QO21 - page 119

20
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
21
La caratteristica di questo modello è
quindi riunire e far lavorare assieme, in
uno stesso luogo, i diversi operatori
provenienti dai partner in attività di ac-
coglienza, consulenza, documentazio-
ne e organizzazione di eventi e work-
shop, rimandando in un secondo mo-
mento alle singole strutture specializ-
zate per gli specifici servizi (Servizi per
l’impiego, centri di orientamento terri-
toriali, centri di formazione, ecc..). Si
pone a monte dei servizi di orienta-
mento, formazione, istruzione, impie-
go presenti sul territorio.
La metodologia di fondo consiste, in-
fatti, nel rispondere in maniera unita-
ria, partendo dai mestieri e dalle pro-
fessioni, alla domanda dell’utente (ser-
vizio alla persona), e indirizzando alle
specificità degli organismi esistenti sul
territorio quando e se l’utente ha chia-
rito meglio il proprio bisogno di orien-
tamento e professionale, senza lasciar-
lo solo nella propria ricerca e nella
scelta. Si tratta di un servizio al singo-
lo, fondato sul principio di fornire una
risposta ad ogni individuo secondo la
propria specifica domanda ed è gratui-
to.
Una delle finalità è la sperimentazione
comune di innovazioni, strumenti, me-
todologie, da diffondere poi anche nel-
le diverse istituzioni partner per mi-
gliorare la qualità del sistema locale. Il
collegamento europeo, il grande uso di
tecnologie multimediali e di rete, l’o-
rientamento alle professioni come per-
corso continuo nella vita dell’indivi-
duo, l’integrazione di diversi partner e
la definizione di metodologie comuni
per il controllo della qualità e degli
standard ne fanno un modello che sta
suscitando molto interesse non solo
per il popolo giovanile ma soprattutto
per gli adulti.
Infatti, come servizio al cittadino si ri-
volge tanto al bambino di tre anni che
al pensionato e anche oltre. Si basa
sulla logica dell’orientamento lungo
tutto l’arco della vita, senza più distin-
guere tra orientamento scolastico, pro-
fessionale e personale, e in più ha co-
me caratteristica distintiva l’orienta-
mento alle professioni come percorso
continuo nella vita dell’individuo.
Rilevanza nel servizio : fascia adulti
Pur se nell’approccio con il pubblico
delle CdM l’anonimato è d’obbligo, in
ogni Città si effettua un continuo moni-
toraggio dell’utenza, sia attraverso tec-
niche di customer satisfaction sia me-
diante le analisi dei consiglieri (attraver-
so la ‘scheda di giornata’ e l’utilizzo di
uno strumento specifico quale le check
list). Dal 29 Gennaio 2001, data dell’i-
naugurazione della prima Città dei Me-
stieri e delle Professioni italiana, quella
di Milano, sino ad oggi si è rilevato che
mediamente il 60% degli utenti appar-
tiene alla fascia adulta (con un’età su-
periore ai 25 anni, più posizionati fra i
30/35 e 40/45). Molti adulti si rivolgono
alle CDM perché non hanno trovato al-
tri servizi a cui riferirsi, oppure perché
si sentono più liberi di guardarsi intor-
no, soprattutto in un processo difficile
come può essere il cambiamento lavo-
rativo o il reinserimento nel mondo del
lavoro. Considerando che le CDM sono
organizzate in ‘poli’ (chiamati ciascuno
con un verbo a sottolineare la pro-atti-
vità che si richiede all’utente) quelli
maggiormente gettonati dall’utenza
adulta sono: ‘cercare lavoro’, ‘cambiare
lavoro’, ‘crearsi lavoro’. In un primo
tempo il polo ‘orientarsi’ è meno fre-
quentato da questo tipo di utenza in
quanto quella dell’orientamento è rite-
nuta un’azione da giovani. Invece, do-
po un primo approccio presso gli altri
poli, è proprio in quest’ultimo che tro-
vano più riferimenti. Infatti l’adulto ha
bisogno, più del giovane, del contatto
umano con il consigliere e molto meno
considerato è l’approccio libero all’au-
torientamento, soprattutto se tecnologi-
co (con differenze però di fasce di età
all’interno). Nulla toglie che però le
CDM abbiano comunque sviluppato
strumenti multimediali a supporto del-
l’orientamento (ad esempio per la valu-
tazione di valori, delle capacità im-
prenditoriali, per la ricerca di annunci e
opportunità lavorative, per l’approfon-
dimento e confronto con profili profes-
sionali, ecc.). I tempi di fruizione si dif-
ferenziano e sono per lo più spezzetta-
ti. In generale, sono molto brevi quelli
richiesti per la ricerca di soluzione al
problema. Gli eventi (quelli pensati in
modo specifico e molto finalizzati) so-
no spesso lo strumento che avvicina
questo pubblico alle CDM oltre al pas-
saparola. Quest’ultimo è ancor più for-
te per le fasce deboli.
