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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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cluse discipline di tipo naturalistico,
paleontologia, astronomia.
Nell’area
informatica
sono compresi i
molteplici corsi, articolati su vari livel-
li, relativi all’Informatica generale o di
base e all’Informatica più specialistica.
È oggi l’area più diffusa. In alcuni CTP
l’articolazione dei corsi è notevole.
Nell’area
salute
ricorrono i corsi di
educazione alla salute, di educazione
alimentare presenti in alcuni CTP.
Nell’area
giuridica
rientrano diversi cor-
si di diritto e di cultura giuridica in ge-
nerale. È un’area ancora poco diffusa.
Nell’area
orientamento e lavoro
sono
inclusi corsi di avvio all’imprenditoria-
lità, di orientamento al lavoro, di co-
noscenza del mercato del lavoro, di
utilizzo degli strumenti del colloca-
mento professionale.
Nell’area
artistico
-
musicale
-
espressiva
sono comprese attività definibili nei
termini di apprendimenti “disinteressa-
ti”. Rientrano qui una gamma di corsi
che vanno dalla scrittura creativa alla
storia dell’arte, alla storia della musica.
Nell’area di
espressione corporea
rientrano attività legate al corpo, in
senso fisico e psico-fisico, che com-
prendono ad esempio le tecniche di
rilassamento.
Nell’area dell’
economia domestica
so-
no comprese attività come il taglio e
cucito o il decoupage.
Nell’area
sociale
rientrano corsi sul te-
ma dell’assistenza a persone anziane e
a portatori di handicap, corsi sulla co-
municazione nei rapporti interperso-
nali e attività formative per animatori
di comunità. Anche le attività offerte ai
detenuti sono comprese in questa area.
Nell’area della
formazione tecnica
so-
no comprese attività corsuali erogate
in integrazione con il sistema della
Formazione professionale. Si tratta in
genere di corsi preprofessionalizzanti,
un primo approccio alla professione
per sperimentare alcune cose in previ-
sione di un percorso più lungo che si
potrà fare eventualmente nei centri di
formazione professionale.
Mi sembra importante sottolineare che i
CTP della regione cercano di rispondere
alle necessità formative in relazione alle
richieste del mercato del lavoro e del ter-
ritorio, ma non perdono di vista il fatto
che l’uomo è unità e questa unità deve
essere mantenuta nella sua formazione
creando le condizioni favorevoli all’evo-
luzione di ogni persona e non di una
parte soltanto, quella cioè in grado di of-
frire risposte alla selezione che il mondo
dell’economia sta imponendo spietata-
mente attraverso il processo di globaliz-
zazione. La formazione rivolta all’uomo
intero, all’uomo che lavora ma anche al-
l’individuo carico di una sua propria sto-
ria, di una sua esperienza, di sue idee e
convinzioni, esperienze, affetti, bisogni,
motivazioni, doveri.
Detto in altre parole il problema dello
sbocco professionale e dell’inserimen-
to lavorativo è importante nell’EdA ma
secondario rispetto al problema di che
cosa vuole la persona, al di là delle op-
portunità di lavoro esistenti in un terri-
torio e dei percorsi formativi che pos-
sono tradurre quelle opportunità in
possibilità di assunzione. Qui sta una
differenza fondamentale con la F.P. che
invece risponde al criterio di indivi-
duare e formare figure professionali ri-
chieste dalle imprese.
Alla fine dei corsi, in genere, viene
chiesto agli utenti di dare una valuta-
zione attraverso questionari che misu-
rano soprattutto il gradimento dell’atti-
vità offerta.
• Accoglienza e tutoraggio
Nell’accoglienza il docente dovrebbe
entrare in rapporto con il singolo iscrit-
to e condurre un ragionamento rispet-
to ai motivi che lo hanno portato lì, al-
le cose che si aspetta, alle cose che gli
piacerebbe fare. Un confronto faccia a
faccia su ciò che ciascuno vuole e su
quello che realisticamente può avere.
Ma l’attività di accoglienza è resa diffi-
coltosa dai grandi numeri per cui in
genere si limita ad un incontro colletti-
vo per i corsi brevi e si riserva per i cor-
si lunghi un incontro individuale.
