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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Sviluppare negli allievi consapevolezza
circa le proprie conoscenze e capacità in
rapporto alle quali diagnosticare bisogni
e formulare obiettivi è ben diverso che ri-
levare i livelli di partenza perché poi il
docente possa programmare il suo corso.
Non si tratta di elaborare un semplice
programma e neppure un pacchetto pre-
confezionato, ma un vero e proprio pro-
getto di apprendimento attraverso una
pianificazione comune e poi gestire le at-
tività di apprendimento che devono ave-
re le caratteristiche di modularità, flessi-
bilità e certificabilità.
3 Flessibilità, modularità e certifica-
zione delle conoscenze
La modularità è indispensabile per
passare da un sistema chiuso e lineare
ad un sistema aperto e componibile.
L’accordo Stato regioni del 2 marzo
2000 dice espressamente che “il mo-
dello formativo dell’EdA si caratterizza
per la modularità dei percorsi aperti e
per la flessibilità dei moduli che lo
compongono, ognuno finito in sé e ri-
conosciuto, eventualmente quale cre-
dito formativo”.
Il riconoscimento dei crediti serve a
scontare un certo numero di ore di
istruzione/formazione dal tempo ne-
cessario per conseguire un determina-
to risultato nel processo formativo (es.
titolo o qualifica) e favorisce il passag-
gio in senso orizzontale e verticale tra
i diversi segmenti del sistema.
Nel memorandum sull’istruzione e la
formazione permanente elaborato dal-
la Commissione europea si sollecita la
valorizzazione dell’apprendimento
conseguito in contesti diversi, quindi
non solo quello formale, cioè realizza-
to nell’Istruzione e nella Formazione
professionale e che porta all’ otteni-
mento di diplomi e di qualifiche rico-
nosciute, ma anche quello non forma-
le, realizzato per es. in ambito lavora-
tivo o in associazioni, sindacati, partiti
ecc. e di quello informale che deriva
dall’esperienza di vita.
Per il riconoscimento dei crediti biso-
gnerebbe:
• descrivere ogni segmento di espe-
rienza formativa in termini di com-
petenze sulla base di standard omo-
genei, correlate agli obiettivi forma-
tivi dei moduli
• istituire apposite intese tra le istituzio-
ni scolastiche, le agenzie di formazio-
ne e altri soggetti interessati per il ri-
conoscimento del valore dei crediti
• applicare il sistema di passaggi tra
percorsi formativi diversi.
Ma non si è ancora giunti alla definizio-
ne di un sistema nazionale di certifica-
zione delle competenze in funzione del
reciproco riconoscimento dei crediti for-
mativi. Nella pratica dell’EdA vi sono
esperienze di certificazione delle com-
petenze e riconoscimento dei crediti, ma
mancano di omogeneità e difficilmente
sono riconducibili a standard.
Le uniche aree in cui sono definiti dei pa-
rametri generali e delle procedure stan-
dardizzate per la misurazione e la valu-
tazione delle competenze sono quelle
che riguardano le competenze informati-
che, le lingue straniere e l’italiano come
L2 per stranieri. Si tratta di certificazioni
esterne, da parte di enti istituzionali che
assumono il ruolo di certificatori, ciò si-
gnifica che la certificazione è opera di
soggetti distinti dai soggetti erogatori del-
la formazione e che avviene in modo in-
dipendente dalle modalità secondo cui
la competenza si è formata (attraverso
processi formali di formazione o al di
fuori di essi). La certificazione esterna
comporta un costo per l’utente.
I CTP del Friuli Venezia Giulia
• dislocazione
Nel Friuli-Venezia Giulia sono attivi
15
CTP: 2 a Trieste città, uno a Gorizia e
uno a Staranzano (GO), 2 a Udine città
e 5 nella provincia di Udine, uno a Co-
droipo, uno a Tolmezzo, uno a San
Giorgio di Nogaro, uno a Gemona del
Friuli, uno a Cividale; 4 in provincia di
Pordenone, uno a Torre di Pordenone,
uno a Sacile, uno a Prata di Pordenone
e uno a San Vito al Tagliamento.
