lare. Mi è stato dato molto materia-
le per uso pratico, inclusi quattro
opuscoli sulle abilità essenziali per la
vita, per studenti dai sette ai dieci
anni. Queste abilità sono particolar-
mente interessanti perché sono le
medesime su cui la nuova riforma
scolastica sta insistendo.
La relazione del sig. Asad Ahmad
verteva sulle risorse della diversità, la
risoluzione dei contrasti, il dialogo e
l’integrazione culturale. Si è presen-
tato e ci ha chiesto di presentarci a
nostra volta. Ha spiegato il sistema
evolutivo del pensiero di Lemniskat.
Poi ci ha divisi in gruppi e ci ha fatto
riflettere sui nostri nomi di battesimo
(spiegare perché questo nome era
stato scelto, le sue origini, se reagia-
mo nel caso vengano fatti errori or-
tografici nello scriverlo, o sia pronun-
Informa
mente un programma per ridurre le
situazioni di contrasto con il preside
vicario. Sono stata positivamente
colpita dal grande interesse dimo-
strato, da una classe di 29 alunni,
per il filmato sulla carenza di cibo e
la carestia in Etiopia. Dopo la proie-
zione quasi tutti hanno preso parte
alla discussione che è seguita, man-
tenendo ordine e disciplina. Ciò mi
ha ricordato la difficile situazione da
cui provenivo: il pochissimo rispetto
dimostrato da così tanti miei alunni
nei confronti dei docenti e addirittu-
ra dei loro stessi compagni e l’indif-
ferenza verso le più comuni regole
sociali. Gli studenti inglesi erano an-
che vestiti in modo decoroso e puli-
to, i capelli tagliati e pettinati. Un
cartello appeso nella mensa ha su-
scitato il mio interesse: una specie di
vademecum scritto in prima perso-
na contenente dei suggerimenti sul
comportamento corretto da man-
tenere quando si è a scuola. L’at-
mosfera era rilassata, i colleghi in-
glesi non sembravano costretti a ur-
lare o a rimproverare per la maggior
parte della lezione. Gli studenti coin-
volti nel progetto “Educazione tra
Pari” erano a loro agio e orgogliosi
della loro esperienza. Sembravano
più responsabili e maturi a confronto
di altri studenti della loro stessa età;
hanno parlato di problemi giovanili
e di come affrontarli, cosa che mi è
apparsa piuttosto insolita. Sono mol-
to più abituata ad ascoltare degli
adulti che affrontano tali problemi.
Ciò mi ha fatto capire una volta di
più l’importanza di dare voce agli
alunni, di incontrarli e di lasciarli par-
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Novembre, 1956