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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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pianeta si è aperto all’infinito. Per
concludere cosa vorrei dire, ecco
vorrei dire che, secondo me,
quando parliamo di didattica, pe-
dagogia, ecc. o teniamo conto di
questi cambiamenti, elaboriamo il
vissuto di questa grande, nuova ci-
viltà che sta nascendo o facciamo
fatica a comunicare. Oppure co-
munichiamo delle cose che non è
il caso di comunicare. Io non è
che non leggo Leopardi anche
adesso, lo leggo, nei momenti di
depressione soprattutto, ma co-
munque lo leggo. Però devo tene-
re presente il nuovo, e come nelle
arti, che c’è un’infinita serie di
nuove espressioni artistiche che
emerge e che è il prodotto del pro-
gresso tecnico-scientifico. Il cine-
ma non è più l’avanguardia del
cambiamento, però lo è stato per
cinquant’anni. Ed ogni civiltà assi-
curando un cambiamento tecnico
scientifico, consente poi una nuo-
va creatività, una maniera nuova
di essere creativi e di inventare il
futuro. Per la didattica e la peda-
gogia e via dicendo, beh, i giova-
nissimi evidentemente emergono
già all’interno di questa civiltà
nuova, neanche si rendono conto
del cambiamento. Abbandonano
completamente il passato? Beh no,
noi sappiamo che dopo una tem-
pestosa navigazione fino ai 18 an-
ni, quando raggiungono la mag-
giore età, se gli domandi quali so-
no le cose principali rispondono
di nuovo: la famiglia, la fedeltà,
ecc., alcune delle cose tradiziona-
li, però la chiave di lettura e di co-
municazione di tutto questo è
cambiata. Allora secondo me è im-
portante che la didattica e la peda-
gogia e la scuola e l’università
cambino e si adeguino ad una
nuova civiltà.
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