di sistema.
L’idea dell’autonomia della scuola,
dalle materne al Ministero, si fonda
su un’attenzione particolare nei
confronti dell’Europa. L’impegno di
questi anni, si è fortemente caratte-
rizzato con un confronto quasi quo-
tidiano con gli altri paesi europei, il
che ha prodotto un contributo mol-
to significativo da parte nostra an-
che nei confronti dei tavoli europei
all’interno dei quali si respira un’a-
ria di forte condivisione dei principi
fondamentali, tra cui il tema della
raccolta delle migliori pratiche.
Altra questione importante da ana-
lizzare, entrando in pieno nel tema
della riforma, è quella della costru-
zione del ‘portfolio delle competen-
ze’, strumento fondamentale sia ri-
spetto al percorso orientativo del ra-
gazzo, che nei confronti della fun-
zione tutorale. Il problema è il se-
guente: nel primo ciclo è richiesto
un fortissimo impegno per fare sì
che tutti gli insegnanti, in modo tra-
sversale, possiedano competenze
orientative per realizzare la funzio-
ne orientativa delle discipline. Inol-
tre, la funzione del tutor deve pre-
vedere la possibilità di individuare
ha messo in pratica, successiva-
mente al passaggio delle competen-
ze inerenti l’orientamento, sono sta-
te quelle di attivare un gruppo di la-
voro informale per cercare di mette-
re a sistema tutte quelle azioni che
ciascuna direzione, o meglio cia-
scun ufficio delle diverse direzioni,
attuava come linee generali e anche
come progetti pilota a supporto del-
l’autonomia e quindi come promo-
zione di buone pratiche a livello di
territorio, ma anche raccogliendo
quello che il territorio autonoma-
mente realizzava. Per centrare que-
sto obiettivo ci siamo sforzati di su-
perare le resistenze che normal-
mente, il Ministero dell’Istruzione e
Università e Ricerca, e soprattutto
le scuole hanno, di dialogare inten-
samente tra loro e con l’università.
Il risultato di tale azione ha permes-
so di individuare e applicare siner-
gie innanzitutto a livello di direzio-
ne della scuola, e maturare poi una
buona intesa anche con l’università,
al fine di costruire delle linee che
potessero caratterizzare il sistema
dell’istruzione, anche allargando le
nostre riflessioni al Ministero del
Welfare, alla Conferenza Stato-Re-
gioni, alle Province e agli enti ed
associazioni che a vario titolo si oc-
cupano del sistema generale dell’o-
rientamento. Da giugno dell’anno
scorso ad oggi è stato possibile rac-
cogliere il consenso di tutti questi
enti attraverso la costituzione di un
Comitato nazionale per l’orienta-
mento.
Il Comitato nazionale si è insediato,
verso la fine del 2004, con un pri-
mo compito di produrre un docu-
mento nazionale condiviso da tutti
gli enti che hanno competenza in
termini di sistema dell’orientamen-
to. Con quali obiettivi? Il primo è
quello di incontrarsi per informarsi
su quello che, nel rispetto delle
competenze di ciascuno, ogni isti-
tuzione mette in campo. Il fine ge-
nerale che l’obiettivo si pone è
quello di contrastare la frammenta-
rietà che caratterizza fortemente ta-
le argomento, inquadrato da un
punto di vista generale, per cui ri-
sulta fondamentale aumentare il li-
vello di conoscenza e di consape-
volezza delle attività messe in atto
dall’intero sistema. Entrare all’inter-
no del sistema in termini di cono-
scenza di quanto disponibile, per-
mette di valorizzare quanto ogni
singola istituzione produce e so-
prattutto rende molto più produttivi
gli interventi che alla fine ritrovano
la loro unitarietà nella persona del-
lo studente. Proprio perché si tratta
pubblicando due testi che riassumo-
no in maniera efficace la situazione
attuale e che contengono alcuni sti-
moli per i decisori, tra cui un ma-
nuale specifico su come creare un
sistema nazionale di orientamento.
All’interno della documentazione
OCSE si evidenzia che per creare un
sistema nazionale di Long Life Gui-
dance è necessario garantire l’acces-
so ad un’informazione esaustiva ed
integrata sull’istruzione, il mercato
del lavoro e l’occupazione. A tal
proposito vengono introdotti concet-
ti relativi all’accesso e all’informa-
zione di qualità, etichettati all’inter-
no della documentazione, con una
terminologia impegnativa
veridicità,
pertinenza, accessibilità
. Per rag-
giungere tali obiettivi è necessario
possedere competenze ad alta speci-
ficità professionale e mettere a bilan-
cio un grande investimento econo-
mico. Strutture di assistenza tecnica
possono creare economie di scala e
agglomerati di competenze in grado
di garantire un’elevata qualità al-
l’informazione erogata direttamente
dai servizi sul territorio.
I lavori della mattinata sono ripresi,
dopo la pausa, con la tavola rotonda
dal titolo “Verso un sistema naziona-
le di orientamento?” che ha visto la
partecipazione di esponenti dei Mi-
nisteri dell’Istruzione e del Lavoro e
delle Regioni e che è stata moderata
dalla prof.ssa Maria Luisa Pombeni
dell’Università di Bologna. Il primo
intervento è stato quello del Diretto-
re Generale MIUR, Direzione Gene-
rale per lo Studente,
Mariolina
Moioli
di cui riportiamo di seguito
alcuni passaggi salienti.
A partire dalla riorganizzazione del
Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-
versità e della Ricerca, avvenuta nel
giugno 2004, il tema dell’orienta-
mento è stato affidato alla Direzione
per lo Studente, dedicata alla sogget-
tività dello studente, luogo dove si
presentano le istanze che, fatte pro-
prie dall’Amministrazione, hanno
poi successivamente risposte in ter-
mini ordinamentali. Tra gli argomen-
ti centrali di cui si occupa la Dire-
zione per lo Studente, si trovano tut-
te le azioni di orientamento, a parti-
re dall’ingresso nella scuola fino al
passaggio all’università, con partico-
lare riferimento alle azioni orientati-
ve che riguardano il passaggio dalla
secondaria di secondo grado all’uni-
versità, quindi una serie di interventi
che coinvolgono scuola e università
insieme.
Le prime attività che la Direzione
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