QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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L’ORIENTAMENTO
MOTIVAZIONALE E I
RAPPORTI GENITORIALI
Secondo Nicholls vi sono delle di!e-
renze nelle persone a seconda del
proprio orientamento: coloro che
sono
orientati al compito
(o alla pa-
dronanza), si impegnano perché
sono interessati a portare a termine
in maniera valida ed e"cace il com-
pito considerato valido in se stesso, si
concentrano nell’apprendere abilità
e conoscenze, nella ricerca del mi-
glioramento della propria prestazio-
ne e nella soluzione dei problemi.
L’impegno èmassimo nel raggiunge-
re gli obiettivi. La concezione di valu-
tazione di capacità è interna. A que-
sto tipo di orientamento, corrispon-
dono in genere stati emotivi positivi,
maggior divertimento, motivazione
intrinseca, strategie e comportamen-
ti funzionali alla prestazione.
Nell’
orientamento motivazionale
sul sé
(o sul risultato), la persona è
orientata a superare gli altri, a vince-
re, a dimostrare maggiori capacità, a
raggiungere giudizi positivi e rico-
noscimenti sociali. La concezione di
valutazione di capacità è esterna; si
correla inoltre un più alto livello di
ansia, a motivazioni estrinseche, a
strategie di apprendimento super#-
ciali e meno e"caci, a comporta-
menti meno funzionali.
Questa teoria dell’orientamento
motivazionale prevede che la deter-
minazione dell’orientamento indivi-
duale dipenda da fattori situazionali
(ruolo svolto dal contesto sociale
nel favorire l’emergere di un deter-
minato orientamento motivaziona-
le) e da fattori personali (prime
esperienze di socializzazione e ap-
prendimento fatte dai bambini in
famiglia e a scuola). Per dare spiega-
zione del livello di motivazione del
giovane, non si può non fare riferi-
mento al contesto familiare. Può
sembrare banale, ma è importante
sottolineare come la famiglia possa
valorizzare o meno la funzione
dell’istituzione scolastica, integrarla,
o al contrario, contrastarla.
È importante avere un’alta qualità
di relazione con i genitori. Una rela-
zione sicura con uno o entrambi i
genitori facilita l’esplorazione, la
scoperta, l’acquisizione di abilità e
lo sviluppo della #ducia in se stessi
(Ainsworth, 1982). Bowbly sostiene
che l’attaccamento dura tutta la vita
e se questa a!ermazione è vera,
vuol dire che in$uisce sui risultati
che l’adolescente ottiene a scuola e
sul suo orientamento.
A di!erenza delle teorie dello svi-
luppo
adolescenziale
(Erikson,
1956), molte ricerche indicano che
gli individui che durante l’adole-
scenza mantengono stretti legami
con i genitori, dimostrano più #du-
cia in se stessi e maggiore indipen-
denza rispetto a quelli che mostra-
no una distanza emozionale mag-
giore (Maccoby & Martin, 1983). Cu-
trona, Cole, Colangelo e altri (1994)
hanno ipotizzato che individui che
percepiscono i loro genitori come
persone di sostegno abbiano svi-
luppato abilità e #ducia in se stessi,
capacità utili per gestire nuove si-
tuazioni e a!rontare e"cacemente
le s#de della vita.
Secondo Harter (1981a, 1982), rin-
forzare positivamente le iniziative
dei bambini, particolarmente nei
primi anni di vita, favorisce lo svi-
luppo della motivazione intrinseca.
L’assenza di rinforzi o lo scoraggia-
mento delle iniziative dei bambini, il
modellamento verso l’orientamento
estrinseco e il rinforzo della dipen-
denza degli adulti, invece, sono fat-
tori che favoriscono lo sviluppo di
motivazioni estrinseche.
Dornbusch, Elworth e Ritter (1988)
hanno scoperto che gli adolescenti
che descrivono i genitori come per-
sone che si comportano democrati-
camente, in modo incoraggiante e
cordiale, ottengono risultati miglio-
ri a scuola, rispetto ai pari che si tro-
vano a vivere la condizione opposta.
Tendono a sviluppare capacità posi-