Spazio aperto
un’idea più articolata del mondo
della tossicodipendenza e contribui-
re attivamente al miglioramento
delle condizioni di vita non solo di
chi vive quotidianamente questo
problema, ma anche di chi gli sta in-
torno, in un’idea di integrazione
gruppo-società. Si punta al recupe-
ro del valore dell’identità del tossi-
codipendente, agendo prima sulla
devianza, poi sulla tossicodipenden-
za. L’idea è di approccio alla perso-
na, non al tossicodipendente: si può
ipotizzare addirittura che l’offrire
una terapia rinforzi lo stigma, per cui
può essere che una parte dei tossi-
codipendenti rifiuti le terapie per
non sentirsi ulteriormente stigmatiz-
zato. E’ un gruppo di strada, rivolge
alla strada le sue attenzioni più signi-
ficative. E’, anche, un gruppo che si
è tolto dalla strada, promuovendo
al suo interno regole e stili di com-
portamento diversi rispetto ai codici
che sulla strada dettano legge. Lo
stesso gruppo che prima si ritrovava
in strada per usare sostanze, ora
con modalità diverse si trova per
obbiettivi diversi, in una sua sede. E’,
infine, un gruppo che per la preca-
rietà delle condizioni passate di vita
dei membri, si trova spesso ad aver
a che fare con loro interruzioni di
percorso, magari per scontare pene
di dieci anni prima. Questo gruppo
ha da tre anni una sede aperta tut-
ti i giorni, che si prefigura come un
ponte, un luogo fisico e ideale di
scambio, di dialogo con la città.
A spiegare cosa sia la sede per i ra-
gazzi forse c’è riuscito meglio di tut-
ti Romeo. Dice testualmente: “La
sede per me è un posto in cui si può
affrontare il problema tossicodipen-
denza senza per forza rivolgersi a
strutture elefantiache. Anche la se-
de è collegata in varie forme al
SerT, ma per venire qui non serve te-
lefonare prima, non è necessario
avere una motivazione eclatante o
un’urgenza qualsiasi: qui si entra li-
beramente e si incontrano persone
a posto che si ritrovano anche solo
per il piacere di stare insieme. Que-
sto mi gratifica per due motivi: il pri-
mo perché fa bene a me stesso
confrontarmi con ragazzi sereni e
affidabili sotto tutti i punti di vista,
poter dialogare di tossicodipen-
denza o di Formula 1 senza l’obbli-
go di dover per forza parlare dei
miei problemi. E il secondo punto è
che vedere queste persone che ce
l’hanno fatta ad uscire, che sono
qui di fronte a me, che sono reali,
esistono veramente, è di stimolo per
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Riflessi, 1958 ca.