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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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blema ed inoltre per i CIO la grossa
difficoltà sta nell’adattarsi alla com-
plessità del futuro della formazione.
Quello che diventa sempre più diffi-
cile è la relazione formazione-occu-
pazione. Un fattore nuovo, che è sta-
to oggetto di legislazione, è la vali-
dazione dell’esperienza acquisita
(certificazione), con la quale ci si
uniforma al concetto di formazione
lungo tutto l’arco della vita: ovvero
si tiene conto dell’esperienza di for-
mazione continua lungo tutto l’arco
della vita di una persona. Ciò com-
porta un aggiornamento sul concetto
di validazione ed una maggiore con-
correnza per i servizi sul mercato.
Dal dibattito sul futuro della scuola,
emerge, infatti, che la posta in gioco
strategica è l’orientamento, il quale
genera una forte domanda in termini
di accompagnamento e informazio-
ne da parte del pubblico.
C’è poi una forte aspettativa nei
confronti della ‘visibilità dei servizi
di orientamento’. L’obiettivo è quel-
lo di articolarsi con gli altri partner.
Ma i consulenti di orientamento,
che richiedendo lo statuto di psico-
logi hanno fatto la scelta dell’indivi-
duo, come potranno adattarsi alle
nuove esigenze? Si tenga conto del
fatto che queste nuove esigenze ri-
guardano i servizi che devono forni-
re criteri di valutazione e di qualità.
Ed ancora: in quale modo l’orienta-
mento si adeguerà alla varietà delle
modalità di apprendimento, in un
contesto in cui tali modalità sono
sempre più diversificate e individua-
li? Come contribuire a ridurre il nu-
mero di giovani che abbandonano il
sistema scolastico ed educativo sen-
za possedere una qualifica? Attual-
mente in Francia il 7% dei giovani
abbandona il sistema senza aver
completato nessuna formazione e
senza ottenere nessuna qualifica.
Nonostante tutto ciò che è stato fat-
to a partire dagli anni 70, questa
percentuale non diminuisce: come
intervenire? Come dare un’immagi-
ne più positiva dell’orientamento ai
mestieri, dato che in Francia esso re-
sta connotato negativamente (è visto
come la conseguenza di un falli-
mento) e come accompagnare i gio-
vani e gli adulti nel loro percorso
formativo? Quale partenariato stabi-
lire con le altre strutture di orienta-
mento? Come contribuire al rag-
giungimento degli obiettivi stabiliti
dal Ministero dell’Istruzione per il
2010 e che consistono nell’acquisi-
zione dei saperi fondamentali per
tutti e nella riduzione del fallimento
scolastico? Gli interrogativi aspetta-
no una risposta.
Questo tipo di educazione all’orien-
tamento esiste ancora e gli alunni
delle scuole superiori francesi dedi-
cano una o due ore settimanali a ci-
cli di educazione all’orientamento
con il loro professore principale e
con i consulenti di orientamento.