Per l’adulto la funzione di primo contat-
to con il consigliere spesso sostituisce
l’accoglienza e il ritorno al tavolo del
consiglio è legato al momento della ve-
ra decisione di iniziare a scegliere. È lì
che il compito della CDM si sfuma ver-
so il rinvio ai servizi specialistici pre-
senti sul territorio (quando ci sono, o a
momenti di approfondimento organiz-
zati). Una curiosità: spesso dopo le visi-
te degli studenti aumentano gli adulti
che hanno saputo delle CdM dai figli e
ancora soprattutto le donne che devono
rientrare a lavorare, spesso si fanno ac-
compagnare dai figli adolescenti. Si
apre un dialogo generazionale.
Il far vivere la CDM come luogo di
continuo ritorno nella propria vita, co-
me una tappa di confronto e riflessione
sul proprio progetto non solo profes-
sionale ma anche personale è ciò che
rende questo modello uno strumento
di democrazia. Mettere a disposizione
compétences. L'orientation Scolaire et
Professionnelle. 30, n°4, 485-510
Lemoine, C. (Ed.) (1998). Evaluation et
bilans de compétences. Revue Eu-
ropéenne de Psychologie Appliquée.
48, n°4, numéro spécial
Lemoine, C. (2002). Se former au bilan
de compétences. Paris, Dunod
Roman, S. (2002). Méthodologie de re-
stitution à un test d'intérêts profession-
nels et appropriation des résultats par
le bénéficiaire. Université de Lille 3.
II Sessione Esperienze e strumenti a
confronto
Interventi per adulti
nell’esperienza italiana
delle Città dei Mestieri
Alda Salomone
ISFOL
La Città dei Mestieri e delle Professioni
(CdM) è un nuovo servizio al cittadino
che integra lavoro, formazione, orien-
tamento, creazione di lavoro autono-
mo. Il modello delle Città dei Mestieri
nasce in Francia e sta suscitando mol-
to interesse, oltre che nel nostro paese,
anche in Spagna, Portogallo e Belgio.
In Italia sono già aperte tre Città dei
Mestieri e delle Professioni (a Milano,
Genova e Cagliari) due apriranno a
breve (Taranto e Fano, in provincia di
Pesaro-Urbino) e altre realtà sono inte-
ressate. All’ISFOL (Istituto per lo svi-
luppo della formazione professionale
dei lavoratori) è stato attribuito dal Mi-
nistero del Welfare e dal Comitato Tec-
nico delle Regioni il ruolo di struttura
di assistenza tecnica sul territorio ita-
liano. L’attività è stata inserita nell’am-
bito delle Azioni di Sistema - FSE dei
PON del Ministero del Welfare.
Specificità delle Città dei Mestieri: un
servizio a tutti i cittadini
L’integrazione che caratterizza le Città
dei Mestieri si esplicita nella loro di-
mensione e struttura organizzativa:
ogni CdM unisce in uno stesso spazio i
diversi attori impegnati sulle tematiche
dell’orientamento, della formazione e
del lavoro a livello territoriale (le istitu-
zioni. Regione, Provincia, Comune,
Direzione regionale scolastica, Uni-
versità), le rappresentanze produttive e
le parti sociali, gli organismi speciali-
stici. I servizi offerti si rivolgono a tutti
i cittadini, giovani e adulti, studenti e
lavoratori, per tutta la durata della loro
vita scolastica e professionale.
1...,109,110,111,112,113,114,115,116,117,118 120,121,122,123,124,125,126,127
Powered by FlippingBook