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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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zione presenti nella società e
nella propria comunità.
A seguito di alcune esperienze
nei settori dell’educazione, del-
l’handicap, degli anziani, i parte-
cipanti al progetto possono sce-
gliere di effettuare un tirocinio
della durata di circa due mesi in
uno dei settori “incontrati”, af-
fiancati dai volontari (e dagli ope-
ratori) coinvolti nell’iniziativa.
Da quest’anno il percorso preve-
de anche lo svolgimento di alcuni
incontri
di
carattere
informativo/formativo organizzati
in collaborazione con diverse as-
sociazioni del territorio (con le
quali non è previsto lo svolgimen-
to del tirocinio). Gli incontri, de-
nominati “Serate Aperte” in quan-
to rivolti anche ai giovani che non
aderiscono al progetto, hanno lo
scopo di far conoscere agli adole-
scenti problematiche e settori
d’intervento con i quali probabil-
mente non entrerebbero in con-
tatto (es. rapporti Nord/Sud, inter-
cultura, commercio equo e soli-
dale, tutela dei diritti umani, pena
di morte e tortura nel mondo, tu-
tela delle minoranze linguistiche
locali…).
Finora i partecipanti al progetto
sono stati 42, provenienti da 8
Comuni diversi (sommando gli
iscritti al primo percorso formati-
vo, svoltosi tra febbraio e maggio
2002, e gli aderenti attuali - il
percorso è partito in febbraio e si
concluderà in giugno). Il progetto
ha inoltre coinvolto a vario titolo
circa 40 volontari di diversi grup-
pi (Amnesty International, Bute-
ghe dal Mont, Centro Giovanile
Parrocchiale Glemonensis, Patrie
dal Friûl, Coordinamento delle
Associazioni Culturali e di Volon-
tariato
Sociale,
Gruppi
A.G.E.S.C.I. di Gemona e Mog-
gio, Gruppo Special) e oltre 30 tra
insegnanti e operatori (assistenti
sociali, animatori, educatori, in-
fermieri…) impiegati nei Servizi
del territorio (Servizio Sociale dei
Comuni, Centro Socio Riabilitati-
vo Educativo, Centro Anziani).
Circa 15 giovani (tra coloro che
hanno aderito alla prima edizione
del progetto) hanno proseguito il
loro impegno nel volontariato,
entrando a far parte di una asso-
ciazione oppure svolgendo occa-
sionalmente attività di volontaria-
to (es. visite agli anziani nelle ca-
se di riposo, animazione nei Cen-
tri Estivi e nei soggiorni per disa-
bili…).
In generale, la valutazione dei
due progetti da parte delle Scuole
coinvolte (attualmente si tratta di
un Liceo Scientifico, un Istituto
Tecnico Commerciale e per Geo-
metri, un Istituto Professionale) è
positiva. Gli insegnanti ritengono
che il discreto (e in alcuni casi
buon) interesse suscitato tra gli
studenti dal progetto “Volontaria-
to in classe” e l’alta partecipazio-
ne di giovani al “Progetto Miri-
guarda” abbiano messo in evi-
denza il bisogno e la volontà di
ricerca, da parte degli adolescen-
ti, di occasioni nuove di impegno
e partecipazione, anche nella di-
mensione dell’aiuto al territorio.
Oltre a ciò, il “Progetto Miriguar-
da” (in modo particolare) sta deli-
neando un cambiamento cultura-
le in atto e sta stimolando una ri-
flessione sulla difficoltà che le
realtà tradizionalmente impegna-
te nell’educazione/formazione
dei giovani (Parrocchie, Scouti-
smo) incontrano nel coinvolgere i
giovani in percorsi innovativi.
È utile precisare, infine, che la fi-
nalità educativa alla quale mira il
“Progetto Miriguarda” si propone
di ampliare l’orizzonte d’azione
finora tracciato. I promotori del-
l’iniziativa, infatti, vorrebbero ca-
ratterizzarla ancor più in ordine
ad obiettivi di tipo pedagogico,
anziché rispetto alla finalità di far
entrare i giovani del mondo del
Volontariato. Le esperienze e le
attività proposte, la conoscenza
dei vari bisogni del territorio, il
contatto con gli operatori e i vo-
lontari impegnati nel rispondere a
tali bisogni mirano a formare nei
giovani una mentalità attenta alle
esigenze locali, capace di discer-
nere bisogni e problemi, di ana-
lizzarli criticamente, imparando a
formulare ipotesi e possibili solu-
zioni. Questa finalità, che potreb-
be diventare anche una modalità
di lavoro per un progetto formati-
vo da svolgere in classe (es. pre-
sentando agli studenti un proble-
ma di tipo sociale ed invitandoli
ad elaborare delle soluzioni con
tecniche di tipo cooperativo), po-
trebbe essere particolarmente
coinvolgente per i giovani e po-
trebbe aiutarli a comprendere il
contesto locale, il ruolo delle Isti-
tuzioni e quello del Volontariato.
Potrebbe contribuire, infine, ad
orientare le future scelte di studio
e professionali al termine dell’i-
struzione secondaria…
I RAPPORTI TRA SCUOLA,
SERVIZI E TERRITORIO
NELL’ESPERIENZA DEI PROGETTI
“GENITORI IN CERCHIO”
E ”FACCIAMO IL PUNTO”
La nostra società è stata recente-
mente caratterizzata da profonde
trasformazioni sociali e culturali
che hanno condizionato in partico-
lare l’evolversi dell’istituto familiare
ed hanno talvolta agito negativa-
mente sulle condizioni di vita
dei/delle bambini/e. In questo con-
testo è andato modificandosi anche
il ruolo di genitore con l’emergere
di una sempre più chiara responsa-
bilità educativa connessa al mettere
al mondo dei/delle figli/e .
Gli stessi dati statistici sulle separa-
zioni e sui divorzi sono, al proposi-
to, particolarmente significativi: il
momento della nascita del primo fi-
glio costituisce, insieme a quello in
cui i figli si sposano, quello di mag-
giore crisi della coppia, soprattutto
se giovane. Tale evento, infatti acui-
sce generalmente il disagio connes-
so al diventare genitori e pone quin-
di la necessità di un intervento di
sostegno.
Tale bisogno, peraltro, è proprio an-
che dei genitori che hanno bambi-
ni/e più grandi, poiché, in generale,
essi appaiono difficilmente in grado
di riflettere sulle loro competenze e
sulle loro stesse esperienze; il ri-
schio è di una eccessiva valutazione
della cultura “scientifica”, con un
conseguente atteggiamento di di-
pendenza.
L’intervento rivolto ai genitori, che
si configura come sostegno al ruolo
ed alle competenze genitoriali, de-
ve essere realizzato individuando
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