L’attuale situazione dei centri di
informazione e di orientamento in
Francia è la seguente. Nei CIO lavo-
rano i consulenti di orientamento,
che passano la metà del loro tempo
nelle scuole pubbliche e l’altra metà
nel centro. Nei centri di informazio-
ne e orientamento la loro attività
principale consiste nell’accoglienza
agli utenti di ogni fascia, giovani e
adulti, con particolare attenzione ai
giovani; inoltre nei centri si trovano
a disposizione di giovani e adulti
materiali di documentazione. Vi si
trovano informazioni sul distretto
scolastico, sull’evoluzione del siste-
ma educativo e del contesto lavorati-
vo locale. Attualmente i CIO si sono
uniformati alla logica europea della
formazione lungo tutto l’arco della
vita, ma occorre sottolineare come
l’orientamento oggi si scontri con
l’insoddisfazione degli utenti, poi-
ché esiste una contraddizione per-
manente fra il progetto individuale
di giovani e adulti e la loro assegna-
zione. Per assegnazione si intende il
fatto che, a causa della scarsa dispo-
nibilità di posti in determinati setto-
ri, i soggetti non possono realizzare
completamente il loro progetto e
spesso sono assegnati a settori per i
quali sono inadeguati. La Francia
soffre attualmente di un disagio isti-
tuzionale legato alla forte centraliz-
zazione dello Stato. Solo da pochis-
simo la Repubblica francese ha in-
trapreso un processo di regionalizza-
zione che fatica a prendere piede nel
campo dell’educazione. La necessità
è quella di mettere in atto numerosi
partenariati locali, che già esistono,
ma che non sempre sono formaliz-
zati, e lo Stato deve realizzare un
progetto di trasferimento alle Regio-
ni del personale qualificato nel set-
tore dell’orientamento. Queste sono
le problematiche affrontate nel
2003, nel corso del quale si è dato
vita ad un largo dibattito sul futuro
della scuola e il progetto di decen-
tramento è passato in secondo pia-
no. Si è registrata una forte opposi-
zione da parte dei consulenti con il
sostegno degli insegnanti ed attual-
mente il progetto è sospeso.
La categoria degli orientatori è rico-
nosciuta come statale, ma con delle
difficoltà di funzionamento dovute
ad una cattiva comunicazione. Que-
sto oggi rappresenta un grosso pro-
Il confronto con gli altri paesi è pro-
seguito con la testimonianza di
Na-
tasˇa Sˇ krt Leban
dell’Istituto dell’Edu-
cazione della Repubblica di Slove-
nia – Unità Organizzativa di Nova
Gorica, che ha presentato il servizio
scolastico di consulenza psico-peda-
gogica e di orientamento in Slove-
nia. In particolare il suo intervento,
come possiamo cogliere dalla sua
relazione, si focalizza sul ruolo del
servizio di consulenza nell’ambito
dello svolgimento dell’attività di av-
viamento professionale nel sistema
scolastico e sulla figura professiona-
le del consulente scolastico nelle
scuole elementari in Slovenia.
In Slovenia possono esercitare la
professione di consulente scolastico
diversi esperti: psicologi, operatori
sociali, pedagogisti sociali, pedago-
gisti che assistono persone diversa-
mente abili. In tutto si contano 20 ti-
pologie di requisiti per l’assunzione
di un consulente, poiché la nostra
scuola ha più divisioni e può assu-
mere un numero maggiore di consu-
lenti. Dal momento che è possibile
assumere più di una figura, si prov-
vede ad impiegare esperti con diver-
si profili per creare un’équipe multi-
disciplinare. Il compito del servizio
di consulenza è quello di fornire dei
pareri agli alunni, agli insegnanti ed
ai genitori, di collaborare con gli in-
segnanti e la direzione della scuola
nella pianificazione, nel monitorag-
gio e nella valutazione dello svilup-
po della scuola e di collaborare du-
rante lo svolgimento dei compiti re-
lativi all’educazione ed alla forma-
zione. Il servizio di consulenza nelle
scuole dell’obbligo svolge anche
consulenza professionale e in tale
ambito collabora con i professionisti
dell’Ente per l’occupazione della Re-
pubblica di Slovenia (Zavod Repu-
blike Slovenije za zaposlovanje).
La storia dell’avviamento professio-
nale in Slovenia ha radici antiche:
già negli anni ‘30 si cominciò ad in-
dirizzare in modo organizzato i gio-
vani verso appropriate professioni o
percorsi formativi. Successivamente,
durante la seconda guerra mondiale,
le cose hanno vissuto un momento
di stallo. Un nuovo periodo florido
nello sviluppo dell’avviamento pro-
fessionale si è avuto negli anni ‘50 e
‘60, quando nelle scuole dell’obbli-
go venivano già assunti i primi con-
sulenti. L’avviamento professionale
veniva svolto in intensa collabora-
zione con i consulenti dell’Ente per
l’occupazione. Questi stessi soggetti
hanno anche collaborato negli anni
‘90 alla riorganizzazione dello svol-