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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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dei moduli rivolti agli insegnanti
per rafforzare le loro competenze in
termini orientativi. Certamente non
si immagina una funzione esterna
all’impianto scolastico, soprattutto
in questa prima fase, perché si ritie-
ne che tale funzione debba essere
una competenza strutturale della
scuola, coerentemente con il lavoro
che si sta facendo per quanto attie-
ne il decreto legislativo della forma-
zione, il cosiddetto articolo 5, dove
è presente una fortissima attenzione
nella formazione iniziale dell’inse-
gnante all’acquisizione di queste
competenze.
Altro obiettivo importante da per-
seguire è l’idea di costituire e
rafforzare una ‘conferenza di ser-
vizio’ con i referenti dell’orienta-
mento a livello regionale che poi
si interfaccino nel rispetto delle
competenze a livello territoriale
con agli altri enti e soggetti con i
quali si condivide la costruzione
del sistema dell’orientamento per
poi passare dal livello regionale a
quello provinciale. Il fine è quello
di portare un valore aggiunto con
l’apporto di risorse, anche finan-
ziarie, di livello nazionale, perché
ciascuna realtà possa crescere,
non “a macchia di leopardo” ma
progressivamente e omogenea-
mente in termini strutturali. È cer-
tamente un compito difficile ma se
vogliamo confrontarci con i mo-
delli europei non esistono altre
strade. Il tema dell’investimento
sulla formazione è assolutamente
prioritario. La Direzione attual-
mente sta ragionando su alcuni
modelli da testare partendo dalle
migliori esperienze che alcuni uf-
fici scolastici regionali o alcune
realtà provinciali hanno già realiz-
zato, al fine di modellizzare, in
termini di assoluta priorità di ca-
rattere generale.
Un altro tema da non dimenticare
riguarda il coinvolgimento dei geni-
tori. È chiaro che nel primo ciclo la
costruzione del portfolio delle com-
petenze impegna anche una com-
ponente, relativamente nuova, nel-
l’ottica scolastica tradizionale. Non
si tratta più di partecipare, ma di
governare insieme e a questo scopo
sono partiti alcuni seminari interre-
gionali, al nord, al centro e al sud
per coinvolgere i rappresentanti
provinciali delle associazioni stori-
che dei genitori, i quali propongono
riflessioni, hanno opportunità for-
mative di carattere teorico, ma al
tempo stesso elicitano un ragiona-
mento su esperienze individuate
dagli stessi genitori all’interno delle
appannaggio solo di alcune realtà
locali, anche se grandi e di carat-
tere regionale e non comunque
omogenee su tutto il paese. Visto
da una prospettiva nazionale, l’o-
biettivo non è quello di scoprire o
di individuare un nuovo sistema o
un sistema migliore di quanto già
le organizzazioni mondiali abbia-
no fatto, ma di porci a livello na-
zionale davanti alla problematica
di identificare una modalità che
possa permettere di strutturare il
tema dell’orientamento su tutto il
territorio in maniera omogenea.
Cosa abbiamo cercato di fare per
centrare l’obiettivo? Stiamo viven-
do in questi ultimi anni un’inte-
ressante esperienza di dialogo
istituzionale: da qualche anno è
in vigore la riforma costituzionale
che assegna alle Regioni compe-
tenze molto forti in tema di orien-
tamento, materia connotata stori-
camente per un posizionamento
di competenza in due settori di-
sciplinari, scuola e lavoro. È chia-
ra a tutti la differenziazione fra
l’orientamento scolastico e l’o-
rientamento al lavoro, e in questi
anni abbiamo cercato di avviare
un dialogo tra i vari soggetti istitu-
zionali che hanno competenza e
insieme ai quali è necessario lavo-
rare per costruire realmente il si-
stema.
In sinergia con l’iniziativa del Mi-
nistero dell’Istruzione, preceden-
temente illustrata dalla dottoressa
Moioli, il Ministero del Lavoro ha
intrapreso da un anno e mezzo un
percorso di responsabilità istitu-
zionale che ha portato, attraverso
un gruppo informale di esperti e di
dialogo tra esperti e tra le varie
anime del Ministero del Lavoro,
alla definizione di alcuni principi
sulla base dei quali costruire un si-
stema nazionale per l’orientamen-
to. È stato redatto un documento
che delinea alcuni principi gene-
rali, che possono essere condivisi
e dai quali possono derivare ac-
cordi, fasi di regolazione normati-
va affinché il sistema si strutturi.
Molti di questi principi fondamen-
tali sono presenti anche nel docu-
mento del MIUR. Il Ministero del
Lavoro ha inteso condividere i
principi fondamentali e le succes-
sive emanazioni, all’interno di un
partenariato stretto con il partner
istituzionale di riferimento, le Re-
gioni. È stato costituito un gruppo
di lavoro misto, formato da Mini-
stero del Lavoro e Regioni, per ela-
borare le linee regolatorie, non
normative affinché nel nostro pae-
loro scuole. Il focus è sempre pun-
tato sul tema della formazione, per
vedere concretamente come alcuni
principi e indicazioni hanno trovato
una realizzazione pratica in conte-
sti diversi, non necessariamente sol-
tanto di eccellenza. La stessa cosa è
stata fatta con gli studenti: all’inter-
no del Comitato Nazionale sono
presenti sia il forum delle associa-
zioni degli studenti nazionali, sia
gli studenti dell’università.
All’intervento del Direttore del
MIUR, ha fatto seguito quello del
Ministero del Lavoro e delle Politi-
che Sociali con il contributo di
An-
tonio Capone
, Consulente del Ga-
binetto del Ministro, che ha avviato
la sua relazione ricordando come la
materia dell’orientamento nel no-
stro paese ormai non possa più fare
a meno di trasformarsi da una serie
di iniziative, nate progressivamente
in questi anni sulla base di un’esi-
genza percepita dal cittadino, dallo
studente, dal lavoratore, dal disoc-
cupato, in un
sistema
.
Le istituzioni hanno ben chiaro ed
evidente che il fervore legato al-
l’orientamento debba divenire ve-
ramente patrimonio del paese e
per fare ciò è necessario trovare
una sistemazione e una struttura-
zione che sia di carattere contenu-
tistico e di prassi nel fare orienta-
mento e di carattere organizzativo
nello stabilire le migliori modalità
affinché i servizi siano percepiti e
usufruibili da tutti coloro verso cui
sono destinati. È fondamentale an-
che stabilire una articolazione isti-
tuzionale, perché è chiaro che
parliamo di una materia che negli
anni si è evoluta e interessa diver-
si livelli istituzionali. Non a caso
oggi riusciamo a rappresentarli in
maniera compiuta anche grazie al-
le autonomie locali che hanno
grossa rilevanza in questo discor-
so, attraverso il Ministero del La-
voro, il Ministero dell’Istruzione e
le Regioni.
L’obiettivo principale chiaro a tutti è
di cercare di operare affinché il te-
ma dell’orientamento si trasformi in
una serie di iniziative, modificando
la situazione attuale basata su un si-
stema di progetti verso un sistema
strutturato e istituzionale.
Un altro obiettivo, visto dalla pro-
spettiva nazionale, è quello di fa-
re in modo che anche laddove i
sistemi sono già strutturati, ad
esempio ad alcuni livelli provin-
ciali o regionali, la visione gene-
rale o la diffusione non siano ad
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