10 CTP hanno come riferimento am-
ministrativo e didattico la scuola del-
l’obbligo (Istituti comprensivi o scuole
medie), 5 hanno la loro sede presso la
scuola superiore.
• analisi del fabbisogno formativo del
territorio
I CTP cercano di esplorare, sulla base
dell’analisi di alcuni dati, sia il fabbi-
sogno legato all’occupazione che
quello culturale e di istruzione ma non
possono certo essere i luoghi cui è de-
putata l’analisi dei bisogni formativi
del territorio.
Una ricerca dell’IRES ha stimato che
alla fine del 1999 nel Friuli-Venezia
Giulia c’erano quasi 300.000 persone
tra i 15 e i 64 anni prive di licenza me-
dia. Sono soprattutto donne e cittadini
extracomunitari ai quali non viene ri-
conosciuto il titolo di studio consegui-
to nel loro paese.
La ricerca fornisce dati dettagliati per
zona.
Gli utenti potenziali vengono anche
individuati dai CTP attraverso la colla-
borazione di varie associazioni, sono
segnalati dalle ASL e dal SERT, a volte
dai Comuni e dalle Parrocchie.
Il vero problema è che a livello nazio-
nale (ma penso che a livello locale non
ci si discosti molto) il 47 % dei corsisti
dei CTP ha il diploma o la laurea (dati
del monitoraggio 2001-2002). È un pro-
blema che riguarda tutti i paesi europei:
la domanda di formazione proviene so-
prattutto da parte dei lavoratori con
qualifiche e specializzazioni medio-alte
mentre per le qualifiche medie e basse
occorrerebbe un’azione di stimolo e di
promozione. Il target a cui il sistema in-
tegrato EdA è prioritariamente indirizza-
to è un’utenza a basso livello di istru-
zione e disagio sociale.
• utenti
Sono i più variegati possibile per na-
zionalità, età, condizione lavorativa, li-
vello di istruzione.
Spesso eccedono, almeno per alcuni
corsi di lingua straniera o di informati-
ca, le possibilità di accoglienza del
Centro costringendo a fare liste di atte-
sa o a ridurre le ore per cercare di ac-
contentare il più possibile le richieste.
d) Offerta formativa
I CTP della regione sono diversi nella
loro storia, nelle modalità di gestione,
nella disponibilità di risorse umane e
strutturali.
Il catalogo delle offerte formative in
genere viene definito in relazione a
quanto si può offrire in base alle com-
petenze possedute dai docenti e dagli
operatori disponibili. Si possono co-
munque indicare le seguenti aree, al-
cune diffuse in quasi tutti i CTP altre
presenti solo in alcuni.
Area istruzione
Area cultura generale
Area lingue straniere
Area scienze naturali
Area informatica
Area salute
Area giuridica
Area orientamento e lavoro
Area artistico-musicale-espressiva
Area psicomotoria
Area dell’economia domestica
Area sociale
Area formazione tecnica
Nell’area istruzione
sono collocati i
percorsi che conducono ad acquisire
titoli di studio (licenza elementare,
media) o certificazioni di conoscenza
della lingua italiana da parte di enti
esterni accreditati. È l’area formativa
più tradizionale e diffusa, seppure con
un differente livello di articolazione.
Nell’area
cultura generale
sono com-
prese quelle attività più strettamente
connesse alle discipline ma non fina-
lizzate ad acquisire competenze “stru-
mentali”, apprendimenti che potrem-
mo definire “disinteressati”, legati agli
interessi personali. Rientrano in questa
categoria corsi di discipline umanisti-
che e letterarie, di geografia e storia.
Non è un’area molto diffusa.
Nell’area
lingue straniere
sono inclusi
la vasta gamma di insegnamenti lingui-
stici (con l’esclusione dell’Italiano co-
me “Lingua 2”) erogati nei corsi dei
CTP. Fra questi ricorre in primo luogo
naturalmente l’Inglese, ma sono anche
parecchio presenti il Francese, lo Spa-
gnolo ed il Tedesco. Presenti anche in
un caso corsi di russo, serbo-croato e
sloveno.
Nell’area
scienze naturali
vengono in-
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