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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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durre solo confusione: questo è il
problema.
Qualche tempo fa le Regioni si
erano poste il problema, e devo ri-
cordarlo con orgoglio regionale, di
mettere in fila tutte le loro espe-
rienze. È un ritornello continuo
dall’Unione europea fino all’ulti-
mo funzionario dell’ultima ammi-
nistrazione quello di mettere assie-
me le buone prassi ma nessuno
isolatamente può trovare la solu-
zione. Allora le Regioni si sono
proposte di organizzarsi, di con-
frontare le proprie esperienze, di
cominciare a costruire un sistema
informativo delle esperienze rea-
lizzate. Attualmente è stato varato
un progetto interregionale che
coinvolge 11 Regioni, che prevede
un paio di azioni sostanziali. Co-
struire una banca dati dell’offerta
formativa e costruire una comunità
virtuale degli operatori, costituen-
do dei laboratori di approfondi-
mento. In sostanza stabilire che
cosa si sta facendo, e come si fa e
dove si fa, in modo da permettere
un incrocio non solo convegnisti-
co, ma anche operativo sulle espe-
rienze. I processi sono molto lun-
ghi, comunque adesso siamo riu-
sciti a varare il primo bando per at-
tivare operativamente il progetto.
Il problema è, certamente, sia l’isti-
tuzione di un sistema nazionale tra
“grossi” soggetti, come possono es-
sere le Regioni, ma anche mettere
insieme tutto quell’altro pezzo di
istituzioni che è composto dalle
Province italiane e dai Comuni va-
riamente associati che costituisco-
no poi il circuito nervoso di tutto
questo sistema. Di conseguenza per
arrivare a questo primo risultato c’è
stato un bel passaggio di approfon-
dimento.
Il progetto interregionale che coin-
volge 11 Regioni non risolve i pro-
blemi, è soltanto l’inizio. È un
qualcosa che comincia da qualche
parte, è però la dote che si può por-
tare in termini di esperienza conso-
lidata, che un gruppo di Regioni
piuttosto importante ha messo e
mette a disposizione di tutto il Pae-
se. Stanno entrando dentro questo
progetto anche le altre Regioni e
quindi, progressivamente, l’iniziati-
va ha la caratteristica ineluttabile di
diventare nazionale. Come sapete,
per la maggioranza delle Regioni
siamo a fine legislatura, di conse-
guenza alcune iniziative dovranno
essere confermate e potranno tro-
vare anche risposte diverse rispetto
a quelle che ci sono state finora.
Certo è che a livello istituzionale i
passaggi sono stati compiuti e che
si è costruita una massa critica di
consenso, molto rilevante, che di-
venta tendenzialmente vincolante
e impegnativa per il sistema delle
Regioni.
Sull’altro fronte c’è questa iniziati-
va importante del Ministero del
Lavoro che ha trovato un primo
momento di confronto tecnico con
le Regioni; è stato apprezzato so-
prattutto l’impianto di riflessione e
di approfondimento. Questo docu-
mento proposto dal Ministero è
stato verificato e siamo arrivati al-
la prima conclusione. Dal punto
di vista dell’impianto concettuale
non sembra esserci alcun proble-
ma. La questione sembra essere
semmai di vedere le implicazioni
sul versante operativo. Su questo
sarebbe importante ricordare una
cosa e cioè che noi abbiamo sicu-
ramente su questa tematica la ne-
cessità di un grosso coinvolgimen-
to istituzionale. Il processo è stato
attivato più o meno sostanzial-
mente, più o meno in maniera
soddisfacente perché l’Italia è un
Paese lungo e stretto e quindi ab-
bastanza complesso.
Non perdiamo di vista il fatto che
impostare un discorso come quello
che è stato impostato dal docu-
mento proposto, ha delle implica-
zioni non solo a livello istituziona-
le ma anche a livello sindacale, a
livello contrattuale, a livello orga-
nizzativo, e quindi il problema non
è soltanto validare l’eccellenza dei
principi, ma anche capire come ef-
fettivamente l’organizzazione tiene
dietro a questi principi. È questo il
punto sul quale stiamo riflettendo
e stiamo cercando di mettere in
piedi delle riflessioni più operati-
ve. Siccome questa macchina va
avanti a livello istituzionale piutto-
sto bene, con una dialettica che ci
deve essere, c’è il problema di so-
stenere questi documenti, queste
attività e questi progetti e al mo-
mento noi abbiamo tre entità che
stanno lavorando su questo terre-
no. Una sicuramente è Tecnostrut-
tura delle Regioni, una la conosco
molto bene è l’Isfol che per il Mi-
nistero del Lavoro è quello che
Tecnostruttura è per le Regioni e
l’altro è il Centro Risorse che mi
sembra sia anche coinvolto in ma-
niera molto fattiva su questa opera-
zione. Il problema che io porrei è
quello di trovare una modalità per
cui questo lavoro tecnico di soste-
gno, di “vettovagliamento” infor-
mativo-istruttorio delle prime linee
delle Regioni e dei Ministeri venga
rafforzato a un punto tale da ga-
rantire un’attività coerente e dura-
tura nel tempo per evitare che tut-
to poi si bruci in due convegni, in
due o tre iniziative.
A proposito di convegni e di ini-
ziative nazionali c’è da dire che,
per quanto riguarda il progetto in-
terregionale, le Regioni hanno im-
maginato un evento tecnico di di-
scussione del progetto interregio-
nale e, sull’indicazione degli As-
sessori, ma anche questo andrà
verificato, presumo che questa vo-
lontà verrà confermata. Si è im-
maginato anche alle soglie dell’e-
state un’iniziativa, più politica,
più forte, che coinvolga i Ministe-
ri, a cominciare da quello del la-
voro, su iniziativa regionale in
modo da avere una verifica del-
l’intesa politica che giustamente,
ricordava Capone, dovrà passare,
se avrà trovato conferma, per
quanto riguarda l’esperienza del
documento, attraverso la Confe-
renza Stato-Regioni. Perché in
realtà quello che è sul tavolo sono
tutte esperienze ed iniziative che,
nate con logiche non necessaria-
mente coincidenti, vanno conver-
gendo e quindi vanno sicuramen-
te misurate ad una dimensione
politica più forte.
Infine, per quanto riguarda l’ini-
ziativa del Ministero dell’Istruzio-
ne io credo che siamo in presenza
di una proposta molto valida in
quanto strutturata e in via di ma-
turazione sempre più forte. Que-
sta iniziativa riguarda un segmen-
to sul quale la discussione è anco-
ra aperta e che è il segmento del-
l’orientamento scolastico e come
questo si connette con quello pro-
fessionale. Appare
strategico,
però, operare in stretta coerenza
sui due versanti. Voglio ricordare
che l’Italia ha delle sedi obbliga-
toriamente stabilite per legge, che
sono i centri per l’impiego e tutta
una rete di servizi per l’impiego,
che devono svolgere una certa at-
tività. Ovviamente c’è un proble-
ma di raccordo fra queste e le al-
tre strutture, però l’investimento è
forte e va concentrato su questo
progetto
fondamentale perché
dobbiamo mantenere in piedi una
rete diffusa su tutto il territorio na-
zionale, e garantire un servizio di
livello minimo su tutto il territorio
nazionale.
Dobbiamo pertanto operare di con-
seguenza in un quadro di seria coo-
perazione interistituzionale con ser-
vizi mirati al cittadino e non alle
amministrazioni.
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