Con una media di 7-800 persone è
problematico fare un bilancio di com-
petenze, fare un patto formativo, dare
una risposta forte di rimotivazione e
riorientamanto a livelli diversissimi (si
va dai molti immigrati colti che vengo-
no e sanno benissimo che cosa voglio-
no, ai drop out, ai pensionati, ai giova-
ni che cercano un lavoro, ai meno gio-
vani che stanno perdendo un lavoro).
Gli insegnanti alfabetizzatori e i coor-
dinatori del consiglio di classe assu-
mono in genere anche il ruolo di tutor.
Il compito principale di questa figura
sembra essere quello di rimotivare in
presenza di segnali di abbandono.
Il ruolo degli IRRE
Il Ministero della Pubblica Istruzione
ha affidato agli IRRSAE il compito di
sostenere la nuova cultura dell’Educa-
zione degli Adulti dopo l’emanazione
della 455/97. In particolare due com-
piti sembravano prioritari:
• Qualificare professionalmente tutti
gli operatori come risorsa per ri-
spondere ai bisogni differenziati del-
l’utenza, come ricerca di nuove stra-
tegie operative.
• Mettere in rapporto aree formative
tra loro separate quali quella forma-
le, informale e non formale.
Gli IRRSAE sono stati chiamati ad ela-
borare collettivamente un progetto na-
zionale e poi a declinarlo in scala re-
gionale in relazione ai bisogni specifi-
ci riscontrati nei vari contesti.
L’IRRSAE del Friuli Venezia Giulia dal
1999 ha proposto una serie di inter-
venti formativi per il personale dei CTP
e dei corsi serali delle scuole superiori
su vari temi: l’accoglienza, la progetta-
zione e la realizzazione di percorsi in-
tegrati, la modularità, il metodo auto-
biografico, la pedagogia della Gestio-
ne Mentale.
Uno degli obiettivi che si è proposto
l’IRRSAE è stato quello di mettere in co-
municazione i vari CTP e di far scam-
biare esperienze. A questo fine ha orga-
nizzato corsi di alfabetizzazione infor-
matica per docenti in modo da metterli
in grado di scambiarsi materiali e infor-
mazioni via e mail e di consultare i siti
dedicati all’EdA e ha lavorato sulla do-
cumentazione delle esperienze didatti-
che. Dall’anno 2002 ha anche attivato
gruppi di lavoro per settori dell’EdA per
rendere più stretti i rapporti tra inse-
gnanti che seguono determinate aree, in
modo da rendere più omogenea l’offer-
ta formativa dei vari CTP.
La sperimentazione
del bilancio di competenze
nei Centri regionali
di orientamento
Piero Vattovani
Struttura Regionale di orientamento –
Regione FVG
Motivi e origine della sperimentazione
I Centri regionali di orientamento, spe-
cie nelle attività di sportello, incontra-
no sempre più spesso nuove categorie
di utenti (giovani e adulti esterni ai si-
stemi formativi) che esprimono bisogni
di orientamento che non trovano rispo-
ste soddisfacenti nella sola azione
informativa o nei colloqui di consulen-
za orientativa tradizionali, centrati
molto sul supporto alla scelta.
Il BdC pare essere una metodologia
particolarmente adatta per affrontare,
con nuove risorse professionali, la que-
stione della consulenza orientativa de-
gli adulti.
L’OB. europeo 5B ha fatto da cataliz-
zatore offrendo le risorse necessarie ad
organizzare una sperimentazione di
qualità.
Caratteristiche peculiari del progetto
Sono stati coinvolti operatori e Centri di
orientamento stabilmente operanti sul
territorio (impatto non occasionale);
i consulenti di bilancio sono stati for-
mati a partire da una competenza pro-
fessionale già elevata e omogenea (psi-
cologi con esperienza decennale nel-
l’area dell’orientamento scolastico);
il percorso viene sostenuto da un pro-
gramma mirato di formazione, di assi-
stenza tecnico - progettuale e di super-
visione dei casi;