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SPAZIO APERTO
LE“COMPETENZE”
DI CONFINE
Le realtà di confine costituiscono
fenomeni specifici e sostanzialmen-
te diversi da quelli che si possono
registrare in altre aree geografiche.
Questi fenomeni possono essere
adeguatamente affrontati secondo
prospettive di analisi divergenti per
metodo e per approccio disciplinare,
ma convergenti nella vasta area delle
scienze del comportamento (
beha-
vioral sciences
).
Ciò che accade, o è accaduto in
questi luoghi cerniera e/o iato di cul-
ture, in senso lato intese, è oggetto
di riflessione e studio non solo e non
sempre per sottolineare diversità, ma
anche per riconoscere convergenze.
L’ortodossia quantitativa non può
escludere la ricchezza euristica del
metodo qualitativo (etnoclinico!),
ma può ben essere integrata se vi-
sta come un
continuum
che può pre-
vedere l’utilizzo dell’uno o dell’altro
metodo, in funzione dell’aggredibilità
del fenomeno oggetto di studio e di
ricerca.
Il confine necessita dunque di com-
petenze trans-frontaliere in ambito
scientifico e concettuale perché non
radicalizzi e sostenga quelle patolo-
gie che spesso è in grado di generare.
Una riflessione, che può essere ipotesi
di lavoro sperimentale o sul campo, è:
quanti stereotipi radicano sui confini
e quali gli stereotipi di quello speci-
fico confine?
Possiamo ben riconoscere che alcu-
ne specificità anche patologiche sono
legate al confine, ricchezza e limite al
tempo stesso: ad esempio la perce-
zione della sicurezza e dell’insicurezza
sono diverse rispetto a contesti non
eccentrici. Le leggi della
Gestalt-the-
orie
ci hanno insegnato che la perce-
zione di una forma varia in funzione
del contesto: un grigio su sfondo nero
è percepito più chiaro rispetto allo
stesso grigio su sfondo bianco. La
diversità etno-culturale è variamente
percepita rispetto ai contesti; così
la sicurezza e l’insicurezza possono
dipendere da variabili di contesto:
lo straniero e le sue potenziali “peri-
colosità” possono dipendere da una
omogeneità culturale che non tollera
alcuna eterodossia. L’ortodossismo,
più che l’ortodossia, è prescrizione
che radica nell’atteggiamento conser-
vativo e che diviene inevitabilmente
autoritario.
Lo stesso fenomenomigratorio de-
riva buona parte della sua problema-
ticità dall’esistenza dei confini e dalle
conseguenze che queste barriere ge-
nerano negli esseri umani.
VITA DI CONFINE
E VITE SUI CONFINI
TRA GEOGRAFIA POLITICA
E GEOGRAFIA PSICOLOGICA
Pier Giorgio Gabassi
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